L'esposizione presenta 25 pezzi d'archivio dal 1986 al 2024 che definiscono il rapporto ambivalente e poetico del designer con il tempo in un flusso di forme, asimmetrie, materiali
Dal 16 maggio al 31 luglio, la Galleria di 10 Corso Como presenta la mostra Yohji Yamamoto: Lettera al Futuro, un’ode alla visione iconica dello stilista giapponese. Curata da Alessio de’Navasques, curatore e docente di Fashion Archives presso la Sapienza Università di Roma, questa esposizione rappresenta il culmine di un ricco programma dedicato alla cultura della moda, del passato e del presente, promosso da 10 Corso Como.
La mostra presenta 25 pezzi d’archivio dalla Collezione Yohji Yamamoto di epoche e stagioni diverse, dal 1986 al 2024, che definiscono il rapporto ambivalente e poetico del designer con il tempo in un flusso asincrono di forme, asimmetrie, materiali. Elementi storici, come l’iconico faux-cul del cappotto in seta rossa dell’Inverno 1986-87, trovano eco nelle creazioni più recenti, come il maestoso cappotto in lana grigia della sfilata Autunno-Inverno 2023-24. Senza escamotage scenografici, gli abiti sono esposti su manichini sartoriali all’interno degli spazi recentemente ripensati dallo studio multidisciplinare 2050+, che ha rielaborato gli ambienti della Galleria e della Project Room come un teatro fluido capace di cambiare forma e configurazione a seconda delle esigenze specifiche.
Gli abiti creano un dialogo con l’ambiente attraverso una serie di riflessioni del designer sul significato del futuro, stampate sulle pareti in forma di citazioni. Questo approccio alla presentazione mette in risalto l’impegno di Yamamoto nella ricerca di una silhouette universale e offre così una riflessione continua sul rapporto tra corpo e indumento. La filosofia di Yamamoto si può racchiudere nel concetto di “imperfezione accogliente”, esplorato in ogni forma, con sperimentazioni sui volumi e sui tessuti, lavorati o lasciati fluenti, drappeggiati o scolpiti. Questi elementi hanno rivoluzionato il rapporto tra abbigliamento e individuo, trasmettendo un messaggio universale di libertà.
Gli abiti esposti incarnano l’abilità di Yohji Yamamoto nel ridefinire gli archetipi della moda attraverso una nuova prospettiva temporale: dalla concezione creativa al processo che arricchisce di patina i materiali fino al momento in cui i capi sono indossati. Un percorso e un’evoluzione che culmina nel colore nero, una tonalità cosmica che dà forma alla “silhouette di tutto”. Nei suoi capolavori, i confini tra inizio e fine sembrano dissolversi, consentendo alla creatività di circolare liberamente tra il tessuto e il corpo, conferendo agli abiti un senso di libertà e vitalità al di là di qualsiasi schema prestabilito.
È stato per me un onore lavorare con uno degli autori più straordinari che la moda può annoverare» dichiara il curatore, Alessio de’Navasques «Yohji Yamamoto unisce a un senso di spiritualità zen, la potenza carnale e drammatica della forma. Dal suo arrivo a Parigi, all’inizio degli anni Ottanta, a oggi il suo messaggio è ancora imprescindibile e molto forte. Assistiamo a un momento storico in cui, proprio come accadeva negli anni del suo esordio in Europa, la fisicità sembra essersi liberata da sovrastrutture e stereotipi di genere, eppure siamo sovraesposti, continuamente giudicati, come accade sui social media. , che racchiudono ogni tipo di corpo e di spirito».
Yohji Yamamoto: Lettera al Futuro
10 Corso Como, Milano
dal 16 maggio al 31 luglio 2024