sede: Palazzo dei Priori di Fermo – Resti della chiesa di San Martino (Fermo).
cura: Matilde Galletti.
L’incipit alla base della mostra personale “Il vero riconosce il vero” di Lucia Leuci prende spunto da un episodio poco noto della storia di Fermo: un evento specifico e raramente ricordato, specialmente in ambito locale, che riguarda la sconfitta delle truppe fermane nella battaglia tra Fermo e San Ginesio del 1377.
La leggenda racconta che, quando i fermani tentarono di attaccare il borgo di San Ginesio durante la notte, fu proprio una giovane donna, una panettiera sveglia e immersa nel suo lavoro, a lanciare l’allarme con le sue grida.
L’idea di partire da una dimensione di sconfitta, anziché esaltare sempre vittorie, conquiste, onori e allori di una città, può offrire un’opportunità preziosa per riflettere sulla complessità della Storia e ricordare che non è fatta solo di trionfi, ma anche di momenti difficili e di cadute, che hanno contribuito a plasmare l’identità dei luoghi in cui viviamo. Non solo. Per Lucia Leuci, l’interesse è stato sicuramente stimolato dalla perifericità di questo episodio, dalla posizione marginale della protagonista e dalla presenza del pane, un alimento per lei ancestrale e ricorrente in molte delle sue opere e progetti.
La figura scelta dall’artista come punto di partenza per le installazioni in mostra è una donna storica, sebbene poco conosciuta. Una sorta di “piccola Fornarina”, meno sensuale della celebre musa di Raffaello, ma altrettanto affascinante nella sua autenticità. È una panettiera, una fornaia di provincia, che con il suo grido di allarme ha salvato il proprio paese. Un episodio quasi dimenticato della storia cittadina, dal quale emerge la determinazione della figura femminile, che Lucia Leuci ritiene dotata di carattere e una forza d’animo che, secondo lei, non è sempre una caratteristica predominante del mondo maschile. Questo immaginario rappresenta il cuore dell’intervento progettato dall’artista, che si intreccia con aspetti legati al contesto storico e architettonico della città, come le sue strade: antiche, consumate, percorse e sporche, ma ricche di formalismi che l’artista ha saputo tradurre in immagini.
L’osservazione della marginalità, intesa nei suoi aspetti storici, sociali e architettonico-urbanistici, è stata spesso utilizzata dall’artista per sviluppare progetti intensamente visionari. Elementi della quotidianità, apparentemente semplici e facilmente trascurabili, vengono trasformati in figure e paesaggi carichi di forte tensione emotiva.
“Il vero riconosce il vero” è una citazione attinta dal mondo del rap, che richiama un ethos radicato nel linguaggio della strada e nella cultura urbana, ponendolo come chiave di lettura per l’intera esposizione. Questo titolo incarna, quindi, il principio secondo cui solo chi è autentico può davvero comprendere e apprezzare l’autenticità degli altri: un messaggio che trova risonanza anche nelle dinamiche culturali e artistiche contemporanee.
Inaugurazione
Domenica 1 Dicembre 2024 ore 17.30
Informazioni
320 0280302