"DA DEGAS A BOLDINI. UNO SGUARDO SULL'IMPRESSIONISMO TRA FRANCIA E ITALIA”, LA GRANDE MOSTRA DELLA FONDAZIONE CARIT A TERNI

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Da Degas a Boldini. Dal padre, insieme a Monet, dell’Impressionismo francese, al più sensibile e fantasioso interprete della Belle Époque. Dopo lo straordinario successo di “Dramma e passione. Da Caravaggio ad Artemisia Gentileschi” e “Amarsi. L’amore nell’arte da Tiziano a Banksy”, due grandi eventi espositivi che hanno salutato Palazzo Montani Leoni, rispettivamente con 27mila e 30mila applausi, apre la mostra forse più attesa della Fondazione Carit: “Da TERNI - Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull'Impressionismo tra Francia e Italia”, a cura di Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano. La prima sotto la presidenza di Emiliano Strinati. Un’ampia rassegna per celebrare quel movimento artistico che ha rivoluzionato il modo di rappresentare la realtà, superati i 150 anni dalla prima mostra che ne ha sancito la nascita, il 15 aprile 1874 a Parigi.
Dal 16 aprile al 29 giugno, le sale di Palazzo Montani Leoni ospiteranno 44 capolavori d’arte provenienti dai maggiori musei nazionali e internazionali, da Fondazioni bancarie e Istituti di credito. Dipinti, scritti e sculture dei grandi protagonisti dell’Impressionismo francese, come Claude Monet, Edouard Manet, Edgar Degas.
La mostra apre con uno dei capofila della scuola di Barbizon, Jean-Baptiste-Camille Corot e prosegue, soltanto per anticipare alcuni nomi, con Berthe Morisot (unica donna tra i fondatori del movimento artistico), le cui tre opere esposte arrivano direttamente dalla Galleria civica d’arte moderna di Torino, dove si è appena conclusa la personale dedicata alla pittrice impressionista, e dal Musée Famm; con una delle ballerine di Edgar Degas, scultura in bronzo proveniente dalla Galleria nazionale di arte moderna di Roma; con le Ninfee di Claude Monet (museo Giovanni Boldini Macchiaoli). E poi spazio a “Les Italiens de Paris”, il gruppo di sette italiani che hanno rinnovato la scena artistica europea con la loro visione audace e innovativa, attivi nella Ville Lumiere durante la Belle Époque, quando la capitale francese era il centro propulsore dell’arte a livello mondiale. Tre opere di Giovanni Boldini: La Carrozza a Versailles, prestata dal Banco popolare di Milano, il Ritratto di Renè Cole e la Ragazza sulla spiaggia di Ostenda, provenienti dal museo Boldini. Di Vittorio Matteo Corcos: Ritratti di Giuseppe Garibaldi (museo Fattori di Livorno). Di Emilio Gola: La Lavandaia (Bpm di Milano) e Ritratto di Signora (Fondazione Cariplo). E ancora: opere uniche di Giuseppe De Nittis, prestate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, di Federico Zandomeneghi e di Antonio Mancini, provenienti da importanti collezioni private, una scultura in cera di Medardo, concessa in prestito dal Mart di Rovereto.
Chiude il percorso espositivo un “omaggio agli impressionisti francesi” nelle opere di due grandi artisti contemporanei italiani, Mario Schifano e Tano Festa.

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