Da venerdì 4 ottobre 2019 a domenica 2 febbraio 2020 il Teatro dell'architettura dell’USI a Mendrisio presenta la mostra “KOEN VANMECHELEN - THE WORTH OF LIFE - 1982/2019” promossa dalla Fondazione Teatro dell’architettura. Un’ampia rassegna con più di sessantacinque opere dell’artista Koen Vanmechelen: sculture, dipinti, neon, stampe lambda e installazioni allestite all’esterno e nei tre piani del Teatro dell’architettura Mendrisio, progettato dall’architetto Mario Botta.
LA MOSTRA
Artista belga di fama internazionale, scultore, pittore, performer, videoartista, studioso, oltre che attivista dei diritti umani, Koen Vanmechelen ha imperniato il proprio lavoro sulla relazione tra natura e cultura. In un percorso lungo quasi quarant’anni, l’artista ha affiancato progetti di ibridazione di animali o vegetali alla contaminazione delle arti figurative, dei materiali e degli strumenti espressivi, facendo della proliferazione formale nella complessità concettuale la cifra di una poetica tanto singolare quanto inconfondibile.
La sua arte è al tempo stesso espressione di un’estetica della meraviglia e di un’etica fondata sul valore della vita, dalle prime sculture in legno degli anni ’80, allo sviluppo di un vasto programma di ricerca mirato alla generazione di nuove razze avicole, fino alla recente creazione di un formidabile parco della biodiversità chiamato LABIOMISTA dove, tra grande architettura e paesaggio, coabitano installazioni, opere e volatili delle specie più diverse.
Nella mostra “Koen Vanmechelen - The Worth of Life - 1982/2019”, a cura di Didi Bozzini, oltre sessantacinque lavori, realizzati tra il 1982 ed il 2019, ne raccontano l’articolato percorso artistico mettendo in evidenza gli aspetti più prettamente plastici dell’opera dell’artista, con un’attenzione particolare al suo carattere neo-barocco.
In effetti, l’immaginario di Vanmechelen, che ruota intorno alla figura della gallina quale simbolo incarnato dell’evoluzione bioculturale, si nutre di reiterazioni iconografiche e di accumulazioni semantiche, di metafore e di metamorfosi, di teatralità e di allegorie, per dare origine ad un universo visuale proteiforme e irregolare come una perla scaramazza, di fatto barocco. Un universo di possente impatto emotivo, attraversato in tutta la sua estensione, tanto dall’energia della vita quanto dall’esuberanza del gesto creativo, nel quale la sollecitazione dell’intelletto è in primo luogo effetto del coinvolgimento estetico e del fascino viscerale che la trasfigurazione di forme naturali in immagini chimeriche esercita sullo sguardo.
Vanmechelen concepisce l’arte come prassi di re-invenzione della natura, porta di accesso privilegiata ai suoi segreti e presupposto della sua salvaguardia. E, simmetricamente, si rivolge alla scienza, quasi fosse una branca della poesia, chiedendole di materializzare in modo pressoché magico le visioni del suo fantasticare.
KOEN VANMECHELEN
Koen Vanmechelen (1965) è un artista fiammingo, o più precisamente, limburghese. Vale a dire originario di quella regione situata tra la Vestfalia, il Brabante ed i Paesi Bassi che ha dato i natali a Bruegel, Bosch e Rubens. E nella quale, qualche secolo più tardi, è venuto al mondo anche Joseph Beuys. Nel suo lavoro Vanmechelen impiega una varietà di approcci differenti alla sua pratica interdisciplinare, dalla pittura alla scultura, dai video alle installazioni, dal disegno alla lavorazione del vetro, oltre alle sue iniziative artistiche con soggetti viventi.
Nell'ultimo decennio, ha collaborato con scienziati di differenti discipline. Le sue ricerche e il suo lavoro gli hanno valso, nel 2010, un dottorato honoris causa presso l'Università di Hasselt e il premio Golden Nica Hybrid Art nel 2013. La sua ricerca, con il supporto dei suoi partner nel progetto, è confluita nella creazione della Open University of Diversity, per invitare personalità provenienti da differenti ambiti di studio, ricerca e pratica con l’obiettivo di impegnarsi in uno spazio di dialogo e in nuovi progetti che affrontino le idee riferite alla diversità. Nel 2019 Vanmechelen inaugura LABIOMISTA, un progetto monumentale e poliedrico che riunisce i filoni fondamentali del suo lavoro e crea nuove opportunità di collaborazione e dialogo su alcune delle questioni sociali più pressanti e impegnative della società contemporanea. Il cuore di LABIOMISTA è lo studio di recente costruzione dell'artista di 53.000 metri quadrati, costruito dal famoso architetto svizzero Mario Botta.
Vanmechelen ha esposto nelle principali istituzioni di tutto il mondo, tra cui The National Gallery di Londra, Victoria and Albert Museum (Londra), Museum Kunst Palast (Düsseldorf), Venice Projects (Venezia), Muziekgebouw aan 't IJ (Amsterdam), Museum of Art e Design (New York), Museo Pushkin (Mosca) e in tutto il Belgio, tra cui la Fondazione Verbeke, Watou, Museum M e Z33. Nel 2015 ha partecipato alla Biennale dell'Avana, dove il suo Cosmopolitan Chicken Project è stato responsabile della reintroduzione a Cuba di una specie di pollo autoctona estinta.
IL CATALOGO DELLA MOSTRA
“Koen Vanmechelen - The Worth of Life - 1982/2019”
a cura di Didi Bozzini
Mendrisio Academy Press / Silvana Editoriale
Introdotto da un testo di Mario Botta, il volume raccoglie i saggi critici del curatore Didi Bozzini, dello storico dell’arte James Putnam e del biochimico Marcus Thelen. Seguono un’intervista all’artista di Pierluigi Panza e un saggio autobiografico di Koen Vanmechelen. All’interno sono presenti due sezioni iconografiche: le immagini delle opere in mostra e un album fotografico con le immagini dell’allestimento delle opere nel Teatro dell’architettura a Mendrisio.
DIDI BOZZINI
Nato nel 1961 a Parma, dove attualmente risiede dopo una ventina d’anni trascorsi a Parigi. Già ricercatore alla Sorbona e professore di filosofia, poi critico d’arte e curatore indipendente, ha collaborato con numerose gallerie private e con: il Centre Pompidou di Parigi, l’Institut National de l’Audiovisuel, il Musée de la Vieille Charité di Marsiglia, il Fotografiska Museet di Stoccolma, il Musée Vouland d’Avignone, le Rencontres Internationales de la Photographie di Arles, il MACRO di Roma e la Fondazione Brescia Musei. Recentemente ha curato la mostra “Il Terzo Giorno” al Palazzo del Governatore di Parma. Ha firmato diverse pubblicazioni monografiche su artisti moderni (Goya) e contemporanei ( tra gli altri Alighiero Boetti e Sol LeWitt). Le più recenti riguardano l’opera del fotografo Roger Ballen ( “Asylum of the Birds” presso Thames and Hudson – New York e “The House project” presso Odee – Londra). Il suo ultimo saggio è apparso presso la casa editrice Aliberti con il titolo “Abbecedario Eretico”.
Teatro dell’architettura Mendrisio
Via Turconi 25
6850 Mendrisio, Svizzera