Tre titoli interessanti da regalarsi e regalare.
L’UOMO PERDUTO
Jane Harper
Traduzione di Claudia Valentini
Tre fratelli. Uno morto. Era un allevatore esperto, da anni alla guida del ranch di famiglia. Perché si è avventurato da solo a piedi nei pascoli bruciati dal sole? Segreti e bugie per un thriller psicologico gelido e bollente.
“Era una terra arida e ostile. Ma era casa sua”.
Nell’outback il caldo non dà tregua. Soloqualche ora all’aperto e si può morire. Nathan e Bub Bright si ritrovano per la prima volta dopo mesi lungo la linea di confine delle loro terre.
Davanti a loro c’è il corpo senza vita di Cameron, il fratello di mezzo, che ha ereditato la proprietà di famiglia ed è sempre stato il più affidabile, il più saldo: è lì, a terra, sulla tomba di un mandriano, bruciato dal sole impietoso dei pascoli australiani. Che cosa può averlo portato così lontano da casa, dal riparo della macchina, come se fosse in cerca di una fine terribile?
La risposta va forse cercata oltre gli steccati del ranch, dove vene di violenza si intrecciano a rancori irrisolti e i giochi di potere tra generazioni mettono a repentaglio equilibri su cui si fondano le sorti di tutti: una matriarca col pugno di ferro, i figli su cui grava un peso insostenibile, la giovane vedova con due bambine a cui pensare - una famiglia unita solo in apparenza. Un romanzo cupo ambientato in una terra che non perdona, un’Australia crudele, protagonista e giustiziera.
JANE HARPER
Jane Harperè nata a Manchester e si è trasferitain Australia all’età di otto anni. Da tredici lavora come giornalista. Vive a Melbourne con il marito e la figlia. Il suo primo romanzo, Chi è senzapeccato (Bompiani, 2017), ha vinto il Victorian Premier’s Literary Award for an Unpublished Manuscript 2015, l’Indie Award Book of the Year 2017, è stato Libro dell’anno 2017 per l’Australian Book Industry e si è aggiudicato il CWA Gold Dagger Award 2017 come miglior romanzo poliziesco. Dal romanzo verrà tratto
un film con Eric Bana. Della stessa autrice Bompiani ha pubblicato anche La forza dellanatura (2018).
“Un capolavoro.Di rado un enigma così complicato alla fine torna con tanta perfezione.”People
“Comincia lento e poco a poco si fa serrato, correndo verso un finale che lascia senza parole.” The Guardian
ROMANZOBOMPIANI
Pagine434
In libreria22 gennaio
Prezzo19,00 €
L'ALTO NIDO
Roxanne Van Iperen
Traduzione di Francesco Panzeri
La storia vera di due sorelle ebree durante la resistenza, di una villa trasformata in rifugio e di un tradimento inevitabile.
È una fredda notte di febbraio del 1943 quando la famiglia Brilleslijper arriva all’Alto Nido, una villa nascosta nel bosco poco fuori il villaggio di Nardeen, a est di Amsterdam. È al riparo delle sue mura che le giovani sorelle Brilleslijper, Lien e Janny, metteranno in piedi una delle operazioni di salvataggio più audaci della resistenza olandese all’occupazione nazista, proprio sotto il naso dei leader dell’NSB, il Movimento nazionalsocialista olandese, che abitano a poche centinaia di metri dalla grande casa. L’Alto Nido diventa infatti il nascondiglio per dozzine di ebrei in fuga, che là trovano non solo un posto sicuro dove vivere ma anche il calore di una famiglia allargata e la vitalità di una comune di artisti: mentre la guerra infuria la villa si riempie di gioia di vivere e della musica che Lien e i suoi ospiti compongono e suonano tra le risate dei bambini. A giugno del 1944 però la sicurezza dell’Alto Nido viene compromessa. Lien e Janny sono arrestate insieme alle loro famiglie e portate nel campo di concentramento di Westerbork. È lì che incontrano Anne e Margot Frank, con cui verranno deportate ad Auschwitz e poi a Bergen-Belsen, dove Jenny e Lien, che saranno fra i pochissimi a sopravvivere all’inferno dei campi e a fare ritorno ad Amsterdam, si prenderanno cura delle sorelle Frank nei loro ultimi giorni di vita.
ROXANE VAN IPEREN
Ex avvocato, è scrittrice e giornalista. Scrive tra gli altri su “Vrij Nederland”, “Het Financieele Dagblad”, “NRC Handelsblad”, “Het Parool” e “De Morgen”. Nel 2016 è stata corrispondente dal Brasile per “De Correspondent” e ha pubblicato il suo primo romanzo. Vive a Nardeen, nell’Alto Nido.
Con i nuovi arrivi le baracche ai lati delle recinzioni si riempiono di nuovo. Alcuni dei nuovi arrivati sono stati nascosti per mesi, a volte anche anni, e si riconoscono facilmente per le facce esangui, per la pelle gialla e gommosa. Un’altra famiglia, scoperta dal Sicherheitsdienst dietro un armadio in un edificio signorile al 263 di Prinsengracht, è finita prigioniera nelle baracche. Si tratta dei coniugi Frank con le due figlie, Anne e Margot. La mamma Edith e le due ragazze vengono messe al lavoro a spaccare batterie. Anche Janny è assegnata alla baracca 56, dove sta già lavorando sua sorella Lien. È così che i sentieri di due famiglie ebree clandestine si incrociano e le loro facce diventano nere allo stesso tempo per la polvere di catrame.
Pagine400
In libreria22 gennaio
Prezzo19,00 €
MEMORIA DELLA MEMORIA
Marija Stepanova
Traduzione di Emanuela Bonacorsi
Considerata la scrittrice russa più importante del nostro tempo, Marija Stepanova si chiede come è possibile scendere a patti col passato e risponde tracciando la storia della sua famiglia sullo sfondo della Russia del XX secolo.
Un non romanzo di straordinaria originalità e bellezza.
La deformazione delle parole è la chiave dell’opera poetica di Marija Stepanova. Non c’è da stupirsi allora se anche la forma del romanzo tra le sue mani cambia, affronta e risolve la crisi della prosa tradizionale in un andirivieni di frammenti e schegge che è la non struttura di Memoria della memoria, un originalissimo studio di storia culturale e filosofica della sua famiglia. San Pietroburgo, Parigi, Saratov, Mosca sono gli sfondi delle vicende che coinvolgono gli antenati e i familiari dell’autrice, travolti dalle tragedie della Russia del XX secolo. Tutto è scatenato dalla morte della prozia Galia. Nel suo appartamento Marija scopre diari e quaderni che la spingono a indagare e riflettere sul resto dell’archivio di famiglia: materiali di ogni genere, lettere, foto, messaggi a partire dal 1881. In dialogo con Barthes, Sebald, Sontag, Blok, Proust, con una voce suadente e poetica, sensuale e intellettuale insieme, Marija Stepanova racconta di medici e architetti, bibliotecari e ragionieri, individui antieroici che non si sono spesi per grandi progetti ma in tempi violenti e poco civili hanno cercato di vivere vite tranquille e civili.
MARIJA STEPANOVA
Nata a Mosca nel 1972, ha pubblicato racconti in riviste, dodici raccolte di poesia e due raccolte di saggi. Il suo medagliere comprende tutti i maggiori premi di poesia e letteratura europei e russi, tra cui il Pasternak nel 2005, il Big Moskow Score Prize nel 2009, il Bolshaya Kniga Award nel 2018, il NOS Award nel 2019. Nel 2007 ha fondato la rivista indipendente online .
I diari di zia Galja erano una lista di fatti quotidiani, straordinariamente dettagliati e tuttavia occulti. Documentavano con estrema esattezza cose tipo quando ci si alza e quando ci si corica, titoli di trasmissioni televisive, numero di telefonate e nomi degli interlocutori, cosa si è mangiato e cosa si è fatto. Quel che con scrupolo e maestria restava escluso era il contenuto della giornata, il suo ripieno. Nessun indizio su che vita conducesse, nulla di sé, nulla degli altri, nulla, salvo una messe di inezie particolari e particolareggiate che registravano con l’attenzione di una cronaca medioevale lo scorrere del tempo.
Pagine528
In libreria29 gennaio
Prezzo22,00 €.