Dal romanzo di Kurt Vonnegut
Versione teatrale scritta e diretta da Emilio Russo
Con
Collettivo Menotti (in ordine di apparizione) Jacopo Sorbini, Giuditta Costantini, Nicolas Errico, Chiara Tomei
Costumi Pamela Aicardi
Sartoria La nuova sartoria di Nadia Venegoni Milano
Vi racconteremo del tempo. Di come mette tutti alla prova con gioie e dolori, nel bene e nel male. Di come a volte fa errori, a volte li svela, a volte li nasconde. È il Tempo e può volare. Vi racconteremo di un bizzarro viaggiatore nel tempo. Lui dice che passato, presente e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno e, per questo, è davvero sciocco che la gente pianga ai funerali. E dice anche che... Così va la vita.
Il Collettivo Menotti porta in scena uno dei capolavori di Kurt Vonnegut, un romanzo di fantascienza ma anche un manifesto anti-guerra. Mattatoio n.5 racconta la storia di Billy Pilgrim, un uomo americano “alto e gracile, e fatto a forma di bottiglia di Coca-Cola” che combatte i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Prima di essere catturato e trasportato a Dresda dove sarà tenuto come prigioniero, Billy si “stacca” dal tempo, cominciando a muoversi tra le diverse parti della sua vita senza un ordine particolare, viaggiando con un semplice batter d’occhio, senza alcun controllo.
Per maggiori info: www.teatromenotti.org
Con Mattatoio N. 5, tratto dal capolavoro di Kurt Vonnegut, siamo arrivati al terzo appuntamento del nostro progetto che abbiamo voluto dedicare alla fragilità della terra e dei suoi abitanti. Un progetto teatrale, ma non solo, che speriamo di restituire dal vivo e in presenza al più presto e che nasce da una fotografia, una fotografia meravigliosa e inquietante al tempo stesso. La prima scattata a colori del nostro pianeta dallo spazio. A scattarla furono nel 1972 gli astronauti dell’Apollo 17, che, con il sarcasmo tipico degli americani, hanno chiamato questa sfera sprofondata nel nero profondo Blu Marble, la grande biglia blu. E qui noi viviamo in una grande biglia blu. Questa foto ancora non era stata scattata quando Kurt Vonnegut nel 1969 ha scritto questo suo straordinario manifesto pacifista che miscela i piani della narrazione, gioca a nascondino con il tempo, sbeffeggia i limiti dello spazio, contamina il tragico con il comico e viceversa. Nella nostra versione teatrale proviamo a restituire tutto questo in un viaggio alla scoperta del protagonista e delle sue tante vite terrene ed ultraterrene, ovvero Billy Pilgrim, pilgrim come pellegrino, appunto. Una narrazione obliqua a cura di quattro personaggi minori del romanzo, dove non si sono mai incontrati confusi tra i viaggi spaziali e temporali di Billy: la moglie Valencia, il commilitone Roland, lo scrittore di fantascienza Kilgore Trout, la porno diva Montana che miscelano il sogno e la realtà per restituire la storia di Billy da diversi punti di vista e sfaccettature. La conclusione è inevitabilmente uguale per tutti ed è poi quella dello stesso protagonista: così va la vita.
C’è un concetto nel romanzo di Vonnegut disseminato tra le pagine ed è una sorta di preghiera direi assolutamente attuale e che dice così: DIO MI CONCEDA LA SERENITÀ DI ACCETTARE LE COSE CHE NON POSSO CAMBIARE, IL CORAGGIO DI CAMBIARE QUELLE CHE POSSO E LA SAGGEZZA DI COMPRENDERE SEMPRE LA DIFFERENZA.
Emilio Russo
Dal 10 al 13 dicembre.