EVA BOLOGNESI: INFLUENCER E POLITICA SONO IL FUTURO

Mai come in questo periodo, il mondo della politica e della cronaca si è intrecciato a quello dorato e pacato degli influencer. La crisi economica provocata dalla Pandemia Covid-19 che sta inginocchiando il settore della moda, il dubbio vaccino sì vaccino no per il Coronavirus, il recente assalto al Campidoglio in America durante la rettifica del mandato di John Biden e la conseguente censura da parte di Twitter dell’account di Donald Trump ha spaccato in due proprio loro: i blogger che popolano i social, che hanno posizioni nettamente diverse. Una di loro, Eva Bolognesi, imprenditrice e influencer ci spiega, in rappresentanza di tanti suoi colleghi, come questi fatti di cronaca stanno modificando il pensiero comune degli esperti del web. 

Eva, è iniziato il periodo dei saldi, anche le grandi griffe, di solito ostili agli sconti, quest’anno hanno ceduto al prezzo al ribasso. Come mai questa scelta?

A causa dell’attuale emergenza sanitaria abbiamo avuto un impatto devastante senza precedenti dal punto di vista economico. Pare che i saldi del 2021 (molti avevano già capi in saldo dal mese di dicembre) dovrebbero rappresentare un supporto per una ripresa economica anche se l’inizio dei saldi invernali è coinciso con un forte calo delle spese di ogni famiglia e con la chiusura di moltissime attività commerciali. Il periodo molto prolungato di chiusure obbligate e limitazioni a zone non ha risparmiato certo le grandi griffe, pertanto vi è la necessità di ripensare e riconsiderare le strategie di vendita. Ho notato che ci sono stati forti saldi su alcuni siti online di brand importanti, un trend, che ha coinvolto anche i siti di alcuni shop online monobrand, del settore Luxury. Sempre più se da un lato i negozi fisici soffrono, le vendite sul web continuano ad andare molto bene complici i ribassi che arrivano fino al 60%, uniti al Lockdown a intermittenza e alle norme di distanziamento sociale.

Eva esiste il rischio che questa Pandemia inginocchiando l’economia possa essere un problema anche per il lavoro degli influencer?

Il coronavirus ha già messo in ginocchio il settore moda, così come il settore dell’entertainment. Il ruolo dell’influencer è un po' cambiato com’è cambiato il “mondo” in questi mesi, il rischio più grande quando avviene un cambiamento è quello di non riuscire ad adattarsi e rimodulare i propri contenuti. Sicuramente coloro che puntavano tutto su eventi, ospitate o sul settore travel hanno per forza di cose annullato tutte le loro attività e di conseguenza il cachet. Gli influencer che sono stati in grado di fornire informazioni e consigli sui comportamenti da tenere per affrontare le criticità del momento hanno fatto sì che i loro follower si interessassero maggiormente alle loro attività svolte online. Attività divertenti, d’intrattenimento ma anche divulgative sono state particolarmente apprezzate e fonti di ispirazione. Non è uno switch semplice anche perché chiaramente questo modus operandi non si traduce nell’immediato in valore economico ma in credibilità, che nel futuro sarà molto utile.

Secondo te ci saranno dei blogger famosi che consiglieranno ai propri fan di fare il vaccino per il Covid-19? E tu lo farai?

Pochi giorni fa leggevo che secondo una ricerca svolta dal World Economic Forum il 34% degli italiani intervistati è contrario al vaccino. A causa di questo scetticismo negli Stati Uniti Obama, Clinton e Bush si sono vaccinati in diretta tv. Ritengo fermamente che un aspetto importante della popolarità sia la condivisione e non solo della parte più luccicante della vita ma anche di quella reale. In questo momento più che mai persone di tutte le età, Paesi ed estrazioni sociali si trovano a fare i conti con le paure e la disinformazione, pertanto lo scopo è quello di rassicurare i follower, dando il buon esempio e "pubblicizzando" la scelta di vaccinarsi per il bene di tutti. Farò sicuramente questo vaccino appena sarà possibile, perché sono convinta che sia necessario dal momento che solo quando una importante percentuale della popolazione sarà vaccinata, usciremo da questo incubo.

Il caso Trump e la censura del suo account di Twitter ha fatto molto discutere. Al di là dell’aspetto politico, dove ognuno è libero di farsi le proprie idee, è corretto secondo te imbavagliare addirittura il Presidente degli Stati Uniti?

Nei giorni scorsi il mondo dei media e dei social ha registrato qualche episodio del tutto inedito e addirittura impensabile. Qualunque sia il giudizio sul mandato presidenziale di Trump, i social hanno preso una posizione estremamente drastica impedendogli l’accesso al canale comunicativo e qualcuno si è chiesto: se fosse stato un presidente di opposti orientamenti e diverso temperamento  come un Obama, quale sarebbe stata la reazione degli stessi social? Perfino filosofi decisamente di sinistra come Cacciari hanno deprecato quella che potremmo chiamare una vera e propria censura. Detto questo non si può non cogliere l’acutezza di questa critica, che implica una difesa della democrazia e della libertà di parola dei rappresentanti democraticamente eletti da un popolo civile e moderno come quello americano. Però la perplessità nasce considerando, che ci siamo trovati di fronte qualcosa di più e di diverso rispetto a posizioni politiche benché estreme, penso che i social abbiano reagito con tanta durezza cogliendo in alcuni recenti posizioni di Trump un invito alla rivolta popolare per contrastare le elezioni ritenute illegittime con conseguente assalto al Campidoglio di Washington, il che francamente è sembrato offendere i principi essenziali della Costituzione.

 

 

 

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