“QUELLO CHE PIÙ MI DISPIACE CONSTATARE È CHE QUELLI CHE PARLANO DI RUSSIA COME DI UN PAESE AUTARCHICO, DOVE C'È LA DITTATURA E DOVE C'È LA CENSURA SULLA STAMPA, CHIEDONO LA CENSURA SU LAVROV”
“IO NON DEVO DICHIARARE GUERRA ALLA RUSSIA, IO DEVO FARE IL MIO LAVORO”
Pochi minuti fa il conduttore di “Zona bianca” Giuseppe Brindisi è stato ospite di Francesco Facchinetti, Sabrina Scampini e Gibba nel programma “105 Kaos” in onda su Radio 105.
Questi alcuni passaggi del suo intervento:
“Mi aspettavo che l'intervista a Lavrov avrebbe avuto un’eco molto grande, non credevo che questa eco provasse a travolgere un po' anche me.
Io credo di aver fatto essenzialmente il mio mestiere, il mestiere del giornalista è portare le notizie e se guardo a quello che sta succedendo da ieri sera a oggi un po' di notizie le ho portate.
Il problema grosso è che io non devo dichiarare guerra alla Russia, io devo fare il mio lavoro.
Probabilmente, con il senno di poi, mi si chiedeva di accogliere Lavrov ‘Ma brutto figlio di …’, a quel punto lui avrebbe fatto chiudere subito l'intervista, io avrei avuto il plauso di qualcuno, ma poi….
Il mio approccio è diverso: io la schiena dritta l'ho avuta, le cose più interessanti dell'intervista sono arrivate quando io l’ho contraddetto, quando io l’ho posto di fronte a determinate cose tipo il video dei droni a Bucha o l’assurdità di denazificare il paese con un presidente ebreo, lì si è arrabbiato Io ho la coscienza pulitissima”.
“Io l'avevo portato a dire quello che ha detto, avevo la possibilità di arrabbiarmi dicendogli che stava dicendo assurdità, ma avrei dato quella che è la mia opinione e io non so se a voi tra l'opinione di Lavrov e quella di Giuseppe Brindisi interessa quella di Giuseppe Brindisi. Io credo quella di Lavrov. A quel punto io mollo, io ho ottenuto lo scopo. Io devo fare il mio mestiere.
Tra l’altro noi di Zona bianca e io personalmente in queste settimane di guerra mi sono esposto tantissimo per l'Ucraina”.
“Lui ha detto delle enormità e io ho un po' il merito di avergliele fatte dire. Quando lui sbrocca io il mio obiettivo l'ha ottenuto”.
“Non posso spiegarvi come sono arrivato a intervistarlo, io spero di riuscire a fare anche qualcosa di più. C'è stato un lavoro di redazione durissimo: con Emanuela Fiorentino, mia collega responsabile insieme a Siria Magri della trasmissione, abbiamo fatto un lavoro di settimane per arrivare a questo risultato”.
“Quello che più mi dispiace constatare è che quelli che parlano di Russia come di un paese autarchico, dove c'è la dittatura e dove c'è la censura sulla stampa, chiedono la censura su Lavrov”.