L’azienda di Corvino San Quirico - immersa nelle colline del Pavese – il 18 marzo ha fatto da cornice alla presentazione del libro “Alfonso Corti. La scoperta dell’organo dell’udito”
Culture del passato e del presente si sono intrecciate a Tenuta Mazzolino, il cui nome significa proprio “punto d’incontro, tappa” (dal latino: Mansiolinum), dove antiche tradizioni enoiche e filosofie contemporanee votate alla sostenibilità convivono per esaltare al meglio la produzione vitivinicola. Proprio queste colline, dolcemente adagiate in un territorio ricco di storia, hanno ospitato, alla presenza di autorità locali, provinciali e regionali, la presentazione del libro “Alfonso Corti. La scoperta dell’organo dell’udito”(Padova University Press, 40 euro, 283 pagine più le 60 pagine della perfetta riproduzione anastatica del lavoro fondamentale di Corti, il già citato “Recherches sur l'organe de l'ouïedesmammifères”). È a lui, infatti, lo studioso italiano che per primo descrisse alcune parti dell’anatomia dell’orecchio interno contribuendo ad ampliare gli studi dell’apparato uditivo e ad identificare più precisamente le sue microstrutture, che si deve la scoperta dell’organo spirale dell’orecchio, che – appunto – porta il suo nome: l’organo del Corti.
“È un’occasione, per noi, per celebrare non solo un illustre anatomista e scienziato italiano, tanto importante quanto ignorato nel nostro Paese, ma non a livello internazionale”, ha rivelato Francesca Seralvo, terza generazione alla guida della cantina.”Ma anche colui che è stato, alla fine dell’Ottocento, il proprietario della nostra Tenuta”.
La presentazione di questo saggio, curato a più voci da quattro autori (Paolo Mazzarello, Albert Mudry, Eugenio Mira e Stefano Martini), è un vero e proprio viaggio per riportare alla luce la storia e le intuizioni di questo scienziato che, all’apice del successo si ritira improvvisamente, a soli 32 anni, per condurre una vita riservata da gentiluomo di campagna sulle colline dell’Oltrepò, dove Tenuta Mazzolino affonda le sue radici e dove trova nutrimento per esprimersi sempre al meglio.
Venti ettari vitati biologici e sostenibili per elezione - bassa produzione per ettaro, potatura corta e l’inerbimento naturale dei vigneti senza l’uso di concimi chimici -; otto referenze tra bianchi, rossi e bollicine; una bottega che valorizza i prodotti locali che condividono gli stessi valori; una dimora ottocentesca appena ristruttura e trasformata in un luogo – neanche da dirlo – di accoglienza e di incontro, pensata per ospitare appassionati in un dedicato Wine Club, ma anche posto ideale per eventi, organizzati per far vivere l’esperienza di Tenuta Mazzolino trasversalmente e non solo agli appassionati di vino, ma anche a chi ha voglia di esplorare il territorio e respirare una cultura senza tempo, fuori dalle rotte tracciate dalle guide e dai portali di turismo.
Ed è proprio con questo spirito che, la cantina dell’Oltrepò ha aperto le sue porte ad amici e giornalisti trasformandosi per qualche ora in un vero hub di cultura, arte e confronto, dove si sono potuti degustare, accompagnati da ottimo cibo, le etichette che più la contraddistinguono, primo fra tutti Noir, un Pinot Nero di razza.
“Questo evento ci ha dato, ancora una volta, l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo. Un appuntamento esclusivo in un’atmosfera speciale, per aprire bottiglie uniche, che sanno raccontare non solo la storia della cantina e di un intero territorio, ma anche di chi di questa terra ne ha fatto la sua casa: Alfonso Corti”, ha concluso Seralvo.