“La scommessa del Morellino”, una storia di famiglia, semplice e genuina come il vino che produce. Un’azienda di successo che ha ereditato non solo vigne ma anche passione
Come lo immaginate un libro che parla di vino? Tante pagine che parlano di dati, di vitigni, di aromi, di marketing…? Ebbene, Andrea Zanfi, il famoso scrittore, esperto in enogastronomia, nel suo “La scommessa del Morellino”, realizzato per celebrare i 60 anni di attività di Fattoria Mantellassi, vince un’altra scommessa: quella di appassionare non solo gli intenditori di vino ma anche tutta quella parte di pubblico che ama scoprire cosa c’è “dietro le quinte” di un prodotto. E, in queste pagine, il coinvolgimento è ricco di emozioni, di vita vissuta, di traguardi raggiunti con grandi sacrifici, con tanta voglia di lavorare. Una storia di famiglia tra le tante che, negli anni ’60, si davano da fare per ricostruire un paese segnato dalla guerra, per aiutarlo a crescere. Nonostante siano stati definiti gli anni del “boom economico”, le opportunità per l’agricoltura erano poche e le imprese famigliari che se ne occupavano non navigavano certo nell’oro. Ezio, il fondatore di quella che negli anni sarebbe diventata Fattoria Mantellassi, aveva però una grande passione: la terra. Quella terra di Maremma in cui tornava ogni anno dalla Liguria, dove svolgeva un’attività alberghiera, e che gli fece tornare la voglia di farla diventare rigogliosa e forte. Ed è proprio da qui che parte “la scommessa”, fatta di fatica e di rinunce ma così ricca di passione che oggi, con la conduzione dei figli Aleardo e Giuseppe, ha fatto di Fattoria Mantellassi un leader internazionale tra coloro che producono il Morellino D.O.C.G.
“Labor omnia vincit”, aveva fatto scrivere Ezio all’entrata della Fattoria, e loro, da veri figli d’arte, quel lavoro continuano a farlo con la stessa passione del padre, guardando al futuro con grinta e determinazione, eredi di una tradizione che non hanno mai tradito.
Andrea Zanfi ha fatto parlare proprio loro, gli eredi di una storia che si annuncia sempre più grande. Proprio all’autore, abbiamo fatto una breve intervista, spinti proprio da quella grande sensibilità che traspare dalle pagine del suo libro.
Eccola.
La lettura de “La scommessa del Morellino” ci ha indubbiamente coinvolti e appassionati. Si tratta di un libro-viaggio emozionale e affascinante nella Maremma di Fattoria Mantellassi e, dal suo racconto, ci sono nate alcune curiosità. Come è riuscito ad entrare così empaticamente nell’animo dei due “protagonisti” dell’azienda, Giuseppe e Aleardo Mantellassi?
L’empatia è qualcosa che non si spiega facilmente; molti sostengono sia la facilità con la quale ci si pone in maniera immediata con l’altro, avendo la sensazione che il suo stato d’animo e il suo stesso modo di vivere la vita che gli è stata fatta dono di vivere, non sia altro che lo spaccato di quella che avresti voluto vivere tu, magari solo per un breve periodo, ma certamente in sua compagnia. Con la Famiglia Mantellassi, non è un caso che scriva la parola Famiglia con lettera maiuscola, sono entrato in contatto decenni addietro e l’ho fatto in punta di piedi, scoprendo che i membri di quel nucleo non avevano impalcature o infrastrutture culturali, ma erano meravigliosamente schietti come il vino che continuano a produrre.
Quella che lei ha scritto è una storia lontana dai numeri e dal business comunemente intesi e affrontati quando si parla di realtà economiche. Le sue, invece, sono parole e ricordi che rivelano una grande condivisione e che rendono vivi il pensiero e gli obiettivi dei due fratelli. Sembrano scaturire da una conoscenza di vecchia data. E’ così?
Sì, è così, ma il lavoro svolto è stato quello di incatenare le parole al fine che io, come narratore, e loro, come narrati, fossimo il più vicino possibile. Un gioco per non ripercorrere solo un viaggio nel tempo scadenzato da eventi, da date di compleanni e anniversari, di cui non gliene frega niente a nessuno; un gioco letterario per evitare l’autocelebrazione di un EGO capace di prendersi troppo sul serio e offuscare la realtà. Ho voluto fotografare il vero, il sincero, il reale di un sistema famigliare. Spero che il risultato sia percepito anche da chi leggerà questo libro.
Il mondo del vino è quello del piacere da gustare ma, nel suo libro, diventa anche un piacere da leggere. Quanto influisce, nei suoi scritti, la sua cultura su etichette e vitigni e quanto la sua esperienza più che ventennale con i produttori? Cosa ha imparato da loro?
Per me il vino non è mai stato rilevante, figurarsi un’etichetta. Entrambi sono strumenti di un’evoluzione e simboli di un’idea da narrare; elementi che, dopo anni, possono far sì che un frutto divenne qualcosa di diverso: storia, essenza, mito, leggenda e anche un risultato economico. Ma, come è facile comprendere, io non scrivo di economia, non scrivo di numeri e pur rispettandoli e ritenendoli necessari faccio sì che il vino mi apra la porta di casa di chi dedica la propria vita al VINO.
Nella chiusa del suo libro si legge: “Così, con loro, il vino diventa storia, rispecchiando l’anima di chi lo ha prodotto. I Mantellassi sono un altro prezioso filo del gomitolo con cui la storia ha costruito l’arazzo che raffigura il mondo vinicolo nazionale” Parole importanti che esprimono ammirazione per il loro buon fare. Se dovesse sintetizzare questa ammirazione cosa direbbe di questa meravigliosa Famiglia?
I Mantellassi conoscono la mia franchezza, la mia trasparenza intellettuale e sanno bene cosa penso di loro. Ad avvalorare questo possono testimoniare la mia cocciuta volontà di continuare a spronarli nel loro lavoro. La loro azienda è parte di un sistema più grande, nel quale, guarda caso, emergono le persone che hanno cose da dire. Nel loro il silenzio ha funzionato oltre all’altro elemento che coinvolge il “fare”. Non nutro ammirazione, non trovandomi avanti a qualcosa di meravigliosamente bello e affascinante, ma a qualcosa di concreto tanto da provare compiacimento nel constatare come il lavoro e i sacrifici paghino nel tempo. Questo ha contribuito ad arricchire il senso di grande stima, amicizia e affetto che nutro per questa Famiglia.
Con queste parole di Andrea Zanfi non aggiungiamo altro alla presentazione de “La scommessa del Morellino” se non una raccomandazione: se il vino chiede di essere centellinato, questo libro merita di essere letto “tutto d’un fiato”!
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