MASSETINO 2020 CONDIVIDERE LO STESSO DNA DEL FRATELLO MAGGIORE MASSETO, SIGNIFICA: CONNUBIO PERFETTO TRA POTENZA E SAPIDITÀ

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Il second vin della tenuta, Massetino 2020 si presenta alla sua quarta uscita con un carattere preciso, definito e tratteggiato da raffinatezza gusto-olfattiva. “La forte personalità di Massetino non sorprende in quanto condivide lo stesso DNA di Masseto. Proprio come il fratello maggiore, accosta il potere e l’opulenza alla discrezione e al classicismo”, racconta Axel Heinz, Direttore della tenuta.

Il 2017 è stata la prima volta di Massetino al mondo. Oggi, dopo quattro bellissime annate, si presenta come interprete dello straordinario terroir sul quale crescono le viti e alle quali regala elegante forza espressiva: “Dalla nascita di Masseto, è stata sempre eseguita una selezione estremamente rigorosa delle uve per garantire la migliore qualità possibile. Nel 2017 alcune parcelle di Merlot e Cabernet Franc non avevano ancora sviluppato abbastanza spessore da poter essere incluse nel Masseto ma mostravano potenziale e personalità per creare, insieme ad altri componenti non utilizzati nel master-blend, un second vin: Il Massetino”.

Massetino 2020, in uscita il 1° ottobre, racconta nel suo essere l’andamento di una stagione dinamica e dalle grandi potenzialità. Dopo un inverno mite e piovoso, la primavera è partita lentamente mettendo al riparo i germogli dalle temute gelate. Successivamente ad un giugno piovoso è seguito un lunghissimo periodo di siccità e alte temperature fino a fine agosto. Il clima secco e asciutto ha favorito un’ottima invaiatura veloce ma omogenea. Le piogge di fine agosto hanno riportato il necessario equilibrio favorendo l’abbassamento delle temperature. Queste, insieme alle escursioni termiche notturne, hanno determinato le condizioni ideali per il completamento della maturazione dei Merlot, preservandone la freschezza. La raccolta è avvenuta nella prima metà di settembre seguita immediatamente da quella dei Cabernet Franc.

Ogni singola parcella è stata vinificata separatamente al fine di garantire l’identità di ciascuna varietà e appezzamento. La fermentazione in vasche di cemento è stata spontanea con lieviti indigeni, segno della volontà di limitare al minimo l’intromissione dell’uomo e ottenere il massimo rispetto del frutto. Fermentazione malolattica svolta, invece, in barriques delle quali metà di rovere nuovo. Dopo 12 mesi di affinamento il vino è stato assemblato e reintrodotto in barriques per altri 3 mesi prima dell’imbottigliamento, lasciando così il tempo necessario affinché ogni singola peculiarità si armonizzasse in un’elegante sinfonia di gusto.

L’enologo Gaia Cinnirella ne descrive colori e sensazioni gusto-olfattive come “un connubio perfetto tra potenza e sapidità finale che declina perfettamente i tratti tipici dell’annata 2020. Alla vista risalta subito il colore purpureo e carico pronto a rivelare la forte identità. I sentori di ciliegia matura e sottobosco percepiti al naso trovano coerente corrispondenza all’assaggio con croccantezza e freschezza del frutto”. Un vino che porta in sé la mappatura genetica di un luogo in cui la natura stupisce ogni anno svelando sempre nuove prospettive di crescita.

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