Questa collezione è il mio sogno. Non sapevo come spiegarla a Vivienne, ho dovuto farla e basta. Sono uscito di casa e ho pensato di essere a Parigi e qualcosa nel cielo mi ha fatto realizzare quanto volessi essere lì.
‘Super-Infinite - The Transformations of John Donne’ di Katherine Rundell – una scrittrice meravigliosa – è il ritratto di un uomo eccezionale e dell’epoca di Giacomo I d’Inghilterra.
“John Donne capì che quando ci vestiamo chiediamo qualcosa al mondo. Tutti i vestiti parlano: dicono desiderami, oppure ignorami, oppure prendi le mie parole più seriamente di quanto non faresti se non stessi indossando questo cappello”. Un cappello troppo intelligente toglie glamour. (Chanel questo lo sapeva: disse “quando vai al mercato, le persone hanno sempre ragione”.)
“Quando Donne prendeva in giro gli abiti dei suoi compatrioti, si faceva beffe della meschinità e della mancanza di immaginazione di ciò che stavano chiedendo. I belli raramente sono belli senza sforzo e lui lo sapeva. (Le persone meglio vestite spendono un’enorme quantità di tempo a pensare alla linea e alla forma degli abiti e si immaginano in una miriade di outfit prima di mettersi un paio di pantaloni.)
L’immagine di Donne ha sicuramente richiesto un sacco di riflessione. È stata parte integrante della teatralità del suo lavoro lungo tutta la sua vita. Aveva capito che il modo in cui ci si presenta, la voce e il look non sono frivolezze da lasciar perdere, ma armi da impugnare”.
Nulla è efficace senza arguzia: l’arguzia è integrità. Donne ha scritto:
But he who loveliness within
Hath found, all outward loathes,
For he who colour loves and skin,
Loves but their oldest clothes.
L’abito più antico, la pelle in cui si è nati. Aveva capito che la vita è un viaggio.
Il legame di Parigi con la cultura. Il grande rispetto per la sua storia, in cui il passato è molto presente e il futuro molto vicino.
Fin dagli inizi di Andreas Kronthaler x Vivienne Westwood ho lavorato con scorte di tessuti dismessi. Ora gli scaffali sono quasi vuoti, ciò che è rimasto sono dei rotoli di maglia a rete (il materiale che si usa normalmente per la corsetteria). Gli unici tessuti che abbiamo commissionato sono dei broccati di Stephen Walters, forse l’unico tessitore di seta rimasto in Inghilterra, e un jacquard di seta a stelle che abbiamo copiato da un abito di Worth.
Mi piace sempre combinare il nuovo con l’antico. Per questo, lavoriamo anche con pezzi di seconda mano riciclati dal mio guardaroba personale: vecchie magliette e felpe, canotte e slip. Giocando con i riferimenti storici, guardando al passato, come Vivienne ha sempre fatto, il risultato finale ricorda il Rinascimento.
L’ispirazione arriva in modo casuale e ti guida.
Nella moda trovo tutto ciò di cui ho bisogno e di questo sono grato.
Vestirsi è sia una dichiarazione che una richiesta.
Iris Murdoch disse: “Il segreto della felicità è trovare persone che ti affascinano” – questo è la moda, questo è Vivienne.
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