musiche Davide Berardi e Bruno Galeone
luci Luca Diani
produzione Compagnia Berardi Casolari / Teatro dell’Elfo
Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari tornano al Gerolamo con un altro spettacolo di grande successo, AMLETO TAKE AWAY, un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo.
Sul palco un attore in crisi e una regista che, come ogni sera, tenta di spronare il suo compagno ad andare in scena, a superare la crisi che lo affligge e recitare per l’ultima volta il loro “Amleto”. Inizia così un viaggio che si sviluppa in parallelo, a metà strada tra finzione e realtà, teatro e vita: una contaminazione tra l’opera shakesperiana e i vissuti autobiografici dell’attore protagonista.
Mentre in scena si rievocano il rapporto di Amleto con i suoi familiari, l’amara scoperta, la crisi e la pazzia avanzano strettamente connesse le vicissitudini dell’attore italiano: il rapporto con il padre, la scoperta della malattia che lo conduce alla cecità, le difficoltà e il disagio di vivere in un’epoca in cui non si riconosce il rapporto con il mondo del lavoro teatrale e la scoperta dell’amore…
Una riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e dall’ascolto della realtà circostante, che ci attrae e ci spaventa. Amleto, simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza, è risultato il personaggio ideale cui affidare il testimone di questa indagine. Ma l’Amleto di Amleto take away procede anche lui alla rovescia: è un Amleto che preferisce fallire piuttosto che rinunciare, che non si fa molte domande e decide di tuffarsi, di pancia, nelle cose anche quando sa che non gli porteranno nulla di buono. E’ consapevole ma perdente, un numero nove ma con la maglia dell’Inter di qualche anno fa, portato alla follia dalla velocità e dalla pornografia di questa realtà.
Amleto è in seria difficoltà circa il senso delle cose, travolto da una crisi così generalizzata e profonda che mette a repentaglio storie solide e consolidate come il suo rapporto d’amore con Ofelia e il suo rapporto con il teatro.
“To be o FB, questo è il problema! Chiudere gli occhi e tuffarsi dentro di sé e accettarsi per quello che si è, isolandosi da comunity virtuali per guardare da vicino e cercare di capire la realtà in cui si vive? O affannarsi per postare foto in posa tutte belle, senza rughe, seducenti, sorridente, grazie all’app di photoshop?...”
“To be or fb, this is the question”.
Così la stampa:
Magnifico! Si era scritto di capolavoro per “Io provo a volare. Omaggio a Domenico Modugno” e il prodigioso incanto si è ripetuto (…), il protagonista Gianfranco Berardi, per questo spettacolo Premio Ubu come miglior attore, affiancato in scena con quieta discrezione da Gabriella Casolari, il testo un tutt’uno con l’azione, una scrittura scenica che intreccia con felice, malinconica spudoratezza, la storia di Amleto e memorie/immagini personali, in ritmi travolgenti, di gesti e parole, di una fisicità possente che è anche coreografia con i pochi elementi della scena. (Valeria Ottolenghi, Gazzetta di Parma)
Lui, un vulcano di energia, fuoco pugliese nelle vene, capace di ruggiti, acrobazie, metamorfosi di voci e ruoli, comicità avvincente e malinconica tenerezza … Vederlo in scena è un’esperienza travolgente perché ha la forza di una calamita. Ogni movimento è calibrato, ma offerto con un’estrema leggerezza: al fianco di Berardi la presenza visibile ma discreta della Casolari, una sorta di servo di scena o “custode” che porge gli oggetti, lo dirige, gli suggerisce pause e movimenti. Una figura delicata che fa da contrappunto all’energia muscolare di Berardi. (Gilda Tentorio, FrammentiRivista)
Imbocca una strada poetica piuttosto inedita Berardi, che forgia un rapporto creativo assai stretto con Gabriella Casolari, entrambi drammaturghi… Nel suo cristo sparigliato con follia piena di metodo scopriamo un maturo Berardi che da ipovedente pare evochi Montale elogiando la guida degli occhi di lei. (Rodolfo di Giammarco, La Repubblica)
Una scrittura scenica drammaturgica rara, per flutti, e quella consistenza che non si afferra mai del tutto che hanno solo alcuni attori e attrici. (Lorenzo Donati)
Durata spettacolo: 65 minuti senza intervallo
ORARI: spettacolo sabato ore 20 – domenica ore 16
PREZZI: da 12 a 30 €
INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI uffici: 02.36590120 / 122 | biglietteria 02 45388221 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.teatrogerolamo.it
TEATRO GEROLAMO
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