ELFO PUCCINI STAGIONE 24/25: PROSPETTIVA INEDITE

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Guardare, interpretare e rappresentare la realtà da prospettive inedite. Questo suggerisce il quadro di Marco Petrus (Rimini, 1960) che l’Elfo ha scelto, insieme all’artista, per illustrare la stagione Elfo Puccini  24 | 25. Un’opera intitolata Dalle belle città dove protagonista è Milano con la sua architettura, «nel suo aspetto ‘archetipico-mitologico’ tipico degli anni Trenta e Quaranta, nucleo fondante e anticipatore di quelli che saranno gli straordinari sviluppi urbanistici del capoluogo lombardo». Uno sguardo che parte dalle fondamenta, dunque, interpreta e immagina prospettive future, in sintonia con la poetica e la prassi del nostro teatro, profondamente radicato nella città e nel territorio, sempre attento a interpretare e raccontare la storia come prisma che riflette sul presente e il futuro. Il dialogo con artisti di diversi ambiti e generazioni, con il pubblico e le comunità che ci circondano, è il motore del nostro progetto culturale. E si riflette sia nelle scelte produttive, che vedono quest’anno una nutrita presenza di drammaturgie originali, sia nello scouting e nella valorizzazione della creatività che intercettiamo nel mondo teatrale.

Amadeus di Peter Shaffer (21 gennaio/2 marzo), diretto da Bruni/Frongia, è un ‘capriccio’ allucinato e sontuoso nel quale è Ferdinando Bruni a dare corpo alla follia di Salieri e alla sfida con il giovane Mozart di Daniele Fedeli. La prima luce di Neruda (7 maggio/5 giugno) è un progetto a lungo coltivato: l’omonimo romanzo di Ruggero Cappuccio è stato affidato a César Brie, che ne ha tratto un adattamento di forte tensione e sensualità. Una struggente storia d’amore e di impegno politico che vede protagonisti Elio De Capitani, Cristina Crippa, Silvia Ferretti e Umberto Terruso. 

Il teatro di Beckett torna protagonista anche quest’anno per proseguire il lavoro avviato con Giorni feliciL’ultimo nastro di Krapp/Quella volta (18 ottobre/10 novembre) è una sperimentazione sul suono e sull’ascolto, un viaggio nei ricordi e nel tempo che Francesco Frongia affida all’interpretazione di Ferdinando Bruni. Con La collezionista (9 gennaio/2 febbraio) va invece in scena un nuovo, spiazzante racconto teatrale sull’arte contemporanea sulla drammaturgia originale affidata a Magdalena Barile, la regia a Marco Lorenzi, il ruolo della protagonista, ispirato alla figura di Peggy Guggenheim, a Ida Marinelli, in scena con Marco Bonadei, Barbara Mazzi e Angelo Tronca. Safari pomodoro. Una stand-up tragedy (8 novembre/1 dicembre), progetto sostenuto dal Bando Per chi crea 2023, è anch’esso nato in seno all’Elfo, da un’idea di Michele Costabile che ha coinvolto per la drammaturgia il giovane Nicolò Sordo. Diretto da Elio De Capitani ed Alessandro Frigerio, prende spunto dall’esperienza dello stesso Costabile in una fabbrica per la lavorazione dei pomodori. Io sono il vento (8/30 maggio) di Jon Fosse è una novità diretta da Marco Bonadei, in scena insieme ad Angelo Di Genio. L’apertura di stagione non è affidata a una novità ma a un grande successo del 2023, con cui l’Elfo ha celebrato mezzo secolo di storia teatrale: Re Lear (22 ottobre/17 novembre), una vetta conquistata grazie a una lunga frequentazione di Shakespeare, frutto di un lavoro di scavo nell’essenza del testo che Ferdinando Bruni e Francesco Frongia hanno portato in scena partendo dalla traduzione e affidando a Elio De Capitani il ruolo del tormentato re. 

Sul fronte delle ospitalità la stagione è più che mai articolata e ricca, segnata da un attesissimo debutto, quello di Alessandro Bergonzoni, che presenta all’Elfo il nuovo spettacolo, dal titolo ancora in via di definizione (19 novembre/1 dicembre). Novità altrettanto imperdibili sono proposte dalla regista Giorgina Pi, in arrivo con Roberto Zucco di Koltès (12/17 novembre), da Arturo Cirillo con Don Giovanni (3/8 dicembre) e da Filippo Dini con I parenti terribili di Cocteau (7/12 gennaio). Tra gli artisti più amati dal pubblico milanese si segnala il ritorno dell’immancabile duo Rezza/Mastrella, che ripropone il cult Fratto X (il 31 dicembre con una serata speciale che prevede un’asta ‘al buio’), di Giuliana Musso con due spettacoli, La scimmia e Dentro. Una storia vera, se volete (11/16 febbraio) e di Ottavia Piccolo con Matteotti (anatomia di un fascismo) di Stefano Massini, uno spettacolo più che mai necessario. Due protagoniste della scena comica italiana sono in arrivo sui nostri palchi: Caterina Guzzanti che riflette sulla coppia con sguardo femminile con il suo testo Secondo lei e Marina Massironi che, con Gianfelice Imparato e Valerio Santoro, propone Il malloppo (11/16 marzo), dark comedy di Joe Orton dai toni farseschi e dall’ironia dissacrante. 

Vera e propria vetrina dedicata alle proposte dei gruppi giovani o indipendenti e ‘fuori dal coro’, che lavorano per il rinnovamento di una drammaturgia teatrale che rappresenti in diverse forme il mondo di oggi, la rassegna Nuove Storie, curata da Francesco Frongia, da quest’anno non viene programmata nel consueto periodo primaverile, ma articolata nella programmazione dell’intera stagione. Abbandona anche la dedica a un tema portante, per concentrarsi sulla ricerca e la valorizzazione dei talenti e delle proposte. 

Un’attenzione speciale quest’anno è dedicata al pubblico dei più piccoli e ai loro genitori con quattro titoli davvero unici. Due di questi sono ormai dei ‘classici’, ideati da Elena Russo Arman: Shakespeare a merenda (16/17 novembre e 1/2 marzo) da quest’anno affidato all’interpretazione di Maria Caggianelli Villani e Leonardo, che genio! (9/12, 18/19, 25/26 gennaio) spettacolo pop-up che vede invece in scena l’autrice e demiurga dello splendido libro-scenografia. Il terzo è Rumori nascosti (27 /31 dicembre), una fiaba, un abito-storia, una casa di bambola di Emanuela Dall’Aglio, mentre il quarto l’applaudito O.Z. storia di un’emigrazione di Eco di fondo (6 aprile).

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