La trasposizione teatrale di Magnifica Presenza, film del 2012 diretto da Ferzan Özpetek, conferma ancora una volta il talento del regista nel tradurre storie potenti e intime dal grande schermo al palcoscenico. Non è mai semplice mantenere l'essenza di un'opera cinematografica quando la si adatta al teatro, ma Özpetek riesce magistralmente a preservare la raffinatezza e l’eleganza del film, creando un'esperienza coinvolgente che non solo ripropone la trama, ma la arricchisce con nuove sfumature.
La trama ruota attorno a Pietro, un giovane che si trasferisce in un appartamento di Roma, scoprendo che è abitato da un gruppo di spettri, ex membri di una compagnia teatrale deceduti. Questi fantasmi sono legati a ricordi del passato, a sentimenti irrisolti e a storie di lotte antifasciste, il tutto raccontato attraverso una dimensione onirica che unisce il dramma alla commedia. Il risultato è un affresco che tocca temi universali come l’amore, la solitudine, la memoria, e il desiderio di fare i conti con il passato, anche dopo la morte.
Il lavoro di regia è impeccabile. Özpetek sfrutta il palcoscenico per coinvolgere il pubblico in un'esperienza visiva a 360 gradi, dove luci e ombre non solo illuminano i personaggi, ma raccontano parte della storia. Il ritmo è veloce, con continui cambiamenti di tono che spaziano dalla commedia leggera alla riflessione profonda. Il cast è semplicemente straordinario, con Tosca D'Aquino che incarna una vitalità travolgente, contrastata dalla calma serafica di Serra Yilmaz. Il loro duetto, che unisce energia e introspezione, rappresenta uno degli aspetti più belli di questa produzione teatrale, un esempio di come Özpetek sappia valorizzare il contrasto tra i suoi attori per crearne un'esperienza indimenticabile.
Erik Tonelli regala una performance sensibile nel ruolo di Pietro, alternando con naturalezza momenti di vulnerabilità a scatti di determinazione. La sua capacità di adattarsi ai cambiamenti di stato d’animo, richiesti dalla sceneggiatura, dimostra la sua versatilità e la sua grande maestria. Altra presenza di rilievo è Toni Fornari, che aggiunge un tocco di comicità e di ritmo anche nei momenti in cui non è il protagonista, dimostrando una volta di più la sua indispensabilità nello scorrere delle scene.
Una delle sorprese dello spettacolo è la giovane Sara Bosi, che con la sua presenza leggera ed elegante dimostra di avere una grande promettente carriera davanti a sé. Il suo sorriso e la sua puntualità interpretativa sono apprezzati dal pubblico, che la applaude calorosamente.
La scenografia, semplice ma molto evocativa, gioca con pochi elementi che riescono a trasformarsi a seconda delle necessità narrative. Questo, unito all'uso sapiente delle luci, crea l'atmosfera perfetta per raccontare una storia che si svolge tra il reale e il soprannaturale.
Un tributo all'arte teatrale, in cui Özpetek non solo conserva la magia del suo film, ma la espande, regalandoci una nuova esperienza che emoziona e fa riflettere. La sua regia, come sempre, è capace di esplorare l’animo umano attraverso una lente che sa essere delicata e potente, creando un’opera teatrale che coinvolge e commuove, regalando al pubblico un’emozione unica.
Al Teatro Manzoni di Milano fino al 22 dicembre 2024.
Martedì – sabato: 20:45
Domenica: 15:30
Sabato 21 dicembre: 15:30 e 20:45
Non è previsto intervallo.