al Teatro Gerolamo venerdì 31 gennaio 2025 – ore 20
CAPINERA
liberamente ispirato al capolavoro di Giovanni Verga
di e con Rosy Bonfiglio
musica Angelo Vitaliano
light design Stefano Mazzanti
Un’epidemia di colera si abbatte su Catania e Maria, temporaneamente sciolta dalla clausura del convento, comprende la prodigiosa possibilità di essere libera, mettendo in discussione le convinzioni imposte dalla morale comune e da chi ha deciso il suo destino sostituendosi a lei. In un dialogo intimo e vibrante con il pubblico, l’attrice ripercorre la parabola emotiva che da una incontenibile felicità trascinerà la Capinera nel baratro della follia, liberandosi di volta in volta da una gabbia per ritrovarsi puntualmente in un’altra.
Dai suicidi in carcere alle spose bambine, dagli hikikomori a tutte le più disumane forme di repressione dentro e fuori dai nostri confini geografici più prossimi: tante le voci di alcune testimonianze documentali che insieme alla musica elettronica di Angelo Vitaliano, Nils Frahm e Olafur Arnalds, creano un ponte tra presente, passato e futuro. Maria diventa Elena, Alessandro, Alda: capinere dei nostri tempi che meritano un riscatto.
Lo spettacolo è nato nel 2016 da un atto personale e artistico di ribellione. La prima versione dell’allestimento valse il premio di migliore attrice a Rosy Bonfiglio all’interno del Festival Trenta Tram di Napoli e una nomination per la miglior regia. Il restyling del 2024 presenta una regia rinnovata e fortemente contemporanea. Lo spettacolo, selezionato quest’anno al Fringe Catania Off, è stato visto e apprezzato da operatori italiani e internazionali, aggiudicandosi l’Award di Palco Off e una menzione speciale da parte di Retablo.
Note di regia
“Io sono meno di una donna, io sono una povera monaca, un cuore meschino per tutto ciò che oltrepassa i limiti del chiostro, e l’immensità di quest’orizzonte che le si schiude improvvisamente dinanzi l’acceca…”.
È tra queste righe che mi è apparso magicamente il cuore pulsante di una storia tanto commovente e apparentemente fuori tempo, eppure a mio avviso estremamente attuale, se non addirittura archetipica. Decontestualizzata dalla tematica religiosa e dalla collocazione spazio-temporale verghiane, Maria incarna perfettamente un conflitto da tipica eroina tragica, pagando con la vita il prezzo della dolorosa scoperta del senso critico, inteso come coscienza, sguardo personale sulla realtà. Quale realtà? Quella che “le si schiude improvvisamente dinanzi” non appena, temporaneamente sciolta dalla clausura del convento comprende la prodigiosa possibilità di essere libera: libera di apprezzare le gioie della vita, degli affetti, del creato, libera di fantasticare, sognare, amare, nutrire speranze, desideri, libera di comprendere cosa sia giusto o sbagliato, sgretolando – fino ad abbatterlo irrimediabilmente – un muro opprimente di convinzioni imposte dalla morale comune. Come un piccolo Edipo al femminile, Maria si mette in viaggio, seppur inconsapevolmente, alla ricerca della propria verità, scontrandosi con l’inevitabile dualità dei sentimenti umani e con la difficoltà di appropriarsi di una giovinezza fino a quel momento castrata e mortificata.
“Vorrei essere bella come quello che sento dentro di me”.
Maria riconosce la nobile purezza della “mostruosità” che il mondo le incrimina, ma è drammaticamente imprigionata nella propria irreversibile condizione. Uno sconfinato panorama le si è spalancato alla vista, ma le viene brutalmente negato il diritto di spiccare il volo, cosicché, nell’impossibilità di richiudere le metaforiche imposte di quella finestra, l’inevitabile destino a cui è condannata è l’abisso della follia prima, della morte poi.
Verga ci consegna col suo romanzo un “cofanetto” delle lettere in cui Maria sigillava i propri pensieri, una sorta di “testamento emotivo” che questa messinscena traduce in un eterno ritorno del ricordo nelle parole, un passato che si srotola senza spazio e senza tempo fino a farsi delirio, all’interno di un presente metafisico in cui quanto è avvenuto, come dice La Madre dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, “Avviene ora! Avviene sempre!”
Una piccola Maria nasce continuamente in ognuno di noi, ogni qualvolta intraprendiamo il viaggio verso un nuovo accecamento da cui lasciarci sorprendere, consapevoli che da certe rive della coscienza, dolorosamente ma anche fortunatamente, non si fa ritorno. Rosy Bonfiglio
Durata spettacolo: 75 minuti senza intervallo
ORARI: venerdì ore 20
PREZZI: da 12 a 30 €
INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI uffici: 02.36590120 / 122 | biglietteria 02 45388221 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – www.teatrogerolamo.it
TEATRO GEROLAMO
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