MILANO, TEATRO LITTA:IL FU MATTIA PASCAL – L’UOMO CHE VISSE DUE VOLTE

di Luigi Pirandello

drammaturgia Alberto Oliva, Mino Manni

con Mino Manni,

Marco Balbi, Letizia Bravi, Alessandro Castellucci, Gianna Coletti

scenografia e costumi Maria Paola di Francesco

assistenti alla regia Cristina Garavaglia e Michela Tosi

regia Alberto Oliva

durata dello spettacolo: 90minuti

 

In questo grande romanzo sulla crisi dell’identità, Pirandello mette in campo temi a noi molto cari, su tutti il desiderio di cambiare identità, di avere una seconda possibilità dalla vita, che ci consenta di cancellare tutto il passato e ricominciare da zero una nuova esistenza.

È il sogno di azzerare la memoria e ripartire, più leggeri e liberi dal fardello di quello che è accaduto prima, ma forti di una coscienza di vita, un’esperienza e un vissuto che ci consentano di non commettere più gli stessi errori con le loro tragiche conseguenze.

È anche il gioco dei bambini, quel “facciamo che io ero…” che li proietta in altri mondi, di cui sono creatori e sovrani, un esercizio della fantasia che purtroppo si scontra con la realtà al momento della crescita e toglie la libertà di immaginarsi altrove, magari più felici.

Oggi, nel linguaggio delle nuove tecnologie, si direbbe “resettare il sistema”. Sono proprio le nuove tecnologie ad averci dato l’illusione di poter vivere una vita diversa da quella che stiamo realmente vivendo. Le piattaforme social come Facebook e Instagram sono invase dai cosiddetti “profili fake”, ovvero identità inesistenti dietro cui si celano persone molto diverse dall’immagine virtuale che vogliono dare di se stesse. Il mondo virtuale sembra essere diventata una valvola di sfogo per tante frustrazioni, una “second life” migliore in cui riscattare i fallimenti della vita vera.

Ma la vita vera torna inesorabilmente a bussare alla porta e prima o poi bisogna farci i conti.

Mattia Pascal è un Giocatore nel senso che ogni scelta che compie è un azzardo, dall’amore alla paternità, fino alla fuga da se stesso in un'altra identità, quella di Adriano Meis, che sarà destinata al fallimento. La riflessione sul Doppio e sulla maschera – tipica di Pirandello -   arriva in questo testo al tentativo estremo di Mattia di “suicidare” Adriano, in una girandola esistenziale fatta di esaltazione e perdizione, che si dipana attraverso scene di grande efficacia teatrale condite dal tipico umorismo pirandelliano, capace di andare alle radici delle nevrosi dell’uomo contemporaneo senza perdere il sano e lucido distacco della ragione.

 “L’uomo che visse due volte” potrebbe essere il sottotitolo dello spettacolo, per evidenziare un rimando con il film di Hitchcock, il cui taglio noir è molto affine al nostro immaginario.

 

Il cast, composto da cinque attori, vede Mino Manni nella parte del protagonista e gli altri attori nelle parti dei personaggi della vita di Adriano Meis: Adriano e Anselmo Paleari, Silvia Caporale e Terenzio Papiano. I personaggi della vita di Mattia Pascal sono invece interpretati da sagome, che dialogano tra loro e con gli attori in alcune scene di forte impatto visivo attraverso il codice del teatro delle Ombre, di cui si ringraziano Fabrizio Montecchi e il Teatro GiocoVita per la preziosa consulenza.

 

IL PERCHE’ DELLA SCELTA NEL PERCORSO DELLA COMPAGNIA I DEMONI

 

Con Mattia Pascal i Demoni portano avanti il loro percorso di esplorazione del lato oscuro dell’uomo, del mistero dei sensi e delle pulsioni irrazionali, rileggendo i testi classici con sguardo contemporaneo e una poetica personale sempre più orientata verso un teatro di parola e d’immagine, classico e innovativo insieme, che rispetta i testi nella loro integrità, ma li attraversa con un immaginario forte dal taglio cinematografico. A Pirandello li lega un rapporto particolare, che nasce dal Premio Internazionale Luigi Pirandello vinto da Alberto Oliva nel 2012 come regista emergente, da cui è nato lo spettacolo Enrico IV nel 2013/2014, che ha ottenuto il Premio Delia Cajelli come miglior allestimento pirandelliano. Lavorare su un materiale letterario che va adattato per la scena consente di scegliere un punto di vista personale che li rende in parte autori del testo e avvicina le parole allo spettacolo che vogliono realizzare. Con l’esperienza di cinque adattamenti dai romanzi di Dostoevskij, i Demoni si avvicinano a Pirandello con rispetto e fascino, per dare vita teatrale ai personaggi da lui immaginati.

 

 

Note di regia

 

"Siamo io e l'ombra mia qua sulla Terra e me la sono portata a spasso quest'ombra di qua di là, continuamente". Così l’ormai esausto Adriano Meis racconta la sua vita, descrivendo la sua solitudine e l’evanescenza della sua identità. E continua, guardandosi riflesso su un muro bianco come in uno specchio che gli mostri il suo lato oscuro: “Chi è più ombra di noi due? io o lei? Due ombre! E ciascuno può passarci sopra: schiacciarmi la testa, schiacciarmi il cuore: e io, zitto; l'ombra, zitta. L'ombra d'un morto: ecco la mia vita... Ecco quello che resta di Mattia Pascal, morto alla Stìa: la mia ombra. Ma ha un cuore, quell'ombra, e non può amare; ha una testa, ma è la testa di un'ombra, e non l'ombra d'una testa”.

Partendo da queste battute folgoranti, ho scelto di cavalcare il codice del teatro delle ombre per restituire la vanità del tentativo di Mattia Pascal di costruirsi una nuova vita, approfittando della notizia della sua morte, o presunta tale. Lo spettacolo si apre con una scena di grande impatto visivo, dominata da un grande teatrino delle ombre in cui si rappresenta la prima vita di Mattia Pascal. Finché la sagoma nera del protagonista si libera da questa gabbia grazie a uno squarcio nel fondale bianco e comincia la sua seconda vita, in carne ed ossa.

In scena c’è solo un grande cilindro di seta bianca, capace di catturare le ombre e le luci come una lanterna magica, attraverso cui si possono costruire mondi immaginari e provare a viverci dentro, cullandosi nell’illusione che quella sia la vita vera. Tra lanternini, sedute spiritiche “di poco spirito”, bizzarre teorie filosofiche e strani incontri, Mattia conosce l’amore e cerca di dare concretezza alla sua nuova identità.

 

 

Bio Alberto Oliva

Classe 1984, si laurea in Scienze dei Beni Culturali all’Università Statale di Milano, si diploma alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi nel 2009, realizza diversi spettacoli da regista, fra cui Il venditore di sigari (Teatro Litta, Milano), Le Baccanti di Euripide (Teatro Astra, Torino), La danza della morte e Il Padre di Strindberg (Teatro Out Off, Milano), Il Ventaglio di Goldoni, Il Mercante di Venezia di Shakespeare ed Enrico IV di Pirandello (Contato del Canavese di Ivrea). Nel 2012 vince il Premio Internazionale Luigi Pirandello come regista emergente. Nel settembre 2017 inaugura la Biennale di Venezia sezione Musica con la regia dell'opera Inori di Stockhausen con L'orchestra di Padova e dl Veneto diretta dal Maestro Marco Angius. Cura le regie liriche della stagione del Teatro Verdi di Busseto in collaborazione con l'Accademia Adads di Piacenza. Nella stagione 2016/2017 e 2017/2018 il Teatro Franco Parenti di Milano produce, in collaborazione la compagnia I Demoni, da lui fondata con Mino Manni nel 2011, un progetto di tre spettacoli su Delitto e Castigo di Dostoevskij. 

 

Dal 10 al 20 gennaio 2019

 

INFORMAZIONI

MTM Teatro Litta

Corso Magenta, 24
da martedì a sabato ore 20:30 – domenica 16.30

Biglietti: Intero 25€ – Under26 - 12€ – Over65 - 12€ - Under12 - €10

Spettacolo in abbonamento

Abbonamenti: Arcobaleno – 6al Litta -  UNI 4al Litta – UNI 4al Leonardo – Carta Regalo – CONTENUTI ZERO VARIETA’ - Abbonamenti liberi a partire da €40.

BIGLIETTERIA MTM

02. 86 45 45 45 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 20:00

Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita

vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

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