MILANO, TEATRO LITTA: ANDY WARHOL SUPERSTAR

Prima Nazionale

ideazione e regia Laura Sicignano,

testo Laura Sicignano, Alessandra Vannucci

con Irene Serini

scene e luci Emanuele Conte

video e suono Luca Serra – costumi Daniela De Blasi 

 

durata dello spettacolo: 75minuti

 

Laura Sicignano porta in scena in Prima Nazionale lo spettacolo Andy Warhol Superstar con IRENE SERINI prodotto da Teatro della Tosse / Teatro Cargo.

 

A trent’anni esatti dalla scomparsa del grande artista americano, il Teatro della Tosse in coproduzione con il Teatro Cargo dedica uno spettacolo ad Andy Warhol (Pittsurgh, 1928 – New York, 1987).

 

Con lui si apre l’epoca dell’arte contemporanea, così come la intendiamo oggi. Se nel calendario della musica pop c’è un ante e un post Beatles, l’unico fenomeno culturale e mediatico degli anni Sessanta in grado di rivaleggiare con Warhol, allo stesso modo in quello dell’arte dobbiamo parlare di un “Before Andy” e di un “After Andy”.

 

Soprattutto, Andy Warhol è stato capace di intuire e anticipare i profondi cambiamenti che la società contemporanea avrebbe attraversato a partire dall’era pop, da quando cioè l’opera d’arte comincia a relazionarsi quotidianamente con la società dei massmedia, delle merci e del consumo. Nella Factory, a New York, non solo si producevano dipinti e serigrafie: si cambiava la storia del costume, si faceva cinema, musica rock, editoria, si attraversavano nuovi linguaggi in una costante ricerca d’avanguardia.  

 

Lo spettacolo indaga la biografia intima di Andy a confronto con quella pubblica: la sua curiosità per tutto ciò che era trasgressivo ed estremo e la sua fede cattolica, il rapporto con la madre, con gli USA, con i soldi e il potere, con il sesso e la castità. La sua vita è una fiaba sinistra in cui un bambino povero è trasformato in un principe delle tenebre che soccombe alla solitudine e alla tristezza, in mezzo ad una folla stravagante di cortigiani pazzi.

Oppure Andy fu uno straordinario self made man capace di costruirsi un’immagine pubblica in grado di vendere milioni di dollari?  Alcuni critici hanno detto che sono il nulla in persona e questo non ha aiutato per niente il mio senso dell'esistenza. Poi mi sono reso conto che la stessa esistenza non è nulla, e mi sono sentito meglio.   Being good in business in the mostfascinatingkind of art.

 

Alcuni critici hanno detto che sono il nulla in persona e questo non ha aiutato per niente il mio senso dell'esistenza. Poi mi sono reso conto che la stessa esistenza non è nulla, e mi sono sentito meglio.
Being good in business is the most fascinating kind of art.
Making money is art and working in art and good business is the best art.

Andy Warhol

NOTEDI REGIA

ANDY WARHOLSUPERSTAR

vita, opere e immortalità di un mostro americano

 

Iniziamo dalla morte. AW, dopo una vita eccezionale, morì per una banale malattia a 58 anni. Alla sua morte lasciò 612 time capsules, ovvero 612 scatole di cartone sigillate con la disposizione che fossero aperte 30 anni dopo. Aveva iniziato a confezionare queste scatole poco dopo aver subito un attentato quasi mortale da parte della femminista lesbica Valerie Solanas, che gli sparò al petto in nome del proprio manifesto per l'eliminazione del maschio. Andy sopravvisse all'attentato.

 

Le scatole contenevano oggetti della sua quotidianità, un percorso misterioso della memoria, un diario di cose inutili, in un ossessivo accumulo di oggetti senza graduatoria. Come lo erano gli oggetti da lui ritratti, appartenenti per lo più alla sua infanzia piccolo borghese, di bambino malaticcio e iperprotetto da una madre stravagante, arrivata dal paesino di Mikova, dal secolo precedente, dalla Storia, per rincorrere il sogno americano. Il legame con le sue radici slave viene reciso drasticamente da AW che aderì in pieno al costume USA, diventandone un esponente emblematico. 

 

Consumo, denaro, trasgressione, moda, morte sono le linee che attraversano il nostro spettacolo.

"Tutto ciò che faccio ha a che vedere con la morte".

Dopo un esordio come grafico pubblicitario, la sua opera diviene ben presto popolare. Ma ciò che fa di Andrew Warola Andy Warhol è la costruzione della sua personale icona: se stesso come opera d'arte. A partire dalla trasformazione del suo aspetto di ragazzo brufoloso e calvo in una maschera iconica inconfondibile. 

 

"Quella stravagante checca proletaria tutta pelle ed ossa con la sua parrucca d’argento". 

Facevano parte di lui ed erano al tempo stesso sue opere le "Superstar", ovvero i personaggi spesso votati all'autodistruzione, che popolavano le pazze feste alla Factory: Edie, la fragile ereditiera anoressica, morta suicida nell'indifferenza dell'adorato Andy. Freddi Herdko, gettatosi dalla finestra durante una sua performance. Brigid, l'amica di sempre, che lo perseguitava con ossessive telefonate di inutili ciance, per entrambi un modo per riempire il vuoto dell'affollata solitudine delle loro vite. Gerard Malanga, il fedele amante e assistente, che gli regalò idee e aiuto, senza chiedere nulla.

 

Nico, la teutonica venere, glaciale icona dei Velvet Underground, da lui scoperti e prodotti, in un intreccio tra droga, glamour, sadomasochismo, sperimentazione artistica. 

Queste e altre comparse popolano lo spettacolo, come palloncini d'argento destinati all'effimero. 

"In futuro ciascuno sarà famoso per quindici minuti".

Nessuno interpreta nessuno. L'attrice si immerge in un ludico anti-racconto, dove la musica elettronica, creata a partire dalla sua stessa voce, dai rumori di scena e da un'unica canzone (SundayMorning dei Velvet Underground) dialoga con la recitazione; lo spazio scenico viene smontato in forme e colori come un'opera d'arte contemporanea e infine distrutto; il video e le luci citano, senza riprodurlo, il mondo di AW, creando fluttuanti, lisergiche atmosfere. Tutto si impasta, rimanda, gioca, crea cortocircuiti di senso, non rappresenta mai.

 

Al tempo stesso, nulla di quel che viene detto è falso o inventato: davvero una signora sparò ai quadri di AW e lui li ribattezzò, per rivenderli a prezzo maggiorato. Davvero Valerie Solanas sparò a AW. Davvero sua madre disse. "Io sono Andy Warhol". Eccetera. E' tutto vero. Ma cosa è vero?

"E senza dubbio il nostro tempo preferisce l’immagine alla cosa, la copia all’originale, la rappresentazione alla realtà, l’apparenza all’essere".

 

Negli Anni Sessanta AW, con ironico nichilismo, tratta del rapporto tra arte e mercato, della società dello spettacolo, precorre il protagonismo a tutti i costi, la supremazia dell'immagine, la colonizzazione culturale dell'Impero Americano e la sua decadenza. 

"Fare tanti soldi è la miglior forma d’arte". 

Gioca con leggerezza e intelligenza con l'arte come prodotto commerciale e ripetibile in serie e con l'idea che la rappresentazione del reale si confonda con la realtà. 

AW fa esplodere l'Io, il Senso, il Senso dell'Arte in milioni di frammenti, display luminosi, schermi televisivi, Polaroid e lustrini.

 

Questo spettacolo non vuole, non può, rappresentare AW o la sua opera, ma si ispira liberamente ad entrambi in forma non narrativa, ma libera, non logica, ma analogica, come una serie di quadri di un'esposizione POP. Le scene sono titolate come alcune sue opere. Si procede in disordine poetico. Dalla morte alla madre, anch'essa chiusa in una scatola time capsule.

 

AW nello spettacolo è infantile e violento, amorale più che immorale, un buffone e un genio. Per noi non muore, ma si rende immortale e iconico, self made man, prototipo americano riproducibile all'infinito, che ascende in apoteosi, ma senza Grazia. Superstar, ma come Jesus Christ, quello del musical, avendo gettato via il Sacro e la profondità.

"Non c'è niente da dire su di me. Non sto dicendo niente in questo momento. Se volete sapere tutto su Andy Warhol, vi basta guardare la superficie: dei miei quadri, dei miei film e della mia persona. Dietro non c'è niente". 

 

Bio IRENESERINI

Nata a Trieste il 10 ottobre del 1975 h 17.43, bilancia ascendente ariete, luna in capricorno, venere in vergine, marte in gemelli, mercurio in bilancia…Chi s’intende di segni zodiacali ha già capito di avere a che fare con una specie di Anti-Cristo.

Fosse per me la finirei qui con le presentazioni (poche cose sono aberranti quanto chi smercia se stesso).
Ma dato che il capitalismo è sfrenato e che il marketing tiranneggia su tutto, continuo…più goffamente possibile:

 

TEATRO

Mi diplomai alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta ai da Luca Ronconi, così facendo diventai attrice agli occhi dei burocrati.Ronconi mi svelò segreti indispensabili ad affrontare il complicato viaggio su palco.

Quello a cui resto più affezionata è il principio del divertimento.O come direbbero altri, della gioia.

Tale principio afferma che puoi diplomarti o laurearti nella scuola più prestigiosa del secolo, puoi essere tecnicamente preparato come nessuno, puoi esprimere tutta la tua intelligenza nel rapporto col testo, ma se non ti diverti sei morto.

Si tratta ovviamente di un divertimento nient’affatto effimero.

Phoenix di Marina Cveataeva, e Infinities di John D. Barrow sono i due spettacoli in cui venni diretta da Ronconi.

Nel 2002 vinsi il Premio Hystrio alla vocazione.

Nel 2003 incontrai Serena Sinigaglia e la compagnia ATIR.Furono anni magici, fatti di prove nei garage senza riscaldamento, e tournée lunghissime sui camioncini a basso costo. Anni in cui attraversando l’Italia in lungo e in largo, educavamo noi stessi all’ascolto più attento, lo stesso che ci veniva richiesto su palco.In quegli anni indimenticabili, non mi sono sentita sola, mai.C’è da esserne riconoscenti.

 

Lear- Ovvero tutto su mio padre; 1968 di Serena Sinigaglia e Paola Ponti; Come un Cammello in una grondaia (lettere dei condannati a morte della resistenza europea); Troiane di Euripide; Donne in Parlamento di Aristofane; e molti altri…gli spettacoli in cui venni diretta dalla Sinigaglia.

 

Poi feci un incontro con una città: Genova.Dal 2003 ogni volta che il destino mi concede di tornarci son felice.
Proprio lì incontrai il primo che mi mandò a ‘fanculo per come recitavo: si trattava ovviamente di Tonino Conte (a cui devo grandi lezioni sugli opposti che si uniscono).Poi ci fu Donne in Guerra, uno spettacolo che divenne evento cittadino, ripreso anni e anni e anni, all’infinito.E molte altre imprese…

 

Le 110 donne di Ser Giovanni Boccaccio è lo spettacolo in cui mi ha diretto Tonino Conte. Donne in Guerra è uno spettacolo diretto da Laura Sicignano. L’ultima fatica genovese vede uniti il Teatro della Tosse e il Teatro Cargo in Andy Warhol Superstar monologo diretto sempre da Laura Sicignano.

 

L’incontro più avvincente delle ultime stagioni è con Filippo Renda e gli IdiotSavant. Filippo ha 14 anni meno di me, e dal momento che è dotato d’intelligenza soprannaturale, è in grado di rivoluzionare ogni legge anagrafica vigente, ma anche di riconfermarla a suo piacere. Lavorare insieme a lui e agli IdiotSavant mi ha fatto mettere in dialogo con una generazione diversa dalla mia, così ho scoperto l’estremo valore di una possibilità, quella di imparare da chi è più giovane di me.

Possibilità in cui credo con ardore.

Notturno-La ragione al sonno tratto da La casa del Sonno di Jonathan Coe; Il Marito Smarrito liberamente tratto da George Dandin di Molière; Il Mercante di Venezia di Shakespeare questi gli spettacoli in cui sono stata diretta da Filippo Renda.

 

Bene.
Sarebbe ora di finirla!
In verità però, si tratta solo della classica punta dell’iceberg.
Non solo perché a 42 anni suonati sarebbero un sacco gli spettacoli da elencare e che invece ho lasciato perdere, ma anche e soprattutto, perché non sono un’attrice che lavora solo se scritturata.

Sono una persona che ad un dato momento ha scelto di essere anche ideatrice, autrice, produttrice dei suoi lavori.

La considero la mia parte più succulenta.

Al mio attivo ho:

– 2 monologhi (Moana Porno Revolution e Abracadabra – incantesimi di Mario Mieli)

– La fondazione della compagnia Atopos insieme a MarcelaSerli e Davide Tolu, e l’ideazione del suo primo spettacolo Variabili Umane (vincitore del premio tuttoteatro.com Dante Cappelletti 2011).

– La creazione insieme a Nicola Alberto Orofino di un blog: ItalianSelfie che si è fatto spettacolo teatrale dal titolo Italiani Veri.

 

CINEMA

Diverso da chi? di Umberto Carteni Riccioni.
La Duecentenaria di Cecilia Irene Missaggia.
Appunti per la distruzione di Simone Scalfidi.
La crudeltà dell’angelo di Gianluca Chierici.

 

SCRITTURA

Nel 2005 viene pubblicato: Racconti in bilico Ed. Acquaviva. 
Nel 2013 il libro diventa un monologo: BILICO, con Carmen Panarello, regia di Nicola Alberto Orofino. 
Sempre nel 2013 ScrimmEdizioni pubblica Caleidoscopic*.
Nel novembre 2014 nasce ItalianSelfie : incomprensibile blog sugli italiani, curato da me e Nicola Alberto Orofino, da cui abbiamo tratto lo spettacolo Italiani Veri.
Vi rimando comunque alle pagine dedicate per maggior dettagli.

Molte sarebbero ancora le cose da scrivere, gli incontri fatti e che considero fondamentali, ma quest’articolo sarà già considerato prolisso da chiunque, perché mai insistere confermando il conformabile?

 

INFORMAZIONI

MTM Teatro Litta

Corso Magenta, 24
da martedì a sabato ore 20:30 – domenica 16.30

Biglietti: Intero 25€ – Under26 - 16€ – Over65 - 12€ - Under12 - €10

Spettacolo in abbonamento

Abbonamenti: Arcobaleno – 6al Litta -  UNI 4al Litta – UNI 4al Leonardo – Carta Regalo – CONTENUTI ZERO VARIETA’ - Abbonamenti liberi a partire da €40.

BIGLIETTERIA MTM

02. 86 45 45 45 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Prenotazioni e prevendita da lunedì a sabato dalle 15:00 alle 20:00

Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita

vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

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