Un’inaugurazione di stagione magica e in grande stile quella del Sistina che punta sul suo prodotto per eccellenza, il musical: Mary Poppins, titolo ufficiale della Disney, prodotto dalla WEC World Entertainment Company, arriva per la prima volta a Roma e dopo l’apertura di stagione avrà una lunga tenitura fino alla Befana sulla scia di note mitiche, come Un poco di zucchero o Supercalifragilistichespiralidoso.
“Siamo alla settima stagione con la mia direzione artistica e il nuovo cartellone si apre con una produzione molto importante che segna la continuità con il mio progetto – sottolinea Massimo Romeo Piparo – Mary Poppins è uno spettacolo molto importante e segno di risalita del musical italiano. Abbiamo sempre vissuto il musical come una sorta di esportazione americana, ma invece dobbiamo riscoprire la nostra artigianalità”.
Magia, colore, coreografie coinvolgenti di Gillian Bruce, celeberrime canzoni, emozioni e divertimento in un musical semplicemente spettacolare in lingua italiana, con 32 attori e ballerini in scena con una grande orchestra dal vivo(13 elementi diretti da Andrea Calandrini) che ha debuttato a Milano al Teatro Nazionale CheBanca! E che non ha nulla da invidiare al grande musical di Broadway.
Giulia Fabbri raccoglie l’eredità di Julie Andrews e diventa Mary Poppins, Alessandro Aprise èGeorge Banks, Davide Sammartano è Bert con due camei di lusso nel musical e la presenza di Donatella Pandimiglio nel ruolo della vecchietta dei piccioni e Simona Patitucci che interpreta Mrs. Corry (riunite insieme dopo I sette re di Roma con Gigi Proiettiproprio al Sistina), un personaggio che “esiste nei libri, ma non nei film e per cui abbiamo trovato una nuova chiave di lettura per lei – spiega l’attrice – Nonostante sia un cameo, resta un personaggio che viene amato dal pubblico”.
Mary Poppins – Il musical è uno spettacolo che nasce da lontano, nel 2005, per volontà di due produttori, Thomas Schumacher della Disney, e Cameron Mackintosh (fra i produttori di successi come Cats e Il fantasma dell’Opera) autori dei maggiori musical degli ultimi anni: naturale che Mary Poppins sia nata come una produzione in grande stile, abilmente studiata a tavolino.
Per il libretto viene chiamato un fuoriclasse premio Oscar come Julien Fellowes (premio Oscar per la sceneggiatura Gosford Park di Altman, ma anche padre di Downton Abbey) che si è ispirato anche agli altri romanzi della Travers; vengono riprese le uniche originali e vengono arricchite con altre musiche originali di Richard M. Sherman e Robert B. Sherman con nuovi brani e testi aggiunti per la trasposizione teatrale dai compositori George Stiles e Anthony Dreweper creare un perfetto mix fra il film della Disney del 1964 e i libri di Pamela Lyndon Travers.
“La chiave è stato quella di guardare il film Saving Mr.Banks: è il gran bisogno di amore di cui tutti abbiamo bisogno che va ad accomunare tutti i personaggi – spiega il giovane regista Federico Bellone, una passione per il teatro che arriva ai diritti italiani Mary Poppins in seguito al successo di un altro musical Disney da lui diretto, Newsies – perché esiste un conflitto concreto in tutti i personaggi: tutti cercano di avere e di dare amore. Mary Poppins in realtà arriva per salvare il padre, non i bambini e tutto lascia capire che la cosa più importante nella vita è che la famiglia. Quando c’è la famiglia, c’è tutto”.
La magia di Mary Poppins, fra voli sui tetti della città e spazzacamini riesce a coinvolgere il pubblico di ogni età e di ogni generazione anche se la lussuosa versione italiana di questo musical sembra addirittura voler andare oltre le apparenze, concentrandosi meglio sui personaggi.
“Non possiamo stravolgere nulla nel testo o nella partitura – sottolinea il regista – ma abbiamo approfondito moltissimo i livelli di lettura del libro cercando di farli cogliere al pubblico. Leggere il testo in modo più approfondito consente di poter mettere in evidenza tutti gli aspetti psicologici più reconditi della storia – prosegue il regista – Quello che vediamo come livello di fantasia in realtà è quello che vediamo attraverso gli occhi e i ricordi dei bambini che immaginano degli elementi magici”.
Se da un punto vista estetico e visivo,la scena viene trasformata in un grande acquerello che prende vita per tutta la durata della storia, i personaggi restano l’elemento più importante.
“Conosco a memoria il film: era il film preferito di mia nonna. L’ho visto tantissime volte, sono una cultrice e lo conosco alla perfezione. Non si può prescindere dal film perché qui in Italia è molto più conosciuto rispetto ai romanzi – spiega Giulia Fabbri/Mary Poppins – I creativi hanno mantenuto moltissime cose dei romanzi nell’allestimento, noi attori dobbiamo confrontarsi con le interpretazioni originali del film. Non c’è molto di imitare delle interpretazioni iconiche, ma dobbiamo trovare la giusta misura fra loro e noi. Inoltre abbiamo a disposizione tantissimi elementi ricchi e nuovi rispetto al film e abbiamo molto materiale a disposizione”.
“Non credo che ci sarà un sequel di questo musical” chiosa il regista. Ma il successo di Mary Poppins il musical anche a Roma intanto sembra scritto e annunciato.
“Arriviamo a Roma dopo sette mesi di programmazione a Milano, forti dell’abbraccio di 200mila spettatori. Le emozioni sono parte di questo spettacolo – spiega il produttore della WEC – Abbiamo cercato di dare un segnale mettendo in mostra le nostre capacità di fare e non solo di emulare gli altri. Roma è una città difficile, bellissima, ma complicata, ma abbiamo avuto dei segnali molto forti: sembra che la gente ci stia aspettando con un grande abbraccio”.
In scena dal 17 ottobre,dal giovedì al sabato ore 20,30, sabato e domenica ore 16. Prezzi da 35 a 55 euro, disponibili pacchetti famiglia, info su www.ilsistina.it.