Corte d’Onore di Palazzo Sormani
Corso di Porta Vittoria 6
Giovedì̀ 1 luglio ore 19,00
ORCHESTRA MAMU ENSEMBLE
IL CARNEVALE DEGLI ANIMALI
Pianisti: Emanuele Delucchi, Alberto Chines
Nell'ambito del centenario della morte di CamilleSaint-Saëns (1835-1921), l'associazione MaMu Cultura Musicale - APS organizza una rassegna di eventi musicali dedicata al compositore francese.
Tra gli appuntamenti, il concerto in programma presso la Corte d'Onore della Sormani per il cartellone del Teatro Menotti che inaugura la rassegna con una delle opere più̀ celebri del repertorio: Il carnevale degli animali nella sua versione originale e altre composizioni per due pianoforti.
Sarà presente sulla scena il musicologo GiuseppeClericettiche introdurrà l’opera e il compositore.
Il tono brioso e umoristico del Carnevale intende coinvolgere un pubblico quanto più vasto ed eterogeneo possibile, con particolare attenzione ai più piccoli, cui la composizione è dedicata dallo stesso Saint-Saëns.
PROGRAMMA
- Da 6 Duetti Op.8 per pianoforte e harmonium*: N. 4 Capriccio, N. 5 Scherzo, N. 6 Finale (20’)
- Il Carnevale degli animali (25’)
MAMU ENSEMBLE
MaMu Ensemble è l'orchestra da camera nata nel settembre 2017 internamente all’attività dell'associazione MaMu Cultura Musicale. I musicisti hanno avuto occasione di collaborare con interpreti solisti di rilievo internazionale sia nell'ambito della direzione che in quello della prassi esecutiva. Il gruppo, coordinato da Silvia Bertolino, violino di spalla dell’ensemble, è composto da circa 15 strumentisti ad arco. Ove richiesto dal repertorio, l'organico si arricchisce di fiati, percussioni e della componente vocale: un Coro composto da circa venti elementi, la cui preparazione e direzione è curata da Nicola Kitharatzis.
EMANUELE DELUCCHI
Intraprende lo studio del pianoforte diplomandosi a soli 16 anni. In qualità di solista suona in Italia e all’estero, oltre a comporre e insegnare. È il primo italiano ad aver eseguito il Concerto per piano solo di Alkan e sua è la prima esecuzione in tempi moderni dell’op. 856 di Czerny. Nel febbraio 2020 gli viene conferito il Premio “Arrigo Boito” per la sua attività artistica.
ALBERTO CHINES
Pianista palermitano, a 15 anni ha debutta presso il Teatro Massimo e nel 2011 vince il primo premio al Concorso Pianistico Internazionale “Palma d’Oro”. È stato vincitore del Sony Classical Talent Scout di Madesimo e del secondo premio all’Euregio Piano Award.
Giovedì 1 luglio 21.30
Produzione Carrozzeria Orfeo
LE CANAGLIE
DOG DAYS
Illustrazioni e animazioni Federico Bassi e Giacomo Trivellini
Musiche Massimiliano Setti
Notte fonda, un carcere di massima sicurezza, una grande fuga. Tre dobermann in tuta arancione, tre furfanti, tre maledette canaglie che stanno scontando l’ergastolo in una lurida cella, riescono finalmente ad evadere e si dileguano nel buio. Si lasciano alle spalle l’assordante rumore delle sirene e le urla infuriate della polizia che tenta in ogni modo di braccarli. La loro unica ragione di vita, l’ossessione che da anni li perseguita, è quella di ritrovare il Panda, il testimone chiave della loro cattura, lo “schifoso infame” che li ha traditi rovinandogli l’esistenza.
La performance unisce illustrazione dal vivo, musica e animazioni.
Degli esecutori d’eccezione – Massimiliano Setti, Federico Bassi e Giacomo Trivellini - sono i protagonisti di questo divertissement in cui i performer sono tre doberman che indossano maschere dalle sembianze “canine”.
Massimiliano compone e “assembla” dal vivo musica indie-elettronica. Poco più in là, Federico e Giacomo, disegnano a ritmo di musica, mentre una telecamera riprende il tutto e un proiettore riproduce su uno schermo le illustrazioni che via via si compongono.
Questi disegni comporranno una storia, svelata pian piano durante la performance e impreziosita da diverse animazioni che andranno a raccontarci “le canagliate” di questa scorrettissima gang.
Il live set sperimenta le possibilità offerte dalla mescolanza di tecniche tradizionali e tecnologie digitali: unisce il disegno dal vivo e l’animazione, blocchetti di legno e croma key, gessetti ed iPad.
Il tutto viene shakerato da un mixer video che sovrappone ciò che potrebbe sembrare statico (un disegno creato dal vivo) ai movimenti dei video animati, che a loro volta si intrecciano con i passaggi narrativi.
Animazione digitale, stop motion, video game, cartoni animati vintage si fondono e contaminano per raccontare le avventure delle Canaglie in chiavi diverse, ma (quasi) sempre ironiche.
Le Canaglie nascono nel 2013 a Mantova all’interno della compagnia teatrale Carrozzeria Orfeo, dall’incontro di tra Massimiliano Setti (regista, attore e compositore), Federico Bassi e Giacomo Trivellini (illustratori che si occupano della realizzazione delle locandine per la Compagnia). Realizzano una prima performance dal titolo Nontazzardareche permette al collettivo di circuitare, grazie alla sua trasversalità, all’interno di locali, festival, teatri ed eventi, realizzando oltre 50 repliche. Nel 2019, col sostegno produttivo di Carrozzeria Orfeo, debuttano con Dog Days, all’interno del Festival FATTICULT.
MAX - Massimiliano Setti
Si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine. Nel 2007 fonda con Gabriele Di Luca e Luisa Supino Carrozzeria Orfeo, di cui è regista, interprete e autore delle musiche. Ha realizzato la colonna sonora di “Thanks!”, il film tratto dallo spettacolo Thanks for Vaselina. Sotto lo pseudonimo AllAbout Max ha realizzato, nel 2006 e 2007, due EP di musica indietronica strumentale. Ha composto brani per documentari e spot televisivi.
WALTER - Federico Bassi
Illustratore, si diploma all’Istituto d’Arte Giulio Romano di Mantova. Espone in numerose mostre personali e collettive. È più volte tra i vincitori al “Premio Italia per le Arti Visive” e al “Premio di Pittura” del Comune di Sarezzo (BS). Nel 2012 realizza i personaggi “Ominetti”. Nel 2014 crea il personaggio “Bustaffino” per l’azienda Bustaffa. Nel 2016 crea il personaggio “Dottorso” per l’Ospedale C. Poma di Mantova. Nel 2017, in collaborazione con Studio Hathi, crea il logo per la 111ma edizione della Fiera Mipel di Milano e ne cura parte dell’allestimento scenografico.
JACK- Giacomo Trivellini
Artista, illustratore, disegnatore. Vive e lavora a Verona. Dopo la formazione presso l’ISIA di Urbino, comincia il suo percorso artistico collaborando in vari settori della comunicazione; teatro, grafica e video-animazione sono i campi in cui sviluppa il suo linguaggio. Espone in vari contesti e luoghi (Bologna, Mantova, Verona, Pesaro). L’immaginario è variegato (creature, paesaggi, oggetti assurdi), così come le tecniche utilizzate (dal tradizionale al digitale).
Venerdì 2 luglio ore 19.30
Produzione Teatro del Simposio e A3 Apulia Project
TEATRO DEL SIMPOSIO
STORIA DI UN IMPIEGATO
Da Fabrizio De Andrè
Arrangiamenti originali a cura di Walter e Fabio Bagnato degli A3 Apulia Project
Drammaturgia di Antonello Antinolfi
Regia di Francesco Leschiera
Con Francesco Leschiera, Fabio Bagnato (chitarre e voce), Walter Bagnato (pianoforte, fisarmonica, voce), Guido Bistolfi (basso elettrico), Umberto Gillio (batteria)
Scene e costumi di Paola Ghianoe Francesco Leschiera
Assistente alla regia Alessandro Macchi
“Storia di un impiegato” è un concept album del 1973, un disco che potrebbe essere un romanzo, un’opera teatrale, un film. Fabrizio De André tratteggia in quest’album la storia di una ribellione sognata, tentata, fallita e, infine, paradossalmente riuscita. È la rivolta di un impiegato, simbolo della mediocrità della società borghese degli anni ’70, anni in cui, alla violenza degli estremismi terroristici, lo spirito rivoluzionario del ’68 andava perlopiù sopravvivendo in azioni anarchiche, individualiste e sempre irrimediabilmente sterili.
Molte di quelle tematiche, rilette oggi, rimangono inalterate: la ricerca di un senso di appartenenza, la solitudine, il senso di sconforto. L’impiegato di oggi, che possiamo rileggere come “uomo comune” è immerso nella stessa impossibilità a creare una vera relazione con la società che lo circonda e che lo porti a sviluppare quel senso di appartenenza collettivo.
Sulla base di questo parallelismo lo spettacolo si svolge da un lato riproponendo le poetiche dell’album, riarrangiato e suonato dal vivo, e dall’altro mediante la messa in scena di un protagonista, l’impiegato-persona di oggi, che attraverso un linguaggio contemporaneo mette in luce le i conflitti e le tematiche tutt’ora presenti.
Questo spettacolo, non è semplicemente la riproposizione musicale dell’album, ma in chiave più teatrale è una rilettura e un confronto, attraverso le parole dell’uomo di oggi, di quel mondo evocato, a distanza di tanti anni. Un mondo contemporaneo in cui “le piccole guerre quotidiane si vincono e si perdono nel più assoluto silenzio”
“…..per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti….” Fabrizio De André
Note di Regia
Questo progetto vuole unire il linguaggio del teatro e quello della musica per indagare in modo approfondito tematiche “universali” sull’uomo e la realtà che lo circonda.
Tale necessità si è concretizzata nella scelta di lavorare sull’album di Fabrizio De André “Storia di un impiegato “ed analizzare il parallelismo tra le tematiche espresse, frutto della storia degli anni 70, e gli irrisolti di un uomo contemporaneo incarnato nella figura dell’impiegato.
Il lavoro consiste nell’arrangiamento delle canzoni dell’album e in una elaborazione drammaturgica originale che consenta di attualizzare le tematiche trasmesse dal cantautore.
La regia assembla questi due linguaggi attraverso un processo di unione e dal confronto dell’universo poetico evocato da De André e quello reale dell’uomo di oggi, rappresentato dal protagonista, costruisce un’unica materia in cui la musica e le parole possano tratteggiare non la storia di un personaggio, ma la storia di uomo identificato all’interno delle incertezze e delle gabbie sociali contemporanee.
Con questo progetto il Teatro del Simposio e il gruppo musicale A3 Apulia Project rinnovano ulteriormente la loro collaborazione, già maturata attraverso precedenti lavori che hanno visto la partecipazione di Walter Bagnato, fondatore, con suo fratello Fabio, del gruppo musicale, nel ruolo di attore/musicista in produzioni del Teatro del Simposio e con Francesco Leschiera impegnato nella realizzazione dell’ultimo videoclip degli A3 Apulia Project, in qualità di regista.
Teatro del Simposio
Gruppo milanese di sperimentazione che lavora su molteplici forme teatrali, nato da comuni esperienze formative e professionali elaborate nel corso degli anni.
L’incontro di Francesco Leschiera, Alessandro Macchi e Antonello Antinolfi avviene innanzitutto su un aspetto contenutistico, che ha creato un filo conduttore nelle produzioni del gruppo: l’esigenza di raccontare l'identità dell'uomo, psiche e materia, delle sfaccettature che gli appartengono in modo universale ma che inevitabilmente si legano alla concretezza della vita ed al vissuto individuale.
Il lavoro si sviluppa dal testo, individuando ed evidenziando la tematica che si vuole affrontare e il messaggio da comunicare. Da questa impronta nasce la costruzione dei personaggi che parte dall’ elaborazione delle fisicità e vocalità. Spesso lo spunto viene da opere d’arte, in particolare i quadri di Francis Bacon, ma anche dalla gente comune, entrambi, seppur molto diversi, sono fonte di interpretazione e rielaborazioni importanti. Attraverso l’improvvisazione, sul corpo e sulla parola, che si fondono gradualmente nel lavoro in sala prove, si raggiunge la messinscena finale.
Il fine è quello di trasmettere al pubblico non un messaggio univoco, ma uno spunto di riflessione sul mondo e sull'uomo che lo vive, lo sperimenta e lo agisce.
La compagnia si fonda nel 2012 e lavora fin da subito con i teatro milanesi, Teatro Linguaggi Creativi, Spazio Avirex Tertulliano, Teatro Libero, Teatro Verdi, Teatro Litta dove nel 2014 viene selezionata per una residenza di due anni.
Il gruppo, oramai al quinto anno di attività, si è esibito in varie località d’ Italia (Roma, Napoli, Brescia ecc.) riscuotendo un buon riscontro da parte di pubblico e critica
Sabato 3 luglio ore 18,00
PAOLO ROVERSI
LA MILANO DELLA MALA
Con Paolo Roversi
Una conferenza. Un viaggio nella malavita degli anni 60 - 70 di Milano, dalla rapina di via Osoppo al solista del mitra Luciano Lutring, dalla banda Cavallero al clan dei Marsigliesi, da Renato Vallanzasca a Francis Turatello.
Le storie saranno tratte dai due romanzi “Milano Criminale” e “Solo il tempo di morireentrambi” editi da Marsilio.
Paolo Roversi è scrittore, giornalista, sceneggiatore e podcaster.
Vive a Milano. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore di soggetti per serie televisive. I suoi romanzi sono tradotti in otto lingue e dai suoi libri sono stati tratti spettacoli teatrali e cortometraggi.
Con il romanzo La mano sinistra del diavolo (Marsilio) ha vinto il Camaiore di letteratura gialla 2007.
Con il romanzo Solo il tempo di morire (Marsilio) ha vinto il Premio Selezione Bancarella 2015 e il Premio Garfagnana in Giallo 2015.Con il romanzo Pyschokiller(Sem) ha vinto il Premio Scerbanenco 2020 dei lettori.
Ingresso gratuito
Sabato 3 luglio ore 19,30
Produzione Teatro della Cooperativa
Teatro della Cooperativa
MIA MAMMA È UNA MARCHESA
Di e con Ippolita Baldini
Collaborazione alla drammaturgia Emanuele Aldrovandi
Collaborazione alla regia Camilla Brison
Collaborazione artistica Roberto Rustioni
Costumi Elisabetta Falck e Rosa Mariotti
“Non so come fare a mantenerti” diceva sdraiata a bordo piscina.
“Mi toccherà vendere un quadro. Venderò la Madonna con la pappa!”
Roberta è legata alle abitudini della famiglia ma vorrebbe liberarsene, ama il proprio lavoro d’attrice ma non le basta, vorrebbe andare via ma quando è via non si sente a casa, si innamora ma non è veramente innamorata, è in bilico fra chi è e chi vorrebbe essere, ma non sa di preciso né una cosa né l’altra.
Con ritmo incalzante e tantissima ironia Ippolita Baldini,alias Roberta, ci parla delle sue origini aristocratiche, di come sia sfuggita alle regole ferree che le imponevano una laurea, la ricerca di un impiego in un ufficio del centro e poi il matrimonio con l’uomo giusto, che avrebbe significato, ça va sans dire, fine delle ambizioni lavorative e dei bei bimbi a cui dedicarsi.
Sullo stile del vecchio varietà all’italiana, una storia privata sul desiderio di realizzazione personale: una riflessione che riguarda tutti, perché l’insicurezza non fa distinzioni sociali.
Domenica 4 luglio ore 19.30
ORCHESTRA A PLETTRO CITTÀ DI MILANO
MILANO NEGLI OCCHI, NAPOLI NEL CUORE
Serata dedicata alla Grande Musica Napoletana
L’Orchestra a plettro Città di Milano si è costituita nel 1960 in seguito alla fusione di due vecchie e valorose orchestre milanesi: l’Accademia Mandolinistica di Milano ed il Circolo Mandolinistico Rinaldi, eredi di formazioni musicali che dalla fine del 1800 tenevano alta la tradizione mandolinistica milanese.
L’ Orchestra ha superato il 50° anno di attività!
Il filo conduttore in tutti questi anni è sempre il più sincero e passionale amore per gli strumenti a plettro e la buona musica.
L’ Orchestra eseguirà brani strumentali e brani con cantanti solisti della Compagnia del Bel Canto. Dalla “Tarantella” di R. Calace a “Torna a Sorrento” di De Curtis, “Funicoli Funiculà” di Denza arrivando al celeberrimo “O sole mio” di Di Capua.
Serata magica dalle forti emozioni, assolutamente da non perdere.
Lunedì 5 luglio ore 19,30
FARNETO TEATRO
L’INFINITA SPERANZA DI UN RITORNO
Recital
Vita e poesia di Antonia Pozzi
Drammaturgia di Elisabetta Vergani
Con Elisabetta Vergani
Al pianoforte Filippo Fanò
Musiche di Filippo Fanò
Un percorso teatrale di memorie e suggestioni dedicato alla vicenda umana e poetica di Antonia Pozzi, che si propone di interrogare con rispetto il mistero della sua breve esistenza, ma soprattutto di restituire con i mezzi del teatro il suo amore per le cose vive e per la poesia.
Un’ attrice ed un musicista si affacciano sul materiale poetico e sui diari, le lettere, le fotografie e gli oggetti della sua vita: non vi è nulla in scena che non sia appartenuto ad Antonia Pozzi.
Ne nasce un percorso teatrale di assunzione ed attraversamento cronologico di una straordinaria vicenda umana e poetica, che viene messa a confronto con la propria epoca.
Se per Antonia Pozzi poesia e fotografia costituivano le due facce di una stessa ricerca e verità, l’interazione scenica tra la parola poetica e le immagini proiettate cerca di restituire le tappe di un diario dell’anima.
Antonia Pozzi poetessa milanese
Quello di Antonia Pozzi è uno dei casi letterari più rilevanti degli ultimi decenni. La giovane poetessa milanese, nata a Milano il 13 febbraio 1912 e morta suicida a 26 anni senza aver mai pubblicato una sola poesia, è oggi ormai unanimemente riconosciuta una delle voci più alte della poesia lombarda ed italiana del ‘900. Ma la sua opera è solo recentemente uscita da un cono d’ombra grazie all’attenzione nel dopoguerra di Montale, Barile, Parronchi, poi con la progressiva pubblicazione degli inediti.
A tutt’oggi, anche se molte sono state le pubblicazioni, non può ancora dirsi con certezza che tutto ciò che abbia scritto Antonia Pozzi sia stato pubblicato. Di Antonia Pozzi, nonostante la brevissima vita, si conoscono più di trecento composizioni e duemila ottocento immagini fotografiche, ormai oggetto di interesse nella loro autonomia.
Figlia unica di una famiglia dell’alta borghesia milanese discendente da Tommaso Grossi, era colta, sportiva, viaggiatrice, ma il suo breve tragitto esistenziale muoveva oltre l’emancipazione e l’agio, verso l’accettazione dell’esser poeta. Ciò per lei significava la ricerca di una vera libertà che le consentisse di esprimere il suo autentico sentire di donna e il grande amore per il mondo, che la portarono ad approdare alla scoperta di un’attenzione solidale verso le nascenti periferie milanesi. Nella sua esperienza umana convissero l’immenso amore per la natura e la montagna e il difficile rapporto col mondo maschile ed intellettuale della propria epoca.
Venne profondamente segnata dalle tormentate vicende affettive con Antonio Maria Cervi, il suo professore di greco al Liceo Manzoni, con Remo Cantoni e Dino Formaggio e dalle profonde amicizie con Vittorio Sereni e i Treves.
Nell’ambito della vita culturale milanese degli anni Trenta era inserita nell’ambiente dell’Università Statale che faceva riferimento al professor Antonio Banfi, uno dei più innovatori filosofi dell’epoca; e in quel contesto espresse, purtroppo non capita né valorizzata, un proprio originale pensiero.
La sua poesia “vissuta tutta dal di dentro” è testimonianza di una identità femminile straordinariamente attuale. La sua vita “irrimediabile” per la tragedia esistenziale e “imperdonabile” in quanto eccentrica rispetto al proprio tempo, senza legami con saperi costituiti o ideologie, ha fatto sì che il novecento a lungo l’abbia destinata al catalogo delle rimozioni.
Martedì̀ 6 luglio ore 19,30
Produzione Sanpapié in collaborazione con Caffeine - Incontri con la danza
SANPAPIÉ
24 VOLTE AL SECONDO
Coreografia e regia Lara Guidetti
Montaggio musicale Marcello Gori
Con gli attori Saverio Bari, Cecilia Vecchio
Con i danzatori Fabrizio Calanna, Sofia Casprini, Matteo Sacco, Lara Viscuso, Luis Fernando Colombo
Musiche di Ennio Morricone, Nino Rota
Partiamo dall’innovazione che due grandi compositori italiani hanno apportato nella relazione tra musica e immagine: Nino Rota ed Ennio Morricone, che hanno stretto la loro musica ad alcune tra le piùbelle pellicole d’autore della storia del cinema, rendendo la musica mezzo espressivo “funzionale” al racconto cinematografico in grado di svelare il carattere dei personaggi, illustrare ambienti e atmosfere, rappresentare il legame tra i vari accadimenti (spesso non esplicitato dalle immagini) e in tal modo produrre emozioni.
24 volte al secondo è uno spettacolo che offre al pubblico la sensazione di trovarsi immerso in una scena o alle prese con personaggi noti che, grazie alla danza e al teatro, si concedono in una nuova prospettiva poetica.
Spettacolo selezionato nell’ambito di Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo – Edizione 2020
BIO COMPAGNIA SANPAPIÉ
Pluralità di linguaggi, tensione a contaminazione e apertura di relazioni nuove sono tratti identitari di Sanpapié (fondata nel 2008). La centralità del corpo, motore di senso oltre che di movimento, è origine d’un percorso multidisciplinare che porta la compagnia a traghettare i principi del Tanz-Teather nel nostro mondo ipertecnologico attraverso spettacoli in cui l'ironia convive con i grandi temi esistenziali e antropologici, la musica elettronica dialoga con le forme musicali del passato e il corpo attraversa spazi simbolici in cui l'archetipo convive con il quotidiano. Risultato è una poetica in cui la fusione dei vari elementi (coreografia, musica, drammaturgia, video) produce universi di segni che hanno al centro il corpo nella sua pienezza e ricchezza delle sue stratificazioni.
Mercoledì 7 luglio ore 19,30
SCUOLA DI MUSICA CLUSTER
MUSIC&LIFE
Il concerto ricalca il travolgente stile dei Live, di Cluster - una delle scuole musicali più frequentate a livello nazionale: Pop, Rock & Gospel con il susseguirsi di Band e Cori formati dagli allievi dei corsi avanzati della scuola. Da Steve Wonder a Tina Turner, da Jamiroquai a D’Angelo, l’intera serata sarà all’insegna dello spirito Cluster: Music&Life!
Giovedì 8 luglio ore 19,30
Produzione Culturale Blu
NINO FORMICOLA
ANGELO FAUSTO COPPI
L’eroe nato contadino
Di e con Sabina Maria Negri
Regia di Lorenzo Loris
Musica, arrangiata ed eseguita da Simone Spreafico e Luca Garlaschelli
Cantante Patrizia Rossi
Con la collaborazione di Gabriele Moroni
La pièce teatrale Angelo Fausto Coppi. L’eroe nato contadino liberamente tratta da Solitudine di un campione (ed. Mursia) e Non ho tradito, racconta il mito sportivo e la vita dell’uomo, fondendoli in una confessione dalla cadenza drammatica, che prende il via dal processo per adulterio. In scena lui, Fausto Coppi (Nino Formicola), che ricorda e ancora soffre e gioisce, e la Dama Bianca (Sabina Maria Negri), figura silenziosa che a un certo punto si trasforma nel pubblico ministero. Scorrono dunque, nella mente e nella memoria del “campionissimo”, i giorni della gloria e quelli dell’infamia, i volti degli avversari e dei famigliari, i moti di passione e gli abissi dell’abbattimento, i momenti e i personaggi che hanno segnato la sua esistenza e anche la storia italiana.
Fra ansie, tormenti, rimorsi, orgoglio, nostalgia, Coppi ripercorre la sua vita “con” e “per” gli spettatori: è un’anima che si svela, è un destino che si compie fino all’ultima tragedia. Su tutto, la consapevolezza che la fama è un peso difficile da sopportare, un segno divino che, assieme alla benedizione, porta con sé la pena.
A ricreare l’atmosfera di quegli anni contribuisce anche la musica, arrangiata ed eseguita da Simone Spreafico e Luca Garlaschelli, con il supporto della splendida voce della cantante Patrizia Rossi, potentemente evocativa, suscitando commozione e allegria e completando il ritratto di un uomo – e di un’epoca – indimenticabili Coppi, però, come tutti i miti sportivi e non, è stato “anche” un uomo.
E la sua vicenda umana non fu meno significativa, drammatica e appassionante di quella sportiva. Il riscatto sociale e il passaggio rapidissimo dall’oscurità all’enorme popolarità; la guerra e la prigionia in un campo di concentramento, in Tunisia; la terribile tragedia della morte di Serse, fratello e gregario; un grande, tormentato amore, quello con Giulia Occhini, la donna per cui Coppi lasciò la moglie e la figlia, andando incontro a un clamoroso processo per adulterio e a un periodo di ostracismo sociale addirittura feroce nell’Italia bigotta di quei tempi; la fine precoce e assurda: sono le tappe di una vita non comune, in cui trovano posto le più grandi soddisfazioni e le più grandi amarezze, la vita di un predestinato nella felicità e nel dolore.
BIGLIETTERIA
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Tel: 0282873611
Teatro Menotti
Via Ciro Menotti 11
Ore 15 – 18 dal lunedì al sabato
Palazzo Sormani
Corso di Porta Vittoria 6
Ore 18,30 – 19,30 tutti i giorni
PREZZI
Intero - 20€
Ridotto over 65 / under 14 / residenti Municipio 3 – 15€
Acquisti online
Con carta di credito su www.teatromenotti.org