«La Bora, il vento gelido proveniente dal nord Europa che prende velocità incontrando l’aria calda del mare Adriatico – dichiara il Direttore Artistico Renato Sarti– è stata una delle mie prime compagne di vita a Trieste: invisibile, fastidiosa, allegra, che spazza le nuvole in pochi secondi, svelando un cielo che più terso non si può, oppure le fa incombere minacciose. Ben presto ho imparato che andare contro vento è qualcosa di estremamente particolare. Fortifica, dà grandi soddisfazioni ma, parafrasando la Canzone del maggio di De André: “non si può fermare il vento” (figurarsi i 20). Ci si può inchinare in avanti a settanta gradi, accostarsi ai muri per evitare le folate più forti, ma poi non resta che arrendersi e, se si vola a terra, non rimane che armarsi di santa pazienza e riprendere il cammino… ControVenti significa questo: trovare sempre stimoli nuovi e raccontare, grazie anche ai tanti amici e colleghi che ospitiamo, le vicende che ci assillano e/o divertono di quel misterioso, meraviglioso e a volte terribile viaggio che è la vitaccia nostra, che altro non è che un effimero alito di vento rispetto alla storia del pianeta Terra, ormai sull’orlo del collasso a causa dell’ingordigia del più pericoloso dei suoi predatori: l’Homo sapiens.
Questa pandemia ha messo tutti alla prova e oggi ci sentiamo più spersi, più vulnerabili, ma speriamo serva da lezione (anche se personalmente non sono molto ottimista) per cambiare direzione rispetto al consumismo sfrenato, allo spreco, alle vergognose disparità fra il mondo ricco e quello povero. Buon viaggio e buone avventure: noi siamo pronti, come sempre, a salpare al vostro fianco!»
24 titoli, 17 tra produzioni e coproduzioni, 11 riprese, 6spettacoli ospiti, di cui 2 per la prima volta a Milano e 4 prime per più di 150 alzate di sipario: una stagione variegata, caratterizzata da un fitto calendario, in cui le tematiche dell’attualità e la storia della collettività vengono tratte sia da un punto di vista drammatico e tragico che con ironia e sarcasmo, servendosi dell’ausilio dello sberleffo.
VAIRUS - la spada di Damocle, in prima nazionale dal 6 al 31 ottobre, accenderà i riflettori sul palco del Teatro della Cooperativa. Lo spettacolo, firmato da Renato Sarti, nasce con un intento provocatorio, nella speranza che tutti si diano una regolata rispetto alla folle corsa che porta alla devastazione del pianeta.A dividersi la scena Renato Sarti e il coronavirus, a cui non solo è costretto a dar voce, ma che grottescamente lo incalza riservandogli una pesante strigliata. Dal 17 al 28 novembre torna Massimiliano Loizzi con il suo nuovo spettacolo La Bestia-indagine sui fascismi al di sopra di ogni sospetto che pone mille domande e cerca di trovare qualche risposta. Un’indagine in bilico fra satira e poesia sui vecchi e nuovi fascismi del Belpaese e i loro derivati, sull’uso della menzogna e della manipolazione della verità come strumento di potere. Una tragicomica apologia dell’antifascismo. Sospetti (S.U.S.), dal 30 novembre al 5 dicembre, prodotto dal Teatro Filodrammatici e diretto da Bruno Fornasari, si propone di indagare il mondo intorno a noi e, partendo dal
lavoro del drammaturgo inglese BarrieKeeffe,esplora con lucidità e sarcasmo il potere come forma di abuso. Dal 9 al 19 dicembre in prima nazionaleAquile Randagie, conAlex Cendron diretto da Massimiliano Cividati, racconta la storia dell’impegno di un gruppo di scout durante la Resistenza. Si prosegue con due spettacoli comici per la prima volta a Milano:dal 12 al 23 gennaio, Memorie di una Ciciona, interpretato da Simonetta Guarinoper la regia diMarco Taddei e prodotto dalla Compagnia NIM, vede in scena una Ciciona (con una sola “C”, perché le doppie sono faticose) in persona e le sue memorie; Non è Francesca-storie di ordinaria contraddizione, dall’8 al 13 febbraio, il monologo interpretato da Francesca Puglisi, scritto in collaborazione con Laura Pozone e Riccardo Piferi, rivela le confessioni e contraddizioni di Francesca, donna contemporanea alla prese con la Società Instagram, formata da individui eternamente connessi, sempre perfetti e mascherati. Dal 3 all’8 maggio ritornaNessun miracolo a Milano, scritto da Renato Gabrielli, interrotto dal secondo lockdown lo scorso ottobre. Lo spettacolo vede Massimiliano Spezianinel doppio ruolo di attore e regista raccontare una favola malinconica e lucida, nata durante il primo lockdown, che vuole portare in scena il problematico e doloroso passaggio di testimone da una generazione, che ancora credeva nel potere trasformativo della fantasia, dello spettacolo, dell’arte, ad una che riesce solo ad averne nostalgia.Dal 17 maggio al 12 giugno, una nuova produzione del Teatro della Cooperativa: il surreale atto unico di Israel Horovitz, dai fortissimi echi beckettiani, Line, per la regia di Renato Sarti con Valerio Bongiorno, Francesco Meola, Rossana Mola e Fabio Zulli.Una scena nuda, una linea. Cinque personaggi in fila per non si sa bene quale evento, non è specificato e in realtànemmeno importante. Ciò che conta è essere i primi della fila. Non per merito, non per efficienza, non per qualifiche: semplicemente precedere gli altri. Un testo sulla competitività, cifra e piaga della civiltà occidentalecinquant’anni fa, quando il testo è stato scritto, come oggi. Uno spettacolo che vuole anche essere un omaggio ad un grande drammaturgo recentemente scomparso. Chiude il sipario sulla nuova stagione del teatro di Via Hermada, dal 14 al 19 giugno,Va’ Gina-tutto quello che serve per essere una Gina modernascritto, diretto e interpretato da Luisa Bigiarini e Federica D’Angelocon lasupervisione artistica diWalter Leonardi. Due donne, due attrici, due comiche percorrono tutti i temi considerati femminili: la manutenzione del proprio corpo come atto d'amore verso loro stesse, il miglior comportamento da tenere al primo appuntamento, l’innominabile ciclo mestruale e l’approccio al sesso.
CONTROVENTI
Dal 2002 si sono avvicendate rappresentazioni interpretate da grandi protagonisti della scena, da GiuliaLazzarini a MaddalenaCrippa, da PaoloBonacelli a ElioDeCapitani, da PaoloRossi a Laura Curino, da BeboStorti a Debora Villa, solo per citarne alcuni, diretti dall’anima del teatro, RenatoSarti. Tutti spettacoli caratterizzati da una forte connotazione votata all’impegno civile e alla memoria.
In occasione dei 20 anni del Teatro della Cooperativa proponiamo una vetrina di 8 spettacoli, tra quelli più rappresentativi del suo spirito.
Dopo il grande successo di pubblico torna a grande richiesta, dal 3 al 14 novembre, Coppia aperta, quasi spalancata, di DarioFo e Franca Rame, diretto da Renato Sarti, con Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno. La commedia, tra dialoghi serrati, situazioni paradossali e colpi di scena tragicomici, esplora le dinamiche sentimentali di coppia. Uno spettacolo che denuncia l’arretratezza emotiva, culturale e affettiva di certi uomini “sempre arrazzati” e pronti ad alzar la voce e le mani. Si prosegue con La Gabbia (figlia di notaio) di Stefano Massiniin scena al Teatro Filodrammaticiper Fuori Niguardadal 15 al 20 febbraio; dal 22 al 27 febbraio Uora vo cunto-ovvero il Re topo fa alla guerra, diretto da Renato Sartie scritto da Mico Pugliares, che ne è anche interprete. Untentativo di mescolare elementi della tradizione siciliana, i “cunti” e i canti, con elementi della Commedia dell’Arte, con riferimento particolare a Beppe Nappa, unico “zanni” di origine siciliana; dal 9 al 20 marzo neLa molto tragica storia di Piramo e Tisbe che muoiono per amore la sgangherata banda di attori del Bardo si trasforma in una multietnica e comicissima filodrammatica tutta al femminile guidata dal terribile “El Cumenda”: un classico di Shakespeare, tratto dal Sogno di una notte di mezza estate, attualizzato e contestualizzato ai giorni nostri.Dal 25 al 27 marzo il pluripremiato Muri - prima e dopo Basaglia interpretato da una delle più grandi Signore della scena, Giulia Lazzarini. Scritto da Renato Sarti in base alle testimonianze di alcune infermiere, e su tutte quella di Mariuccia Giacomini, racconta della vita in manicomio prima e dopo la rivoluzione voluta da Franco Basaglia. E ancora Mai Morti, con Bebo Storti, dall’1 al 10 aprile e Nome di battaglia Lia dal 20 al 24 aprile, entrambi caratterizzati da un forte legame con la Storia e la Memoria. Bartleby lo scrivano, tratto dall’omonimo romanzo di Herman Melvillee prodotto conTeatro Invito, ben rappresenta lo spirito di cooperazione che da sempre contraddistingue il Teatro della Cooperativa. In scena dal 26 al 30 aprile, lo spettacolo narra la vicenda di un giovane che si rifiuta di svolgere le mansioni lavorative che il suo principale gli affida, finendo a poco a poco col rifiutarsi di fare alcunché.
EVENTI SPECIALI
Andrea Pennacchi, in una veste diversa da quella che il grande pubblico conosce grazie al programma televisivo di La7 Propaganda Live, proporrà dal 28 al 30 gennaio Mio padre-appunti sulla guerra civile, un testo in cui racconta con toccante ironia il suo tentativo di ricostruire, a ritroso, l’esperienza vissuta da suo padre, internato giovanissimo in un lager nazista. Marco Rampoldi porterà in scena l’1 e il 2 febbraio il suo nuovo progetto Oltre il Lager - uomini giusti di un tempo sbagliato per dare voce alle testimonianze di coloro che riuscirono a resistere nei campi di concentramento. Uomini e donne, che, con il loro coraggio, tentavano con ogni forza di salvarsi e di spingere con il proprio esempio i compagni di sventura a non lasciarsi andare.
Nella tradizione del Teatro della Cooperativa, che da sempre riconosce la forza e la capacità della risata di far riflettere, tra i protagonisti della rassegna ci saranno anche comici capaci di affrontare temi importanti, questioni delicate e di far luce sul nostro passato: Cabaret - l’arte ribelle vedrà Flavio Oreglio, legato profondamente a Renato Sarti e al Teatro della Cooperativa, protagonista di 3 appuntamenti (9 gennaio, 6 febbraio, 6 marzo).Nel racconto, intrecciato a letture e canzoni, della storia del Cabaret dalla sua nascita a Parigi nel 1881 fino all’esplosione del fenomeno in Italia negli anni Sessanta. Miles Gloriosus-ovvero morire d’uranio impoverito, il 12 e il 13 aprile, scritto, interpretato e diretto da Antonello Taurino, in cui s’intrecciano due storie: un dramma dimenticato dalla cronaca e una ferocissima ironia che sconfina nel sarcasmo. Infine dopo anni di assenza, Maurizio Milani sceglie il Teatro della Cooperativa per tornare in scena; sarà sul palco di via Hermada dal 13 al 15 maggio con un suo nuovo “delirio” teatrale. Dallo Zelig ai programmi televisividiRai3 Che tempo che fa e Su la Testa a Propaganda Livedi La7, i suoi monologhi sono sempre caratterizzati da un’ironia caustica al vetriolo, che, pur rappresentando la realtà in tono surreale, ne offre una lucida quanto dissacrante interpretazione.
Tornano, non ultimi, i burattini di Renato Sarti nelle Avventure di Arlecchino e Brighella, dal bosco dei Giganti alla corte di Alì Bubù, passando per mille luoghi incantati(appuntamenti mensili in via di definizione a partire dal 23 ottobre).In baracca due giovani attori di Niguarda, Lorenzo Falchi e Gabriele Vollaro.
FUORI NIGUARDA
Di questa rassegna fanno parte le produzioni del Teatro della Cooperativa che varcano i confini del Quartiere Niguarda per essere ospiti su altri palcoscenici milanesi e confermano le collaborazioni del teatro con altre realtà della città.
Da Naufraghi senza volto, Raffaello Cortina Editore, Premio Galileo 2019, scritto dall’antropologa forense Cristina Cattaneo, una lettura teatrale per raccontare il dramma dei naufragi nel Mediterraneo dal punto di vista di chi lavora per restituire, attraverso le analisi autoptiche, identità e dignità ai profughi morti in mare. Il 29 novembre sul prestigioso palco del Piccolo Teatro StrehlerAngela Finocchiaro, una delle grandi interpreti del panorama teatrale italiano, e Renato Sarti daranno vita al reading prodotto dal Teatro della Cooperativa in collaborazione con AGIDI.
La Gabbia (figlia di notaio),scritto nel 2005 da Stefano Massini, con inserti drammaturgici di Renato Sarti, che firma anche la regia e la scenografia, sarà ospitato dal Teatro Filodrammatici dal 15 al 20 febbraio. Finalista Premio Ubu 2006 come Migliore novità italiana (o ricerca drammaturgica) è un dialogo ad altissima tensione e racconta il difficile rapporto tra due donne, una madre, scrittrice di successo, e una figlia ex-brigatista in prigione, interpretate da Federica Fabiani e Vincenza Pastore. A poco a poco si troveranno possibili incroci di strade, anche se diverse. Lo spettacolo fa parte anche della rassegna ControVenti, che celebra i 20 anni del Teatro della Cooperativa.
Anche dopo vent’anni di attività non sarebbe possibile portare avanti il lavoro e gli obbiettivi del Teatro senza il prezioso sostegno della Società Cooperativa Abitare e senza le preziose relazioni create e coltivate nel tempo con realtà culturali e non (ANED, ANPI, IstitutoParri, CGIL, CasadellaMemoria), con altri teatri (sia sul territorio cittadino che nazionale) ma soprattutto con le persone: il nostro pubblico, che finalmente potremo accogliere nuovamente nella nostra sala di via Hermada!