MILANO, TEATRO OSCAR: DI LUPI, SCIMMIE, UOMINI E ALTRI ANIMALI. A MILANO UNA “PERSONALE” SUL TEATRO DI LUIGI D'ELIA E FRANCESCO NICCOLINI

Quattro spettacoli in quattro giorni, da giovedì 7 a domenica 10 aprile al Teatro Oscar: un’occasione unica per scoprire e approfondire la poetica dell'attore, autore e scenografo Luigi D’Elia e del drammaturgo e regista Francesco Niccolini, coppia artistica da più di dieci anni con all’attivo oltre mille repliche e tournée fino a Santiago del Cile. Hanno portato sulla scena la stagione d’oro di Jack London, l’amore senza paura di Don Milani, naufragi, foreste e storie selvagge. Soprattutto storie selvagge.

 

Nel 2009, a partire dal piccolo monologo Storia d'amore e di alberi, i due autori hanno cominciato a tracciare insieme un itinerario artistico di notevole pregnanza che nel tempo è diventato un tratto distintivo per raccontare la Natura, le sue leggi, i suoi incanti, dando vita a narrazioni tra le più premiate del teatro ragazzi d’Italia e a racconti per adulti portati al pubblico con tenerezza, rabbia, umanità. E’ un teatro delle “cose naturali e umane del Mondo” quello dei due autori, che siano lontane storie dal Congo o vicinissime storie di gente in fuga oltre il mare.

Si parte giovedì 7 Aprile alle ore 20.30 con Tarzan, ragazzo selvaggio, produzione Teatri di Bari e INTI con il sostegno di Giallo Mare Minimal Teatro Empoli, storia un bambino rimasto orfano nella foresta del Congo e cresciuto volando da un albero all’altro come le scimmie. Il testo, firmato da D'Elia e Niccolini, è liberamente ispirato a Tarzan of the Apes di Edgar Rice Burroughs, primo romanzo dell’infinita saga di Tarzan (scritto poco prima dello scoppio della Grande Guerra) che si mescola alla scrittura scolpita nel legno dei due autori, ma anche a Il Ragazzo selvaggio di Truffaut, Cuore di Tenebra di Conrad e la Londra povera e disperata descritta da Jack London nel suo Popolo dell’Abisso. Un lavoro essenziale e volutamente scarno dove tutto è affidato alla narrazione, al corpo, alla voce, alla relazione organica con il pubblico. Uno spettacolo sui regni viventi, animale, vegetale e su un ragazzo che li attraversa senza sapere nulla della sua storia personale. Ma è soprattutto uno spettacolo sulla ricerca di una terra, un corpo, un’identità dove essere.

Il progetto, nato durante la più importante crisi sanitaria e ambientale del nostro tempo, travalica lo spazio del teatro, come già successo altre volte nella ricerca di INTI (in passato lo spettacolo Storia d’amore e alberi è stato generatore di due boschi reali nati in collaborazione con le comunità locali) sostenendo Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni, e la sua campagna per un nuovo modello di conservazione, efficace e rispettoso dei popoli indigeni, contro la conservazione coloniale che ruba la terra ai popoli nativi che la custodiscono e la abitano da sempre

 

Si continua venerdì 8 aprile alle ore 20.30 con Cammelli a Barbiana, una produzione Thalassia – Teatri Abitati con la collaborazione della Fondazione Don Lorenzo Milani e del festival Montagne Racconta, storia di un ragazzo ricco, sorridente e pure bello, in lotta con la scuola e la sua famiglia che, sotto le bombe del '43, lascia la sua comoda vita per farsi prete, senza immaginare che da lì a una decina d’anni sarà esiliato in mezzo ai boschi dell'Appennino toscano. Lì darà vita al miracolo della Scuola di Barbiana, diventando il maestro più rivoluzionario del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani. Un racconto a mani nude, senza costumi e senza scena, duro, amaro, ma allo stesso tempo intessuto di tenerezza per quel miracolo irripetibile che è stato Barbiana, e con tutta la sorpresa negli occhi di quei ragazzi dimenticati che, un giorno, videro un cammello volare sulle loro teste.

 

Da non perdere sabato 9 aprile alle ore 20.30 Non abbiate paura, Grand Hotel Albania, un racconto per non dimenticare quello che accadde nel marzo 1991 quando,  nell’arco di tre giorni, ventimila cittadini albanesi in fuga dal loro paese, affamati, in cerca di libertà e di una vita nuova sbarcarono a Brindisi. Ad accoglierli c’era una città povera di ottantamila abitanti, schiacciata dalla disoccupazione e dall’illegalità e uno stato assente e cinico. Poteva succedere di tutto, sarebbe bastata una scintilla.

Nell’orazione civile di Francesco Niccolini, la cronaca di quei giorni si fonde con lo sguardo e i ricordi di Luigi D’Elia, nato e cresciuto a Brindisi, formatosi come artista e attivista tra gli interstizi della natura ancora intoccata della sua città e l’ennesimo tradimento di questa come tante terre periferiche. Quella dello sbarco del marzo ‘91- si legge nelle note di regia - è una storia pugliese senza nessuna redenzione dall’alto. Senza l’intervento salvifico del potere centrale né di alcuna bandiera. È soltanto la storia di un naufragio umano di ventimila corpi che poteva essere la scintilla di un’apocalisse. E non lo è stato. Viceversa si è tramutata in una delle pagine di dignità e umanità che più vale la pena di ricordare, in questo mondo disinfettato e cattivo che siamo riusciti a tirarci addosso. Oggi più che mai.

 

Questa immersione nel teatro di D’Elia/Niccolini si chiude domenica 10 aprile alle ore 16.30 con Zanna bianca, di Niccolini, liberamente ispirato da ai romanzi e alla vita avventurosa di Jack London. Un lavoro, Premio Eolo 2019 come Miglior spettacolo, che ha gli occhi di un lupo, da quando cucciolo per la prima volta scopre il mondo fuori dalla tana a quando fa esperienza della vita, della morte, della notte, dell’uomo, fino all’incontro più strano e misterioso: un ululato sconosciuto, nella notte. E da lì non si torna più indietro. Un racconto che morde, a volte corre veloce sulla neve, altre volte si raccoglie intorno al fuoco. Un omaggio selvaggio e passionale che arriva dopo dieci anni di racconto della natura, a Jack London, ai lupi, al Grande Nord e all’antica e ancestrale infanzia del mondo.

 

 

Francesco Niccolini nato ad Arezzo il primo giugno 1965, si è laureato in Storia dello Spettacolo all'Università di Firenze. Attraverso il suo lavoro di drammaturgo, vigila sul malessere dell'umanità. Da molti anni lavora, studia e scrive con Marco Paolini e insieme a lui ha realizzato Il Milione, Appunti Foresti, Parlamento chimico, Storie di plastica, la versione televisiva del Vajont, i racconti del Teatro civico di Report per RAI3, insieme ad Andrea Purgatori, ITIS Galileo e – proprio allo Stabile di Bolzano, Il calzolaio di Ulisse.

Negli ultimi anni ha stretto sodalizi artistici speciali con alcuni attori, compagnie e registi che ne stanno caratterizzando il lavoro: Arca Azzurra, Emanuele Gamba, Tonio De Nitto,

 

Alessio Boni, Giuseppe Miale e gli attori del NEST, ma soprattutto con Luigi D'Elia, con il

quale da undici anni ha intrapreso un costante progetto di teatro e natura selvaggia che li

ha portati ormai quasi a mille repliche dei loro spettacoli e a tournée fino a Santiago del

Cile. Ha scritto testi e spettacoli per Simone Cristicchi, Banda Osiris, Alessandro Benvenuti,

Anna Bonaiuto, Giuseppe Cederna, Angela Finocchiaro, Arnoldo Foà, Sandro Lombardi,

Vetrano e Randisi. Pubblica per Mondadori, Einaudi, BeccoGiallo, Carthusia e CuePress.

http://www.francesconiccolini.it/

 

Luigi D’Elia. Autore, attore, scenografo nato a Brindisi. Ha portato in scena la stagione d’oro di Jack London, l’amore senza paura di Don Milani, lupi, naufragi, foreste e storie selvagge.

Soprattutto storie selvagge. Si è formato in natura prima in progetti di conservazione e narrazione dei luoghi poi tra diversi teatri e la Riserva Naturale di Torre Guaceto, in Puglia. Da questo luogo e da questa esperienza sono nati incontri e altre formazioni sempre in simbiosi tra teatro, arti visive e

cura dei luoghi naturali. Dalla sua ricerca sono nati spettacoli, eventi di attraversamento

poetico dei luoghi, progetti d’arte pubblica, festival, pubblicazioni, progetti di forestazione

partecipata. Da oltre dieci anni collabora stabilmente con Francesco Niccolini. Insieme hanno vinto il Premio Eolo con “La Grande Foresta” (Migliore novità 2013) e “Zanna Bianca” (Migliore

spettacolo 2019) e per tre volte il Festival Festebà di Ferrara (2011, 2013, 2019). Il libro

illustrato “Aspettando il vento” (Becco Giallo 2014) tratto dall’omonimo spettacolo è stato

finalista al Premio Andersen di Letteratura per l’Infanzia. Hanno raccontato in Italia,

Svizzera, Spagna, Cile, in italiano e in spagnolo.

Nel 2016 hanno realizzato la narrazione per un pubblico adulto “Cammelli a Barbiana”,

sull’esperienza della scuola di Barbiana di Don Milani e lo spettacolo è stato trasmesso in

diretta nazionale su Radio Rai 3. Nel 2019 Cuepress ha pubblicato “Della natura selvaggia-

Il Teatro nel bosco di Luigi D’Elia e Francesco Niccolini”, un’antologia a più mani dedicata

alla ricerca sul racconto della natura dei due autori.

La nuova compagnia che sviluppa la sua ricerca si chiama INTI e porta il nome del Dio del

Sole delle popolazioni Inca. L’ultima produzione è stata lo spettacolo per un pubblico

adulti “Preludi all’amore, paesi, sogni, stagioni”, un ritratto neorealista e magico della

gente delle campagne del Salento, insieme al gruppo musicale Bevano Est. Lo spettacolo è

pubblicato come CD audio nel 2020 con il titolo “Cinque racconti di fine estate”.

 

https://www.luigidelia.it/

 

 

INFORMAZIONI

deSidera Teatro Oscar  

Via Lattanzio 58/A, Milano            

www.oscar-desidera.it       

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  – 334 8541004       

BIGLIETTERIA  

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Abbonamento speciale Luigi D’Elia

4 spettacoli 60 euro

Biglietto intero 18 euro

Biglietto ridotto 15/10 euro

BIGLIETTERIA ONLINE: Vivaticket.it      

BIGLIETTERIA DEL TEATRO: apre da 1 ora prima l’inizio dello spettacolo

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