Il teatro dell’Elfo presenta due lavori di Carolina Cametti: dal 26 ottobre al 5 novembre il monologo onirico Bluemaxe, dal 9 al 19 novembre, arriva sul palcoscenico della sala Baush Burnskin creato insieme a Claudia Salvatore.
26 ottobre>5 novembre | sala Bausch
Bluemax
di e con Carolina Cametti
luci Giacomo MarettelliPriorelli
suono Gianfranco Turco
scene Roberta Monopoli
produzione Teatro dell’Elfo
prima nazionale
Dopo il successo di Bob Rapsodhy,Carolina Cametti torna in scena all’Elfo Puccini con un nuovo spettacolo di produzione, Bluemax, un monologo ‘onirico e maledettamente terreno che unisce il sogno alla realtà’.Con la forza della sua voce e del suo corpo dà vita a un altro personaggio commovente e travolgente, un ragazzo dai capelli blu, un ragazzo che si è perso, ma non sa né dove né quando. Vuole fuggire, ma rimane incastrato. È sospeso, eterno, instabile, leggero, etereo.
Bluemaxè solitudine, è sviscerare l’animo e il tormento di un ragazzo che si è perso, ma non ricorda ne dove ne quando.
Un ragazzo di provincia che vive in una casa che ha la doccia fuori ‘sotto le stelle’.
Un ragazzo solo, che nella sua leggerezza e sospensione dal mondo vive nel suo vuoto cosmico.
Non riesce ad amare, non riesce a calibrare la sua depressione. Suona la chitarra e si rifugia in un letto senza lenzuola.
Beve, vomita, mangia pochissimo, fuma, si annienta per dimenticare.
È un muratore.
È tormentato, insoddisfatto. Vuole fuggire e rimane perennemente incastrato.
Sogna, solo lì trova la sua dimensione di fuga.
Vive in una casa fatiscente.
È amato, ma lui non ama, non eiacula, non dorme.
Galleggia e si appende alla giornata, vorrebbe il tutto e acchiappa il niente.
Sogna la città, vuole fuggire, aspira alle luci della metropoli dove poter realizzare i suoi sogni.
Si appende ad un destino, ci si affida fiducioso. Ha paura di cambiare.
È sospeso, eterno, instabile, leggero, etereo. Ha i capelli blue.
Bluemax è speranza e una fine. È onirico e maledettamente terreno.
È uno shot di incubi e tormento.
Una linea che congiunge la terra ed il cielo, il sogno e la fottuta realtà.
Carolina Cametti
9 novembre > 19 novembre | sala Bausch
Burn skin
di e con Carolina Cametti e Claudia Salvatore
luci Giacomo MarettelliPriorelli
suono Daniele Gennaretti
produzione Teatro dell’Elfo
Arriva sul palcoscenico dell’Elfo, dopo il debutto milanese a Campo Teatrale nel novembre ’22, l’ultimo lavoro di Carolina Cametti, creato in duo con Claudia Salvatore.
Siamo grandi abbastanza, adulte abbastanza, indipendenti abbastanza, o non lo saremo mai abbastanza? La madre genera la figlia, lo stesso sangue, eppure la pelle ha scritta addosso un’altra storia, dichiara la propria autonomia, una direzione diversa, pretende di non essere un prolungamento, un’estensione, un possesso per diritto di nascita, la pelle scotta.
Una scena ibrida, ventre materno, culla, stanza privata, appartamenti confinanti, fino ad un altrove, un fuori che trascina con sé un conflitto eterno irrisolvibile. Madri che non sanno lasciare andare, per un’inconsapevole paura della separazione dal proprio ‘feto’, un amore soffocante, o un amore assente; in ogni caso un amore difficile, impacciato, maldestro.
Figlie che si dibattono tra la dipendenza e l’autodeterminazione, tra il rifiuto e il bisogno intrinseco di accettazione. Una vita che per natura si oppone, si ribella all’interferenza, ma nello stesso tempo cerca costantemente di ottenere approvazione. Un legame tanto solido quanto pericoloso, che rischia di segnare le altre relazioni con un cedimento, una fuga o una dipendenza affettiva tormentata. Due mondi a contatto che cercano di amarsi, oltre il ricatto, oltre il senso di colpa dati da questa sospensione emotiva. Una madre, una figlia, due femminilità, due donne, due generazioni a confronto. Una ricerca continua di un equilibrio, di una comprensione, di un dialogo.
DALLA RASSEGNA STAMPA
Carolina Cametti e Claudia Salvatore sono le interpreti e le autrici di Burn Skin, la prima ha una voce bassa, ruvida e sorprendente, una maschera che le permette la deformità all’occorrenza, la seconda, dal piglio vocale argentino non manca di puntualità e ironia. Quando si parla di urgenza a teatro: ecco. C’è una sincerità evidente in questo lavoro, c’è un’insondabile vitalità in questi corpi che chiedono di essere ascoltati; nei versi, dolenti, arrabbiati o ironicamente ritmici come quelli di un rap che appare dal nulla. Cametti e Salvatore tentano giustamente di saltare gli stereotipi. La relazione madre-figlia non è tutta rosa e fiori, anzi è talvolta disperante: lungo il cammino, come piccoli fiori marci, appaiono bugie, omissioni, rinunce che diventano punizioni. Le figlie vorrebbero sentirsi dire quanto le madri sono orgogliose, basterebbe scriverlo su un post-it, le madri vorrebbero respirare, sentirsi libere ogni tanto. È un lavoro denso, che colpisce emotivamente, qualcuna in platea – rivedendosi in quelle ossessioni – piange, poi sorride.
Andrea Pocosgnich, Teatroecritica
Teatro Elfo Puccini, sala Bausch, corso Buenos Aires 33, Milano
Orari: mart-merc-giov-sab ore 19.30 / ven ore 21 / dom ore 15.30
Prezzi: intero € 34 / <25 anni € 15 / >65 anni € 18 / online da € 16,50
Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – whatsapp 333.20.49021