MILANO, TEATRO CARCANO: ARTURO CIRILLO IN FERDINANDO

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Presso il Teatro Carcano dal 16 al 19 novembre in scena Ferdinando di Annibale Ruccello, diretto e interpretato da Arturo Cirillo, una produzione Marche Teatro, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini.

Dopo le fortunate prove dello stesso autore Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio Ubu), Arturo Cirillo firma un altro classico e allo stesso tempo contemporaneo capolavoro.

La vita della baronessa Donna Clotilde è sconvolta dall’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica. Sarà lui a riaccendere passioni sopite e smascherare vecchi delitti..

Segnaliamo che le Edizioni di Storia e Letteratura, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, stanno pubblicando l'edizione critica delle opere teatrali del drammaturgo napoletano Annibale Ruccello. Sono stati pubblicati i primi due titoli, Notturno di donna con ospiti e Le cinque rose di Jennifer, e nel 2024 sarà pubblicato Ferdinando. Tutti i dettagli sul sito www.storiaeletteratura.it.

NOTE DI REGIA                                                                           

Logica ed inconsueta, allo stesso tempo, mi appare la mia decisione di portare in scena "Ferdinando" di Annibale Ruccello. Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Ma la scelta mi appare anche inconsueta, poiché per me "Ferdinando" è sempre stato legato allo spettacolo che curò l'autore stesso (nonché primo interprete del ruolo di Don Catellino), che ha girato per molti anni tutta l'Italia avvalendosi della grande interpretazione di Isa Danieli. 

Inoltre per me il testo è sempre apparso molto diverso da tutti gli altri di Ruccello, un testo più realistico, storico, un dramma con una struttura classica. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d'amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall'abitudine. Allora tutto l'aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto "schifato" italiano. 

Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall'alto e contiene il luogo dell'azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in un film di Luis Bunuel). Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l'intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo. 

Poi c'è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell'innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi.

Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio -.

Arturo Cirillo

 

di Annibale Ruccello                                                                               

con Arturo Cirillo, Sabrina Scuccimarra, Anna Rita Vitolo, Riccardo Ciccarelli                                                                   

scene Dario Gessati                                                                         

costumi Gianluca Falaschi                                                             

musiche Francesco De Melis                                                               

regia Arturo Cirillo                                                                             

regista collaboratore Roberto Capasso                                   

produzione MARCHE TEATRO, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra pasticche, decotti, rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è l’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi è davvero Ferdinando?

 

DATE SPETTACOLO 16, 17, 18, 19 novembre                                                                               

Orari 16 e 17 ore 19.30; 18 ore 20.30; 19 ore 16.30

PREZZI
Poltronissima
Intero € 38,00
Ridotto under 30 / over 65 € 27,00
Ridotto under 18 € 19,00 
Poltrona/balconata
Intero € 27,00
Ridotto under 30 / over 65 € 24,50 
Ridotto under 18 € 19,00

VENDITE ONLINE 
www.teatrocarcano.com

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