Oltre le meravigliose spiagge la penisola salentina offre mille e uno motivi per ritornarci tutto l’anno. In primavera, tra passeggiate in spiaggia uliveti e le tappe golose proponiamo un week end lungo per scoprire gioielli inediti
Le fave, i carciofi, il pane ben lievitato e panciuto. Sulla tavola dell’Ultima Cena, affrescata nel convento della Madonna della Favana a Veglie, non manca proprio nulla e il pittore si diverte a dipingere, con dovizia di particolari, l’abbondanza della terra salentina, così ricca di profumi e sapori. E siamo nel 1600, secolo di massimo splendore dei conventi francescani, centri di fede, ma anche motori propulsori dell’economia. I frati non ci sono più, ma i conventi, ben conservati, sprigionano, ancora oggi, tutto il loro fascino. Parte proprio dall’affresco della Madonna della Favana di Veglie un tour magico e intrigante alla scoperta di un Salento dal volto inedito: sacro e gustoso! Tra antichi monasteri e luoghi di culto andiamo alla scoperta del territorio, abbracciato dall’Unione dei Comuni Union 3, lambito dalle bellissime spiagge di Porto Cesareo.
Ma se le spiagge sono così famose e rinomate sono i paesini poco distanti (tra i 6 e i 15 chilometri) a riservare incredibili sorprese: Copertino, Leverano, Lequile, Carmiano, Arnesano, Monteroni e Veglie, centri ricchi di storia e di aziende di eccellenza per imperdibili tappe golose!
Il consiglio è di vivere un week end lungo di primavera per cinque notti e quattro giorni, che è stato sperimentato con successo da un gruppo di giornalisti nazionali esperti di moda, eventi e turismo ed è stato realizzato dai sindaci e dagli assessori al turismo e cultura dei Comuni di Copertino: Sandrina Schito e Cosimo Lupo, Carmiano: Giancarlo Mazzotta e Stefania Arnesano, Porto Cesareo: Salvatore Albanese e Paola Cazzella, Arnesano: Emanuele Solazzo e Marco Petrelli, Monteroni: Angela Storino, Piero Favale e Antonio Madaro, Veglie: Claudio Paladini e Giusy Nicolaci con l’arch. Flavio Vetrano, Leverano: Marco Rolli e Antonio Scalcione e Lequile: Antonio Caiaffa e Vito Litti. Guida, lo storico dell’arte, Francesco Montinaro. Responsabile tecnico organizzativo, l’ing. Daniele Ciardo di Union 3.
Il viaggio, progettato da Carmen Mancarella, direttrice della rivista di turismo e cultura del Mediterraneo Spiagge (www.mediterraneantourism.it) è stato realizzato grazie al Bando Ospitalità della Regione Puglia, Assessorato alle Industrie turistiche e culturali, Servizio Turismo, nell’ambito del Programma operativo Regionale FESR-FSE 2014-2020 “Attrattori culturali, naturali e turismo” Asse VI - Tutela dell’ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali - Azione 6.8 Interventi per il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche.
PRIMO GIORNO:
LEVERANO, LA TORRE DI FEDERICO II E IL PRIMO CRONISTA DEL SALENTO
Guardava e guarda ancora oggi il mare la Torre di Federico II a Leverano, che si eleva in tutta la sua maestosa bellezza nel cuore del centro storico. Venne fatta realizzare dal grande imperatore, Federico II, il Puer Apuliae, per scopi difensivi. Oggi la Torre, aperta dai volontari della Pro Loco, ospita eventi e viene fatta visitare su richiesta. Un’esperienza unica visitarla anche all’interno per ammirarne i suoi camini ingentiliti da decori e sculture di pietra e le sue volte a sesto acuto!
Nel centro storico, tra affascinanti viuzze, ricoperte di basolato, scopriamo la casa del primo cronista del Salento: Girolamo Marciano, che visse nel ‘500. Medico, umanista, affrontava lunghi viaggi spesso scomodi e avventurosi, alla scoperta del Salento, di cui ha il merito di aver descritto minuziosamente tutte le sue bellezze paesaggistiche e storiche. Un grande lavoro da cronista, di documentazione, molto prezioso per le generazioni future. La sua opera sarebbe poi stata “imitata” dal grande studioso Cosimo De Giorgi nell’800. Che descrisse scoperte archeologiche, gravine, vore, foreste, querceti…
A Leverano rifulge la Cantina Conti Zecca, una famiglia dedita sin dal XVI secolo all’agricoltura, che vanta il primo vino imbottigliato: 1922 è l’anno della prima etichetta dal nome che è tutto un programma: Rifugio. Oggi Rifugio è un apprezzato ed elegante primitivo, Igt Salento e accanto a questo pregiato vino vi sono poi Donna Marzia, Saraceno e l’etichetta top NERO. Con le sue 1800 botti l’azienda vanta la bottaia più grande del Salento e produce 3milioni di bottiglie, assorbite per il 70% dal mercato italiano!
Gorgoglia, si muove, parla.. entrare nella bottaia dei Conti Zecca è quasi un’esperienza mistica. Si sente il vino vivere!
A Leverano ha sede un importante mercato dei fiori, tra i 13 mercati più importanti d’Italia aperto tutti i lunedì e i giovedì pomeriggio.
LEQUILE, IL CONVENTO DAI PREGIATI AFFRESCHI E LA CHIESA D’ORO DI SAN VITO
Ma le sorprese non sono finite qui. Il nostro viaggio si chiude in bellezza a Lequile, un’altra cittadina dai tesori immensi. A bocca aperta e con il naso all’insù ammiriamo gli affreschi nel refettorio del convento dei frati francescani, ancora ben conservati. Anche qui campeggia l’Ultima Cena, circondata, sulle pareti laterali da scene sulla vita dei Santi e lo storico incontro tra San Domenico e San Francesco. Ma è la cornice di angioletti lungo le pareti laterali a divertirci e ad emozionarci. Gli angioletti, nudi e paffutelli, giocano chi con una zucca, chi con un coniglietto, chi con un animale fantastico, chi con la spada (tanto da ferire un amichetto) e sembrano veramente muoversi. Sembrano vivi e allegri e danno movimento a tutta la sala, rimasta intatta anche con i suoi arredi originari.
Al piano superiore del convento ecco un altro gioiello, l’antica biblioteca dei frati che conserva pregiati libri antichi!
Raggiungiamo poi la chiesa di San Vito, protettore di Lequile. Elegante e maestosa, dagli altari barocchi, ha l’altare principale sormontato da un’Aquila, simbolo di Lequile e molti dei fregi sono dorati!
Una grande scoperta è anche la chiesa madre, ampia e ricca di altari barocchi e tele pregiate.
Durante il nostro viaggio è di scena la Passione Vivente, organizzata dal gruppo Teatrale Gli Spiritosi e le Parrocchie. Protagonisti giovani attori, che propongono drammi teatrali tutto l’anno, un modo per unire i giovani, stare insieme e far sentire ai viaggiatori il senso di uno spirito di comunità, ormai perduto nelle grandi città.
SECONDO GIORNO
CARMIANO, LA CITTA’ DEL PANE
Il tour a Carmiano inizia già con una tappa golosa. Siamo nel forno Rosetta di Stefano Conversano. Qui il pane è molto buono perché viene fatto con un’attenta selezione di farine. Ogni anno il Forno organizza per i bimbi delle scuole elementari, la Festa del pane “con lo scopo di sensibilizzare i bambini circa l’importanza del mangiar bene e sano”, dice il titolare, che, con la sua giovane compagna è appassionato di danza ed è dj.
Il cioccolato artigianale è una prelibatezza nella Pasticceria Perrone, famosa ormai a livello nazionale. Imperdibili sono i cioccolatini ripieni di negroamaro e primitivo, in omaggio ai due vitigni autoctoni del Salento!
Altra imperdibile tappa golosa è l’Azienda agricola del commendatore Spedicato&figli, grappe e liquori a base di acquaviti del Salento. “La nostra idea”, dice uno dei fratelli “nasce dalla considerazione che grandi distillerie sono sorte in zone dove non ci sono vigneti! Noi qui nel Salento abbiamo uve straordinarie. Ecco perché abbiamo deciso di dedicarci alla produzione di grappe e liquori a base di acquavite e frutta, riscuotendo un grande successo”. Indimenticabili i liquori di acquavite al carrubo, alla mandorla, ciliegia e amarena…
E’ sempre più apprezzata dai mercati nazionali ed esteri la giovane cantina Vaglio Massa a Carmiano che, firma le etichette Sputafele e I fratelli.
Infine il centro storico di Carmiano custodisce un gioiello: la chiesa dedicata alla Madonna Immacolata. I suoi altari barocchi sono stati restaurati di recente dai cittadini, riuniti nella Confraternita, che organizzano, l’8 dicembre, una grande Festa in onore della Madonna Immacolata, quando si distribuisce tra i fedeli, anche il pane benedetto. “Più di 30mila persone hanno partecipato lo scorso anno alla processione in onore della Madonna Immacolata”, dice l’assessore Stefania Arnesano. “E’ una festa molto sentita dove si vive ancora il forte senso di comunità”.
PORTO CESAREO, LE SPIAGGE LA VIA DELLE PESCHERIE
Tutti i centri dell’Unione Union 3 sono vicinissimi a Porto Cesareo che, con le sue meravigliose spiagge da Torre Lapillo a Punta Prosciutto rappresenta un must per l’estate salentina. Porto Cesareo centro è rinomata per i suoi spettacolari tramonti.
A poche centinaia di metri dal lungomare, l’isola dei conigli, chiamata così perché durante la Seconda Guerra mondiale venne popolata con conigli, tutti finiti in padella e che, con la bassa marea, a volte, è raggiungibile anche senza nuotare (si appieda).
Nel centro, ecco la colorata via delle pescherie, vere e proprie boutique del pesce, che d’estate si trasformano anche in ristoranti cotto, fritto e mangiato! La conduttrice di Linea Blu, Donatella Bianchi ha definito la via delle pescherie di Porto Cesareo la più bella al mondo!
Porto Cesareo è famosa per l’Area Marina Protetta e il Parco regionale terrestre che si estendono fino al territorio della confinante Nardò. Nella Torre di Torre Lapillo ha sede il Centro di educazione ambientale che organizza escursioni, visite guidate alla scoperta delle meraviglie della riserva terrestre e dell’area marina e che ha da poco aperto anche un centro di salvataggio e recupero delle tartarughe marine nella Torre di Torre Chianca, restaurata da poco. Ne ha parlato il presidente del Cea, Antonio Buccolieri nell’accogliere i giornalisti.
TERZO GIORNO
ARNESANO vanta uno tra i palazzi marchesali più grandi del Salento. E’ vasto 2mila metri quadrati. Pregiata, al primo piano la sala degli affreschi che viene utilizzata anche per matrimoni civili. Al piano terra vi è la biblioteca comunale, essendo divenuto il Palazzo di proprietà comunale. Nel centro storico si dipanano palazzi nobiliari di pregiata bellezza. Il tempo sembra essersi fermato nel palazzetto-casa di Selvaggio Guarini, che fu sindaco di Lecce tra il 1575 e il 1576. La sua casa, che risale al ‘500 è rimasta intatta. Ma è la chiesa della Madonna dell’Annunziata a rivelare veri e propri gioielli: altari barocchi dove si leggono ancora i segni del colore! Sì perché il barocco leccese non era bianco, come lo vediamo noi oggi, ma dipinto con colori pastello, che sfumavano dall’indaco al rosa!
MONTERONI LE VILLE ECLETTICHE DA SET CINEMATROGRAFICO E IL GRANDE PALAZZO NOBILIARE
A pochi passi da Arnesano si trova Monteroni. Anche qui, attenti lavori di restauro hanno portato al suo antico splendore il grandioso palazzo baronale, che domina il centro storico. Tra ampi saloni, camini decorati, il grande atrio, anche il palazzo baronale di Monteroni è tra il più sontuosi del Salento. Monteroni è famosa per le ville di campagna, le ville della valle della Cupa, che, in stile eclettico erano circondate da magnifici giardini, e venivano utilizzate dai nobili, in estate, per la villeggiatura. Oggi sono state trasformate anche in set cinematografici! Elegantissima Villa Misdraghi circondata da un ampio giardino profumato da un maestoso albero di canfora.
A Monteroni non si può non visitare la bottega del maestro Carlo Carlà che nel 1976 ha realizzato la prima bicicletta aerodinamica con cui Moser ha vinto i Mondiali! Creatività, ingegno, maestria si concentrano tutte nelle sue mani e nella mente del maestro Carlà, un ragazzino di 88 anni, ancora oggi così innamorato del suo lavoro!
A Monteroni una chicca è infine la cantina Apollonio dei fratelli Apollonio. Sono famosi al mondo per i loro vini. Ma anche la loro cantina merita una visita per la bottaia e una deliziosa sala degustazioni ricavata all’interno! La cantina è così elegante e curata da poter essere scelta per un set fotografico e cinematografico!
VEGLIE, LA MADONNA DELLA FAVANA.
A Veglie il complesso monastico della Madonna della Favana è uno scrigno che custodisce incredibili tesori. A partire dalla chiesa del convento dalle volte interamente affrescate! Si entra poi nel chiostro e nel grande refettorio dei frati francescani, che facevano sì una vita durissima di lavoro e preghiera, ma amavano anche circondarsi di opere d’arte. Così ecco il grande affresco dell’Ultima Cena con una descrizione dettagliata dei prodotti tipici salentini: il primo manifesto della tavola a chilometro zero. Le fave (da cui il nome Madonna della Favana) i carciofi, il pane ben lievitato e persino un agnellino arrosto, che sembra vivo!
Poi si scende nella cripta. Si starebbe ore a contemplare la Madonna dolcissima, affrescata nel gesto di allattare il suo Bambino. Regale sì per i suoi pregiati vestiti e la corona dorata, ma molto umanizzata!
Tappa poi nella piccola chiesa Madonna della Pietà per ammirare gli affreschi che raccontano la Via Crucis e, a pochi metri di distanza, eccoci in un frantoio ipogeo dalle macine di pietra, ben conservato e aperto al pubblico. I frantoi ipogei devono considerarsi i pozzi petroliferi del Salento. L’olio, che veniva prodotto, serviva solo in minima parte per usi alimentari. Era esportato in gran quantità dal Porto di Gallipoli (da cui partivano fino a 70 navi al giorno) per illuminare le vie, le piazze e le case delle grandi città come Londra, Parigi, Mosca! Con l’olio del Salento vennero anche oliate le macchie della prima e della seconda Rivoluzione industriale inglese! Da tanta ricchezza sono nate le ville eclettiche, i palazzi nobiliari e le chiese barocche!
Da ben due anni, Veglie propone con grande successo La Passione Vivente, di scena la sera della Domenica delle Palme. Un attore famoso come Giorgio Cantarini, protagonista da bambino nel film premio Oscar, La VITA E’ BELLA, ha interpretato Gesù per le vie del centro storico assieme agli abitanti e agli attori del paese, un evento curato da Veglieventi e dalla compagnia teatrale Rosa con la regia di Roberto De Cruto.
QUARTO GIORNO
COPERTINO, LA CITTA’ DI SAN GIUSEPPE, IL SANTO DEI VOLI E DEL FLOROVIVAISMO D’ECCELLENZA. Il nostro viaggio si conclude a Copertino, il cui centro storico è dominato dal magnifico e imponente castello angioino, curato dalla Sovrintendenza che ha da poco avviato nuovi lavori di restauro. Sulla porta di ingresso, già il suo biglietto da visita: non solo lo stemma gentilizio, ma anche armi e armature per dimostrare la potenza militare e scoraggiare eventuali nemici. Tutto il castello è circondato da un profondo fossato e le sue torri sono a sperone, per reggere meglio agli attacchi da armi da fuoco.
Attraversare le sue ampie sale d’armi significa ascoltare l’energia della pietra e provare l’emozione di ripercorrere gli stessi passi, fatti nel passato da cavalieri e armigeri, indaffarati con piani di difesa e di attacco! Magnifica la cappella gentilizia degli Strafella, interamente affrescata con le tombe dei nobili, rette da cariatidi a forma di sfinge e leoni!
Ma Copertino è famosa al mondo perché ha dato i natali a San Giuseppe, il Santo dei Voli, protettore degli studenti e dell’Aviazione. Il suo corpo riposa a Osimo, ma il suo cuore batte a Copertino. E’ custodito nella chiesetta, che si trova di fronte alla casa dove nacque: una stalla. Tutto parla di LUI. La Chiesa delle Clarisse, nel cuore del centro storico è il luogo dove, si racconta, il Santo, spiccò il primo volo, in estasi per amore della Madonna e poi ancora il famoso Santuario della Grottella, annesso al convento dove San Giuseppe fece vita monastica. Anche il castello è legato a lui: il papà ne era il custode!
Ma Copertino è anche una città straordinaria per le sue eccellenze nel campo enogastronomico. L’azienda Rolli è sempre più apprezzata per il suo pregiato vino bianco da Moscatello Selvatico, prodotto in edizione limitata. Un’imperdibile tappa golosa è la Masseria Roto Galeta, a due passi dalle spiagge di Porto Cesareo e condotta dal giovanissimo Alessandro Maghenzani, che, dopo essersi laureato in lettere e specializzato in editoria, ha deciso di dedicarsi all’allevamento e alla produzione di pregiati formaggi.
A pochi passi dal castello di Copertino c’è ancora oggi un piccolo gioiello: il Forno di Grazia, un forno di pietra dove ancora oggi le famiglie di Copertino portano il loro pane da cuocere e lo firmano con un fiore, una croce… un segno distintivo per riconoscerlo da quelli delle altre famiglie. Qui la titolare usa ancora il lievito madre tramandato di generazione in generazione sin dal ‘700!
Tradizione e innovazione si coniugano e convivono nella stessa realtà. Scopriamo a Copertino l’azienda florovivaistica più grande d’Europa, tra le più importanti al modno, la Cairo&Doutcher fondata dall’israeliano, Uzi Cairo. Leader nella produzione di una varietà di alberi di melagrane, più rosse e con l’8 per cento di polifenoli e antiossidanti in più rispetto alle altre varietà. L’azienda investe 250mila euro l’anno in ricerca per lanciare sul mercato nuovi innesti e varietà, adatte al clima dell’Italia meridionale. Se di melograno sono stati già impiatati ben 2mila ettari tra Sicilia, Calabria, Lazio, Basilicata e Puglia, la nuova frontiera sono, ora, gli alberelli di mango, avocado e gogji. “Non vendiamo solo le piante”, dice Uzi Cairo, di padre copertinese e madre israeliana, “ma anche le tecniche di coltivazione”.
Il nostro tour, avvenuto prima di Pasqua, fotografa “La Passione Vivente” portata in scena a Copertino dal Comitato cittadino di Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi; un intero paese che da anni si sposta per far vivere un momento tragico e così emozionante della vita di Gesù.
ALESSANO, LA CITTA’ DI DON TONINO BELLO. Il nostro viaggio alla scoperta del Salento magico e misterioso prosegue ad Alessano, nel Capo di Leuca. E’ la seconda meta del turismo religioso in Puglia, dopo San Giovanni Rotondo. Ogni week end, arrivano ad Alessano, vicino a Santa Maria di Leuca, moltissimi pellegrini, spinti dal desiderio di visitare la casa natale e pregare sulla tomba di don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta, per il quale è stato avviato il processo di canonizzazione. Don Tonino morì esattamente il 20 aprile di 25 anni fa. Per celebrare questo importante anniversario, il 20 aprile di quest’anno arriverà Papa Francesco!
Don Tonino Bello è da considerarsi un Papa Bergoglio ante litteram. Infatti, divenuto vescovo di Molfetta, si spogliò di tutti i gioielli, rinunciò ad autista e auto blu, per girare in 500 e aprì le porte del vescovado agli ultimi: i drogati, i ladri, le prostitute, i disoccupati. Soffriva per le ingiustizie della società. Predicava la Chiesa della Stola e del Grembiule, la Chiesa che diffondeva la Dottrina, ma era pronta a mettersi al servizio dei poveri, indossando il Grembiule per servirli. Don Tonino era anche un grande scrittore dalla prosa nitida. Scolpiva le parole e i sentimenti., chiedendo a Dio di diventare la sua ala di riserva per volare assieme a lui. Tra i suoi libri più belli “Maria, donna dei nostri giorni!” Morì a soli 52 anni dopo aver partecipato alla Marcia per la pace a Sarajevo!
Ad Alessano è facile incontrare il nipote Stefano che ricorderà i momenti più belli vissuti con lo zio e aprirà volentieri la sua casa natale, divenuta sede della Fondazione. “Non vogliamo trasformare don Tonino in una statua, né in santini, non vogliamo mercificare la sua immagine”, dice il nipote. “Piuttosto cerchiamo con la fondazione di tenere vivo il suo messaggio di pace”.
Davanti alla casa di don Tonino Bello, merita una visita la Chiesa Madre, così imponente e sontuosa perché destinata a divenire sede di Vescovado. Alle spalle della casa, invece, si va alla scoperta di un delizioso centro storico, impreziosito da ricchi ed eleganti palazzi gentilizi e dove fiorì una comunità ebraica nella tipica Giudeca.
Info:
Dove dormire
B&B Villa Casole – Copertino
B&B Silente – Copertino
B&B Tenuta Monaci La Murra – Carmiano
Dove mangiare
Ristorante Conte Cavour - Veglie
Il Paisiello - Veglie
La Ruota - Copertino
Villa Maresca - Carmiano
La Bella Vita – Carmiano
La corte del Gusto - Lequile
Dove acquistare prodotti tipici
Cantina Conti Zecca – Leverano
Cantina Apollonio – Monteroni
Cantina Vaglio Massa – Carmiano
Il Forno di Grazia – Copertino
Panificio Rosetta – Carmiano
Pasticceria Perrone - Carmiano
Azienda agricola Rolli - Copertino
Masseria Rota Galeta – Porto Cesareo
Azienda agricola commendatore Salvatore Verola&Figli – Carmiano