QUANDO UN TRATTAMENTO BEAUTY FA BENE ALLA NATURA

Far rivivere gli alberi distrutti dal maltempo che ha colpito il Friuli Venezia Giulia – in particolar modo la Carnia e Sappada – alla fine dello scorso ottobre.

Questa l’iniziativa della BLU MORET SPA dell’Hotel Là di Moret di Udine.

La tristezza per la devastazione di una intera zona – migliaia di ettari di boschi distrutti, a terra oltre un milione di metri cubi di legname – ha toccato anche la BLU Moret SPA dell’Hotel Là di Moretdi Udine, struttura che può essere definita il simbolo della storia, della cultura e dei valori della tradizione e dell’ospitalità del Friuli Venezia Giulia.

Ma proprio il legame forte e struggente al territorio, ha attivato immediatamente un’iniziativa per far rivivere, attraverso un trattamento beauty, la bellezza di questi luoghi e l’essenza degli alberi sterminati dalla furia della pioggia e del vento.

Ecco allora che alla BLU MORET SPA viene proposto un rituale esfoliante corpo naturale alla corteccia con i profumi delle conifere che fino a qualche tempo fa popolavano quel territorio.

Questo esfoliante è a base di olio di noci, germe di grano, lievito in scaglie, sale di Pirano – detto anche “oro bianco” della Slovenia che viene prodotto nelle saline di Sicciole, una zona umida di 650 ettari tra il mar Adriatico e l’entroterra istriano, così rilevante dal punto di vista ecologico che nel 2001 la Slovenia l’ha proclamata parco naturale nazionale -, essenza di pino e soprattutto corteccia di abete finemente sminuzzata.

Al termine del trattamento seguirà la degustazione del pane ottenuto dalle farine di corteccia degli alberi, con marmellate e miele, per un’ esperienza emozionale totale che va a coinvolgere tutti i sensi.

Questo pane nasce da un’idea di Stefano Basello, chef del ristorante dell’Hotel Là di Moret,  “Il Fogolar”, che con l’aiuto del papà e della sua brigata – e il permesso del Sindaco di Sappada e delle Guardie Forestali -, si è messo al lavoro per recuperare la corteccia degli abeti bianchi e rossi ed estrarne le parti commestibili per ricavarne una sorta di farina da utilizzare per ottenere del pane non solo buono e croccante, ma in grado di “far rivivere qualcosa di estremamente prezioso che, purtroppo, non ci sarà più”.

Si tratta di un pane caratterizzato da un profumo buonissimo e particolarissimo, per il quale viene utilizzato anche lievito madre, con l’aggiunta del 20% di farine di abeti bianchi o rossi, o licheni.

Del resto le farine ricavate da cortecce interne di alberi o radici si producevano già un tempo, quando i contadini le utilizzavano per sfamarsi in quanto molto nutrienti e ricche dal punto di vista organolettico (ecco il motivo per cui vengono chiamate anche “di sussistenza”).

Insomma una proposta di bellezza da cogliere al volo in quanto non solo originale ma soprattutto perché rende omaggio a una Regione e alla sua natura!

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