Con la Primavera ormai alle porte tutti noi abbiamo voglia di sgranchirci le gambe all’aria aperta e trascorrere una bella giornata con la famiglia o gli amici. Tantissimi sono gli itinerari di viaggio per vivere la stagione più profumata dell'anno, o almeno un weekend, all'aria aperta, ma Villa Durazzo Pallavicini a Pegli (Genova)e il suo parco, eletto Parco più bello d'Italia nel 2017 è sicuramente un'esperienza unica.
Realizzato tra il 1840 e il 1846 per volere del Marchese Ignazio Alessandro Pallavicini su progetto dell’architetto, decoratore e scenografo Michele Canzio, il Parco Durazzo Pallavicini è una realtà davvero unica e originale: esteso su 8 ettari dirimpetto al mare, si sviluppa in sentieri, laghi, piazzali ed edifici stupefacenti ed unisce un ricco apparato botanico a un vero e proprio percorso iniziatico aperto a tutti i visitatori in grado di avventurarsi nel labirinto di simbologie esoteriche, allusioni mitologiche e riflessioni letterarie.
Tra teatralità ed esoterismo
Lunghi studi hanno infatti permesso agli architetti Fabio Calvi e Silvana Ghigino – dell’Associazione (ATI) Villa Durazzo Pallavicini a cui il Parco è affidato in concessione - non solo di portare avanti, dal 2010 al 2016, un restauro filologico e capillare ma soprattutto di rinvenire le antiche motivazioni che stanno alla base della realizzazione di questa grande opera, ideata come uno spazio onirico che è al tempo stesso luogo di ludiche passeggiate e di iniziazione esoterica e massonica.
Concepita dal marchese Ignazio Alessandro Pallavicini e dal suo architetto, Michele Canzio, entrambi presumibilmente esoteristi e massoni, la struttura di questa fantastica rappresentazione è una organizzazione teatrale-scenografica che nel Parco si concretizza e sviluppa in un racconto in tre Atti, ognuno composto da quattro scene, precedute da un Prologo e un Antefatto, e concluso con un Esodo. Ogni scenografia è composta da una vegetazione particolare, da acque, arredi e architetture negli stili più vari - neogotico, neoclassico, esotico, chinoiserie, rustico - il tutto coordinato da una progettazione sapiente che accosta i saperi dello scenografo a quelli del grande architetto e artista volitivo.
In questa rappresentazione paesaggistica e teatrale il visitatore consapevole diventa, dunque, oltre che un turista, anche l’attore di questa commedia mirata alla ricerca del proprio Sé, in una sorta di melodramma che lo trascina ad incontrare la Natura, la Storia ed infine il Futuro personificato dal Paradiso Terrestre dedicato alla dea Flora.
Secondo il direttore del Parco, l’architetto e paesaggista Silvana Ghigino che da oltre trent’anni si occupa di questo meraviglioso luogo: “Si tratta di un’opera di straordinaria bellezza che ha la capacità di arrivare al cuore delle persone, siano esse specialisti del settore o semplici amatori. Di questo è dimostrazione il fatto che la nostra organizzazione gestionale è supportata da molti volontari che dedicano gran parte del loro tempo al giardino impegnati in varie mansioni. Inoltre i “misteri esoterici” disseminati nel percorso scenografico-iniziatico sono fonte di interessanti visite filosofiche e spunto per attività di riflessione che si tengono una volta al mese alla Casa delle Tortore”.
Le ambientazioni botaniche
Ognuno dei tre atti del racconto scenografico-filosofico è caratterizzato da associazioni vegetali ben definite. Il primo atto è un lungo percorso attraverso viali e ambientazioni caratterizzate prevalentemente da vegetazioni particolari, spesso antitetiche le une alle altre, come l’ambiente della montagna, quello dell’Oasi esotica e quello delle piante da fiore. Proprio in questo tratto si sviluppa il famoso Viale delle Camelie, costituito da oltre 150 esemplari di Camellia japonica, di cui molti appartenenti al periodo di costruzione del giardino. Si tratta del raggruppamento più vasto e più antico di camelie d’Italia che, tra la metà di febbraio e l’inizio di aprile, regala la straordinaria emozione di camminare in un tunnel di corolle che ricoprono sia le alte fronde che il sentiero.
Il secondo atto è tutto ambientato in un bosco mediterraneo che appare spontaneo benché sia stato invece completamente impiantato per volere dei suoi costruttori. Il terzo atto presenta una sorta di ambientazione incantata, oggi favorita dalla crescita di alcuni esemplari arborei particolari come la grande Canfora e il maestoso Cedro del Libano che vivono sulla riva del Lago Grande, all’interno della scenografia del Paradiso Empireo. È lasciato invece alla scena del Paradiso Terrestre il compito di inondare i Giardini di Flora di piante da fiore, siano esse camelie, primule, iberis, salvie, begonie, iri o quant’altro il direttore e i giardinieri vogliono, di stagione in stagione, regalare ai visitatori.
La storia del Parco Durazzo Pallavicini
Realizzato tra il 1840 e il 1846 per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini su progetto dell’architetto, decoratore e scenografo Michele Canzio, si estende su una superficie di circa otto ettari, sulle pendici di una collina scoscesa dirimpetto al mare, territorio completamente rivisitato durante i lavori di costruzione tramite imponenti movimenti di terra, al fine di realizzare sentieri, laghi, piazzali ed edifici stupefacenti. Inizialmente il complesso è stato realizzato senza l’intento di renderlo pubblico, ma nel tempo il marchese decise di concederne la visita a chiunque lo desiderasse e così, nel giro di pochi anni, il Parco divenne talmente famoso nel mondo da registrare oltre 20.000 visitatori all’anno, provenienti soprattutto dall’Europa e dall’America. Nel 1928, dopo tre generazioni, il parco, il palazzo, l’orto botanico e tutte le dipendenze sono state donate al Comune di Genova. Oggi il parco è affidato in Concessione alla Associazione (ATI) Villa Durazzo Pallavicini che, attraverso gli architetti Fabio Calvi e Silvana Ghigino, dal 2010 al 2016 ne ha curato il restauro, oltre ad occuparsi della gestione turistica e della manutenzione con lo scopo di conservarlo e valorizzarlo e protrarre nel tempo una azione di restauro costante.
Il Parco Durazzo Pallavicini è al primo posto tra i Luoghi del Cuore FAI in Liguria ed è al 37° in Italia.
Informazioni pratiche e visite
Il Parco è aperto tutti i giorni, escluso il lunedì, dall’inizio di marzo all’inizio di novembre.
Aperture straordinarie sono previste per l’inizio della fioritura delle camelie negli ultimi due weekend di febbraio.
Nei weekend di luglio e agosto sono previste aperture dei giochi d’acqua dell’Esodo.
È possibile visitare il parco con l’ausilio di audio guida o con guida cartacea o partecipare alle visite guidate di tipo scenografico, botanico o agli Incontri con il Direttore durante i quali si rivive il percorso esoterico-massonico.
Dai due ultimi weekend di febbraio al primo di aprile è possibile partecipare alla visita guidata “Il camelieto, le sue particolarità e la sua storia” accompagnati dal direttore.
Nei weekend è aperto il bar bistrot alla Casa delle Tortore.
Biglietti
Intero euro 10
Ridotto Over 8 euro (over 65, residenti nel comune di Genova, giovani 19-26 anni, disabili, soci ICOM)
Ridotto Under 5 euro (7-18 anni (ridotto giovani), gruppo scuole (7-18 anni), soci Amici di Villa Durazzo Pallavicini)
Biglietto cumulativo (Parco + Museo) euro 12
Pacchetto Famiglia 22 euro (2 adulti + 1 bambino tra i 7 e i 18 anni)
Visite guidate a partire da 10 euro
Contatti
Tel. 010 8531544
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www.villadurazzopallavicini.it