In Svizzera il Carnevale è un evento vissuto seriamente, nel senso che è davvero un appuntamento sentito dalla comunità: dalle città più note ai piccoli centri che si mascherano a festa e vivono con grande partecipazione questo momento di baldoria un po’ pazzo e sopra le righe.
E finalmente, dopo due anni di pausa, molti Paesi europei stanno allentando le misure di sicurezza per il contenimento della diffusione del Covid-19 e si ritorna a viaggiare. La Svizzera ci accoglie con alcuni dei carnevali più partecipati ed emblematici del Paese insieme a curiose feste popolari con radici pagane o religiose in vista del cambio di stagione.
Lucerna: la saga dei Fritschi (24 febbraio – 1 marzo). Gruppi in maschera, armati di fiati e percussioni, si mettono in mostra dando vita a spassose e rumorose esibizioni per far danzare e cantare tutta la città. Sono i Guggenmuusige che animano le vie di Lucerna “sbeffeggiando” il proprio pubblico. Fra le maschere spicca il Fritschi, un uomo avanti con gli anni, con sua moglie, la Fritschene, e il loro figlio Fritschikind. Il nome probabilmente è la storpiatura di Fridolin e all’epoca si trattava di un pupazzo di paglia, forse la figura simbolica di una corporazione. Punti salienti sono le tre grandi sfilate del giovedì, del lunedì e del martedì grasso.
I tre giorni più belli: il Carnevale Unesco di Basilea (7-9 marzo). Comincia alle 4.00 del lunedì con la sfilata delle lanterne, mentre in tutta Europa è già Quaresima, e si protrae fino all’alba del giovedì… già questo fa capire l’originalità del Carnevale di Basilea, uno dei pochi sopravvissuti alla severa Riforma protestante. Gruppi in maschera di quartiere (i clique), equipaggiati di tamburi e pifferi, sfilano per tre giorni nelle vie cittadine secondo un rituale prestabilito che mescola usanze medievali, elementi militareschi e satira.
L’allegro frastuono della Chalandamarz (1 marzo). Chalandamarz in romancio indica l’inizio (le calende) di marzo: il giorno in cui si scaccia l’inverno a suon di campanacci e si saluta l’arrivo della primavera. Fatta eccezione per i dettagli, diversi in ogni villaggio, il filo conduttore di questo rito, diffuso nei Grigioni, è ovunque lo stesso: di buon mattino, gli allievi delle scuole sfilano in costume tradizionale agitando campanacci, schioccando fruste e intonando antichi canti. A Scuol si svolge una gara di schiocco di frusta. A Ftan i ragazzi sfilano mascherati. In Valle Poschiavo e in Valle Mesolcina si dà fuoco a un pupazzo di neve che simboleggia l’inverno.
La Sechseläuten di Zurigo (25 aprile). Quando sbocciano i primi fiori e le giornate si allungano, gli zurighesi celebrano la tradizionale festa di primavera che cade, normalmente, il primo lunedì dopo l’equinozio: la Sechseläuten. Le corporazioni sfilano e bruciano alle 18 in punto il pupazzo Böögg sul Bellevue, imbottito di fuochi d’artificio. Quando esplode la testa si dichiara ufficialmente concluso l’inverno. Quanto più in fretta succede, quanto più calda e lunga sarà l’estate.