Il 15 febbraio 1912, in piena Belle Époque, veniva inaugurato l’Hotel Baglioni – oggi Grand Hotel Majestic “già Baglioni” – acquistato l’anno precedente dall’imprenditore Guido Baglioni nei locali settecenteschi dell'ex Seminario Arcivescovile, edificati negli ambienti delle dimore delle famiglie Ariosti e Arrigoni. Iniziava la storia di una struttura che da allora è al centro della vita culturale di Bologna.
Nel 2022 si festeggiano i 110 anni di prestigiosa attività dell’unico 5 stelle lusso dell’Emilia: un importante traguardo che racconta la centralità e l'importanza del Grand Hotel - incastonato in uno storico palazzo nel cuore della città -, icona dell’ospitalità bolognese e italiana, sede di appuntamenti culturali e "dimora felsinea" per tanti ospiti illustri. E anche simbolo di un’epoca che ha attraversato il Novecento e fatto ingresso nel Nuovo Millennio.
Per le celebrazioni un grande evento in programma, “110 di questi anni” per il 12 dicembre: Si viaggia nel tempo per immergere gli ospiti nell’atmosfera di un’immaginaria festa di Natale di 110 anni fa, in piena Belle Époque, quando si affermava l’Operetta, genere teatrale brillante, trait d’union tra il Melodramma e anticipatore del contemporaneo Musical. Il direttore d’orchestra Maestro Stefano Giaroli, in veste di pianista, accompagnerà dal vivo un ensemble di artisti del belcanto, tra i quali anche il tenore Stefano Consolini. Una performance articolata e diffusa, con frequenti cambi di costume, che metterà in scena un accattivante repertorio: arie di celebri Operette e tradizionali canti natalizi. Melodie che appartengono alla memoria collettiva, riproposte in un’interpretazione elegante e originale.
Uno scrigno di tesori
Il Majestic sorge nel cuore della città, di fronte alla Cattedrale di San Pietro, a due passi da Piazza Maggiore, in un palazzo che nasconde capolavori artistici e storici. L’edificio è strettamente connesso, anche dal punto di vista architettonico, al seicentesco Palazzo Fava, di cui inizialmente faceva parte, e che oggi è sede di importanti esposizioni. A testimonianza di quel periodo rimane, al piano nobile dell’hotel, il Camerino d’Europa, dove si può ammirare la prima opera nota dei Carracci, che ritrae episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.
Appartengono invece alla scuola dei Carracci gli affreschi del XVI secolo che decorano il soffitto del salone de I Carracci, il ristorante dell’hotel, che offre così un’esperienza al tempo stesso gastronomica, estetica e storica.
Si scende al piano interrato, invece, per viaggiare a ritroso nel tempo fino all’epoca romana. Qui è stata riportata alla luce un tratto di Flaminia Militare, costruita nel 187 a.C.: ancora si notano i segni del passaggio dei carri e i resti di pavimentazione. Oggi questo ambiente è uno spazio espositivo restituito alla città. Eleganza, lusso ed estrema cura dei dettagli caratterizzano le camere e le suite, dove regnano armonia di forme, luce e colori, tra rifiniture, elementi architettonici, arredi in stile ‘800 francese e in stile classico veneziano.
Il Salotto di Bologna: artisti, principesse e star indimenticabili È dagli inizi del Novecento che il Grand Hotel Majestic “già Baglioni” è la casa di tutte le celebrità di passaggio a Bologna: sono stati “avvistati” i baffi di Clark Gable, la pipa di Jean Paul Sartre, il trench di Humphrey Bogart. Le Suite hanno accolto Nicola, ultimo Zar di Russia, la famiglia Reale italiana, personalità come Maria Callas, Anna Magnani, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Brigitte Bardot, Sting, Rita Levi Montalcini, Woody Allen, Pavarotti e moltissimi altri. Le loro fotografie incorniciate si trovano nella sala del Café Marinetti, e raccontano, insieme alle firme e le dediche custodite nell’Album d’Oro e d’Onore del Grand Hotel, tutta la vitalità di un palazzo al centro delle cronache mondane. Uno dei primi ospiti a lasciare il segno è stato sicuramente Filippo Tommaso Marinetti, che nel 1914 tenne qui la una mostra-blitz durata appena 24 ore: una prima grande vetrina per il futurismo bolognese, a cui parteciparono con le loro opere un giovanissimo Giorgio Morandi, Severo Pozzati – il “futuro” cartellonista pubblicitario Sepo –, Osvaldo Licini, Mario Bacchelli, Giacomo Vespignani. Nei decenni successivi il Grand Hotel si trasforma nel tappeto rosso su cui sfilano le star del cinema e dello spettacolo in visita in città. Ad esempio fu memorabile l’arrivo di Frank Sinatra e dell’allora moglie Ava Gardner, nel 1953. Il cantante era la vedette di un concerto al Teatro Manzoni, ma a metà esibizione aveva lasciato il palco, furioso, perché il pubblico lo interrompeva acclamando Ava Gardner. La sera, in hotel, il direttore riuscì faticosamente a placare il suo nervosismo, grazie a un servizio bar generoso. Tra gli aneddoti più sorprendenti, quello legato a Lady Diana, a Bologna nel 1995 per partecipare al concerto a scopo benefico Pavarotti & Friends: in piena notte chiese un piatto di lasagne, che si fece servire nella Presidential Suite Giambologna – dove ancora oggi si trova la toeletta originale utilizzata dalla principessa. Lo gradì moltissimo, e dichiarò di essersi sentita “bolognese per una notte”. Quanto a Paul McCartney, nel 2011, fece tappa qui durante il suo On the run Tour, scortato da una decina di guardie del corpo e assediato dai fan e dai fotografi. L’ex Beatles sfoderò tutto il suo charme, e nella hall salutò lo staff improvvisando il vecchio successo di Fred Buscaglione “buonasera signorina buonasera...”. Un momento indimenticabile per tutti i presenti. |
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