Dare nuova vita a una dimora storica, trovando il punto di equilibrio tra il rispetto dell’esistente e i modi del vivere contemporaneo. Questo ciò che ha fatto Vudafieri-Saverino Partners nel cuore di Bressanone, in Alto Adige, reiventando l’uso e la funzione di una residenza aristocratica del XV secolo, chiamata Lasserhaus. Su commissione della famiglia Faller, da oltre 80 anni proprietari dell’antico edificio, gli architetti Claudio Saverino e Tiziano Vudafieri hanno suddiviso gli spazi trasformando i primi due piani in un Art Hotel 4 stelle superior e destinando gli ultimi due a residenza privata della famiglia.
La nuova struttura dedicata all’ospitalità si compone di dieci camere - di cui tre suite, sei matrimoniali e una singola - dall’atmosfera intima e sofisticata, in cui la collezione di pittura classica di proprietà dei Faller incontra opere di artisti contemporanei, rendendo così lo spazio un nuovo punto d’interesse per la collettività.
Per il restauro architettonico e l’interior design di Lasserhaus, completamente vincolata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, gli architetti hanno lavorato su un concept incentrato sul dialogo tra storia e contemporaneità. Con un approccio da sempre attento al contesto e rispettoso del genius loci, lo studio milanese ha reinterpretato gli elementi originari della residenza facendoli convivere nel nuovo Art Hotel in modo equilibrato con scelte di design contemporaneo.
Il progetto riflette le peculiarità della città vescovile di Bressanone, in grado di fondere la sua tradizione e atmosfera medievale con proposte culturali d’avanguardia. Ad arricchire gli interni di Lasserhaus, situato sulle rive del fiume Isarco e collegato da un ponte al centro storico, sono infatti le opere di cinque artisti che si sono confrontati con il passato della residenza e che, con i loro interventi diffusi, hanno lasciato un segno narrativo nei vari spazi.
“Quando abbiamo visitato Lasserhaus eravamo entusiasti all’idea di affrontare un restauro di un edificio così carico di storia.” raccontano gli architetti Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino “Non si trattava solo di restaurare un palazzo seicentesco completamente vincolato dalla Soprintendenza, ma di dargli una nuova vita e renderlo un punto di interesse per la cittadinanza. Anche attraverso l’arte, integrando la preziosa collezione di famiglia di pittura classica con nuove opere contemporanee. Il nostro progetto non dimentica l’anima tradizionale del palazzo seicentesco, ma con rispetto e un po' sottovoce, dialoga con essa e l’arricchisce con linguaggi e materiali della contemporaneità. Lasserhaus diventa così un nuovo, piccolo ma importante, tassello della vita urbana della città e della sua propensione all’ospitalità.”
Il pianterreno accoglie la lobby e la reception, uno spazio carico di memorie, caratterizzato da un’illuminazione soffusa e impreziosito da opere e pezzi di famiglia. Da qui si accede alle prime quattro camere e a un salottino con un angolo biblioteca a disposizione degli ospiti, oltre che alla cantina dotata di una piccola sala degustazione, interpretata da uno dei pionieri della digital art, l’austriaco Peter Kogler, utilizzando pattern psichedelici per creare insolite profondità spaziali da esplorare individualmente. Percorrendo la scala interna che conduce al mezzanino - dove gli architetti hanno ricavato una SPA dotata di sauna e idromassaggio - si incontra subito l’opera di Alexander Wierer, focalizzata sull’incessante progressione del tempo e la transitorietà del presente. Al primo piano sono collocate invece la sala colazione e le altre cinque camere.
Pur rimanendo visibili i tratti dell’epoca, le camere assumono un nuovo volto grazie all’accostamento tra materiali naturali come il legno di larice e faggio, l’ottone, che scalda e impreziosisce i dettagli, e le superfici tattili e morbide come il velluto. A livello di illuminazione Vudafieri-Saverino Partners ha voluto creare un’atmosfera raccolta, con una luce diffusa delicata proveniente da lampade a terra e a parete. Negli spazi comuni sono state scelte invece lampade a sospensione come lo chandelier di grande impatto nella sala colazione, dove è stata collocata anche “Expect the best”, l’opera della visual artist Petra Polli, la stessa artista che vedremo impegnata durante il Water Light Festival 2024 con le tote bag, realizzazioni uniche realizzate con l'aito di persone diversamente abili, che incarnano la sostenibilità e l'inclusione e che saranno in vendita per tutta la durata di questa grande kermesse che ogni anno rallegra abitanti ed ospiti sia presso il WunderBAR sia presso l'ufficio turistico di Bressanone.