IN TURCHIA, A KONYA, LE CERIMONIE SEB-I-ARUS COMMEMORANO RUMI

Nel 748° anniversario della sua morte, il più importante mistico e poeta sufi al mondo, Jalāl al-Dīn Rūmī, viene commemorato durante le cerimonie "Seb-i Arus" che si terranno dal 7 al 17 dicembre presso il Centro Culturale Mevlana di Konya.

 

Si tratta di uno dei più importanti appuntamenti di tutta la Turchia che ogni anno vede radunare nella città dell’Anatolia Centrale visitatori da ogni parte del mondo con l’intenzione di omaggiare quello che è stato Rûmî: un uomo dalla grande tolleranza, capace di mostrare sempre il sentimento dell'amore verso il mondo intero accogliendo le persone, indipendentemente dalla religione e dalla loro razza. Rûmî aveva molte qualità: era un poeta ma anche giurista, studioso islamico, teologo e mistico sufi, ma non solo. Lui infatti rappresentava una vita virtuosa in cui credeva nella sua "vera essenza", sosteneva che il resto non “era altro che apparenza”. 

La celebrazione principale cade come di consueto nel giorno della sua morte, il 17 dicembre, quando si tiene la cerimonia “Seb-I-Arus” che l’UNESCO ha inserito nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità – la prima si terrà il 7 dicembre, e così via per dieci giorni. Misticismo e fascino si fondono. I discepoli di Rumi, conosciuti come i “dervisci rotanti” vestiti di bianco e con il copricapo a forma di cono si esibiscono nel tradizionale e vorticoso sema. Girano su se stessi ripetendo il nome di Dio, accompagnati da musicisti che riproducono il suono delle sfere celesti e che nel movimento finale lasciano posto al silenzio.

Un momento di alto misticismo che trova spazio a Konya, dal 1937. La città risale al 7000 a.C., è tra le più note della Turchia nonché apprezzata per il suo ricco patrimonio storico artistico. Konya si può considerare "la culla delle civiltà e delle religioni" nonché la città di Rûmî, i cui insegnamenti influenzarono ampiamente il pensiero mistico e la letteratura nel mondo intero. Si narra che Rûmî divenne immensamente triste dopo la partenza del suo maestro Shams-i Tabrizi (Shams di Tabriz) con il quale aveva scoperto le profondità della spiritualità. Questa perdita provocò un grande cambiamento nel suo animo. Rinunciò a tutto e scrisse il "Masnavi", ampiamente riconosciuto come il più grande poema sufi mai scritto e composto da 25 mila versi. Per Rûmî il vero amore significava amore per Allah (Dio) mentre la morte era il giorno in cui si sarebbe unito al divino. Ecco perché il 17 dicembre, anniversario della sua morte, è noto non come un giorno di lutto, ma come un giorno di festa, da vivere con la cerimonia Seb-i Arus che in turco significa "La notte del ricongiungimento” o “La notte nunziale”
Rûmî interpreta la morte come un ritorno alla propria origine, un "ritorno ad Allah" per il fatto che la sua provenienza è divina; secondo lui la morte non è la morte fisica, ma il viaggio verso Allah.

 

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