VENEZIA CA'PESARO: FINO AL 15 SETTEMBRE CHIARA DYNYS CON “LO STILE”

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Anche lo “stile” rinnegato può reinventarsi nella forma del linguaggio.

Inaugurata contestualmente alla 60esima Biennale d’Arte di Venezia, fino al 15 Settembre 2024 le Sale Dom Pérignon di Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale di Arte Moderna di Venezia ospitano la mostra personale di Chiara Dynys “Lo Stile”, a cura di Chiara Squarcina, Alessandro Castiglioni, Elisabetta Barisoni.

Chiara Dynys è una delle più importanti artiste italiane contemporanee, il cui lavoro si è sempre contraddistinto per una particolare attenzione al dialogo con lo spazio storico, sia nella sua dimensione architettonica che in quella discorsiva.

In continuità con questa prospettiva, “Lo Stile” è un progetto espositivo

site related, pensato appositamente per Ca’ Pesaro.

Una mostra, promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia,  di grande potenza visiva, apparentemente provocatoria ma in realtà rivelatrice della centralità nell’arte della forma del linguaggio.

In ossequio a una poetica che ha sempre rifiutato qualsiasi definizione stilistica, Dynys reinterpreta la sintesi linguistica del Neoplasticismo fondato da Piet Mondrian (il movimento De Stijl), attraverso una serie di nuovi ambienti immersivi, in cui luce e materia ridisegnano il racconto del reale

Scrive in merito l’artista: «Il riferimento a Mondrian vuole rendere esplicita la mia affermazione che la forma del linguaggio, anche quando lo stile è rinnegato, come nel mio lavoro, è centrale

L’installazione inedita che dà il titolo alla mostra è infatti un’opera ambigua, un’opera eretica che intenzionalmente riprende le composizioni dell’artista teosofo ma nel contempo le rinnega, perché è realizzata in pietra e metallo, cioè in materie presenti e resistenti, quel che Mondrian rifuggiva più di ogni cosa”.

Contrapposti a questa, un gruppo di libri colorati di metacrilato della serie “Tutto”, fornisce ulteriori spunti sulla mia particolare e contraddittoria idea di stile, mentre la seconda grande sala è interamente occupata dall’installazione “Gate of Heaven”, dove lo scheletro luminoso di una grande porta sembra derivare dalle curve, altrettanto luminose, che si diffondono sul pavimento secondo l’andamento delle onde gravitazionali dell’universo».

Così, la visione ravvicinata nel tempo e nello spazio di questi tre lavori, parla di uno “stile” che può tranquillamente rinnegarsi, ma per rinnovarsi: tutto diventa “stile”, se il linguaggio disparato con cui lo si esprime riesce a diventare forma.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Nomos Edizioni, con testi dei curatori e un contributo critico di Angelo Crespi.

NOTE SULLO STILE

Alessandro Castiglioni

Lo Stile è il nome che Chiara Dynys ha dato alla sua più recente produzione.
Presentata a Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, la mostra è completamentededicata a nuove installazioni che attraversano la pratica dell’artista e presentano una serie di riflessionicapaci di svelare un nuovo capitolo all’interno di una poetica che da trent’anni si stratifica in un percorsoininterrotto di trasformazioni linguistiche.

Per questo motivo Chiara Dynys è effettivamente una delle artiste più significative che attraversano la storiadell’arte italiana contemporanea. Lo si desume dalle sperimentazioni pittoriche degli anni Ottanta, dal dialogoideale e fattuale con Diane Arbus, Eva Hesse e Dadamaino, alla costruzione di spazi “monadi” che iniziano aoccupare pareti e ambienti, fino all’utilizzo della luce, della parola e delle sperimentazioni materiche.

Ecco, nello sviluppo di questo viaggio Chiara Dynys spiega come: «La luce e la riflessione sulla materia mi aiutano a superare l’idea di stile. Io non voglio che il mio linguaggiosi inscriva in una forma stilistica: il mio lavoro ha una sua consequenzialità e ossessività nel suo significato.Mi piace usare materiali sempre diversi in modo tale che non siano questi a determinare la riconoscibilitàdella mia ricerca. Vorrei che ogni volta nelle mie opere il significato fosse così riconoscibile da definirel’appartenenza al mio linguaggio; per questo faccio film, uso proiezioni e diversi sistemi luminosi come LED,neon o luce laser o materiali sensibili alla luce come il vetro o gli specchi. In questo modo affermo concettiper me fondamentali come l’attraversamento di una soglia materiale o immateriale, tra visione e nonvisione ma sfuggo all’idea di stile» 1.

La mostra pone al centro questa elusività attraverso “lo stile” per eccellenza, quello del Neoplasticismo di Mondrian. Scrive ancora l’artista «La mostra è la mia affermazione che la forma del linguaggio, anche quando lo stile è rinnegato, come nel mio lavoro, è centrale» 2 A Dynys interessa dunque un progetto di carattere concettuale. Troviamo poi i frammenti estetici e iriferimenti etici a De Stijl: i colori primari, le strutture geometriche, il rapporto plastico tra le forme.
Questi elementi sono però oggetto di un lavoro di appropriazione e traduzione in forme che negano lo stileper riaffermalo, un processo di astrazione concettuale.

D’altronde come scrive lo stesso Piet Mondrian nel 1920: «L’astratto non si realizza esclusivamente con la stilizzazione: non si manifesta solo per mezzo dellasemplificazione e della depurazione. L’astratto rimane infatti l’espressione plastica in funzione dell’universale:esso è l’interiorizzazione più approfondita dell’esteriorità e l’esteriorizzazione più pura dell’interiorità» 3.

1 Alessandro Castiglioni, intervista inedita con Chiara Dynys, 22 febbraio 2023.

2 Note autografe al progetto Lo Stile, 30 novembre 2023.

3 Piet Mondrian, Il Neoplasticismo, Principio generale dell’equivalenza plastica,in Piet Mondrian. Il Neoplasticismo, Abscondita, Milano, 2008, p. 21.
Ed orig. Le Néo-Plasticisme, Éditions de L’Effort Moderne, Parigi, 1920.

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LE OPERE

- Chiara Dynys, Lo Stile, 2024.
Installazione ambientale, pietra lavica, smalti, ferro trattato.

La mostra si apre con un’opera enigmatica, realizzata appositamente per l’occasione: Lo Stile. Si tratta di un oggetto ibrido: una struttura metallica trattiene al suo interno una serie di elementi in pietra lavicasmaltata. Appare come una sorta di traduzione di un grande dipinto neoplasticista, è un elemento scultoreo,è un’opera pittorica ma anche un intervento architettonico...

- Chiara Dynys, Tutto, 2015-2023.
Installazione ambientale, quindici elementi in metacrilato.

...Come spesso accade, inoltre, Dynys torna e ritorna costantemente sulle sue opere, ripensandole,trasformandole, sviluppandole.

È il caso di Tutto, pensato appositamente per questa occasione a Ca’ Pesaro.

I libri assumono i colori cari al Neoplasticismo e in questa tensione tra opposti esprimono l’equilibrio ideale a cui tutta l’opera di Mondrian tende. Appaiono come una costellazione: disseminati nello spazio, appoggiati a leggii e appesialle pareti, documentano l’universalità e la parzialità del linguaggio, l’enigma della parola scritta...

- Chiara Dynys, Gate of Heaven, 2023. Installazione ambientale, ferro smaltato e LED.
- Chiara Dynys, Onde gravitazionali,2024. Installazione ambientale LED strips flessibili

La porta, o meglio la soglia, è un altro topos nell’opera di Dynys... La forma di questa stessa opera siripresenta, inoltre, in diverse installazioni realizzate dall’artista, per esempio in occasione delle mostrepresso Villa Panza a Varese nel 2019, presso il Mart di Rovereto nel 2023 e alla Porta di Milano, Aeroportodi Malpensa, tra il 2023 e il 2024. L’opera intreccia in modo ancora più articolato spazio, forma e colore portando ad un compimentoideale le parole di Mondrian che già nel 1920 scriveva «Il futuro del neoplasticismo e la sua realizzazionepropriamente detta in pittura, risiedono nella cromoplastica in architettura»...Un’opera di luce che trasforma lo spazio e idealmente si riverbera nell’universo. È la stessa artista a dire «La luce è indispensabile; è l’elemento primo senza cui nessuna visioneesisterebbe.

L’arte visiva, anche quella più concettuale, è inestricabilmente legata alla capacità divedere»..

Chiara Dynys è una delle più rilevanti artiste italiane contemporanee. Ha partecipato a numerosi progetti espositivi in Italia e all’estero.

Tra le più importanti istituzioni che hanno ospitato il suo lavoro si ricordano il Musée d’Art Moderne di Saint-Étienne (1992), il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (1996), il CIAC - Centre International d’Art Contemporain di Montréal (1997), la Städtische Galerie di Stoccarda (1999), il Museo Cantonale di Lugano (2001 - 2015), la Quadriennale di Roma (1986 - 2005), il Bochum Museum, Bochum (2003), il Kunstmuseum di Bonn (2004), il Wolfsberg Executive Development Center, Wolfsberg (2005), lo ZKM- Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (2005 - 2012), il Franz Gertsch Museum, Burgdorf (2007), lo Spazio -1, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, LAC, Lugano (2012), Arkhangelskoye – VII Moscow Biennale, Mosca (2017); ICAE Armenia, Yerevan (2018), il MASI di Lugano (2018) e musei italiani come il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (2005 -2023), il Museo del Novecento di Milano (2012), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2013), il Museo Correr di Venezia (2019), Villa e Collezione Panza di Varese (2009 – 2021), il Museo MA*GA di Gallarate (2022).

A tutt’oggi sono visitabili “Over nature” presso Palazzo Maffei Casa Museo a Verona, “Enlightening Books” presso il Quirinale, Roma in occasione di “Quirinale Contemporaneo” e “Sante subito e fiori” presso Archivio Vincenzo Agnetti, Milano. L’installazione site specific “Enlightening Grimoires” è una donazione permanente al MUVE, allestita presso il Museo Fortuny, Venezia, Chiara Dynys partecipa, inoltre, alla prima edizione di “Reggia Contemporanea”, curata da Cristina Renata Mazzantini e da Angelo Crespi, presso la Villa Reale di Monza.

Si ringrazia:

SEA Aeroporti di Milano

BERENGO STUDIO

FONDAZIONE BERENGO

BUILDING

CERVINO28 Art Studio

STUDIO BLU

ROSETO

DANZO INDUSTRIA GRAFICA

CORTES

Un rigraziamento speciale a:

Elisabeth e Giulio Buono Wilhelm Rall

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