NOTE SULLO STILE
Alessandro Castiglioni
Lo Stile è il nome che Chiara Dynys ha dato alla sua più recente produzione. Presentata a Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, la mostra è completamentededicata a nuove installazioni che attraversano la pratica dell’artista e presentano una serie di riflessionicapaci di svelare un nuovo capitolo all’interno di una poetica che da trent’anni si stratifica in un percorsoininterrotto di trasformazioni linguistiche.
Per questo motivo Chiara Dynys è effettivamente una delle artiste più significative che attraversano la storiadell’arte italiana contemporanea. Lo si desume dalle sperimentazioni pittoriche degli anni Ottanta, dal dialogoideale e fattuale con Diane Arbus, Eva Hesse e Dadamaino, alla costruzione di spazi “monadi” che iniziano aoccupare pareti e ambienti, fino all’utilizzo della luce, della parola e delle sperimentazioni materiche.
Ecco, nello sviluppo di questo viaggio Chiara Dynys spiega come: «La luce e la riflessione sulla materia mi aiutano a superare l’idea di stile. Io non voglio che il mio linguaggiosi inscriva in una forma stilistica: il mio lavoro ha una sua consequenzialità e ossessività nel suo significato.Mi piace usare materiali sempre diversi in modo tale che non siano questi a determinare la riconoscibilitàdella mia ricerca. Vorrei che ogni volta nelle mie opere il significato fosse così riconoscibile da definirel’appartenenza al mio linguaggio; per questo faccio film, uso proiezioni e diversi sistemi luminosi come LED,neon o luce laser o materiali sensibili alla luce come il vetro o gli specchi. In questo modo affermo concettiper me fondamentali come l’attraversamento di una soglia materiale o immateriale, tra visione e nonvisione ma sfuggo all’idea di stile» 1.
La mostra pone al centro questa elusività attraverso “lo stile” per eccellenza, quello del Neoplasticismo di Mondrian. Scrive ancora l’artista «La mostra è la mia affermazione che la forma del linguaggio, anche quando lo stile è rinnegato, come nel mio lavoro, è centrale» 2 A Dynys interessa dunque un progetto di carattere concettuale. Troviamo poi i frammenti estetici e iriferimenti etici a De Stijl: i colori primari, le strutture geometriche, il rapporto plastico tra le forme. Questi elementi sono però oggetto di un lavoro di appropriazione e traduzione in forme che negano lo stileper riaffermalo, un processo di astrazione concettuale.
D’altronde come scrive lo stesso Piet Mondrian nel 1920: «L’astratto non si realizza esclusivamente con la stilizzazione: non si manifesta solo per mezzo dellasemplificazione e della depurazione. L’astratto rimane infatti l’espressione plastica in funzione dell’universale:esso è l’interiorizzazione più approfondita dell’esteriorità e l’esteriorizzazione più pura dell’interiorità» 3.
1 Alessandro Castiglioni, intervista inedita con Chiara Dynys, 22 febbraio 2023.
2 Note autografe al progetto Lo Stile, 30 novembre 2023.
3 Piet Mondrian, Il Neoplasticismo, Principio generale dell’equivalenza plastica,in Piet Mondrian. Il Neoplasticismo, Abscondita, Milano, 2008, p. 21. Ed orig. Le Néo-Plasticisme, Éditions de L’Effort Moderne, Parigi, 1920.
***********
LE OPERE
- Chiara Dynys, Lo Stile, 2024. Installazione ambientale, pietra lavica, smalti, ferro trattato.
La mostra si apre con un’opera enigmatica, realizzata appositamente per l’occasione: Lo Stile. Si tratta di un oggetto ibrido: una struttura metallica trattiene al suo interno una serie di elementi in pietra lavicasmaltata. Appare come una sorta di traduzione di un grande dipinto neoplasticista, è un elemento scultoreo,è un’opera pittorica ma anche un intervento architettonico...
- Chiara Dynys, Tutto, 2015-2023. Installazione ambientale, quindici elementi in metacrilato.
...Come spesso accade, inoltre, Dynys torna e ritorna costantemente sulle sue opere, ripensandole,trasformandole, sviluppandole.
È il caso di Tutto, pensato appositamente per questa occasione a Ca’ Pesaro.
I libri assumono i colori cari al Neoplasticismo e in questa tensione tra opposti esprimono l’equilibrio ideale a cui tutta l’opera di Mondrian tende. Appaiono come una costellazione: disseminati nello spazio, appoggiati a leggii e appesialle pareti, documentano l’universalità e la parzialità del linguaggio, l’enigma della parola scritta...
- Chiara Dynys, Gate of Heaven, 2023. Installazione ambientale, ferro smaltato e LED. - Chiara Dynys, Onde gravitazionali,2024. Installazione ambientale LED strips flessibili
La porta, o meglio la soglia, è un altro topos nell’opera di Dynys... La forma di questa stessa opera siripresenta, inoltre, in diverse installazioni realizzate dall’artista, per esempio in occasione delle mostrepresso Villa Panza a Varese nel 2019, presso il Mart di Rovereto nel 2023 e alla Porta di Milano, Aeroportodi Malpensa, tra il 2023 e il 2024. L’opera intreccia in modo ancora più articolato spazio, forma e colore portando ad un compimentoideale le parole di Mondrian che già nel 1920 scriveva «Il futuro del neoplasticismo e la sua realizzazionepropriamente detta in pittura, risiedono nella cromoplastica in architettura»...Un’opera di luce che trasforma lo spazio e idealmente si riverbera nell’universo. È la stessa artista a dire «La luce è indispensabile; è l’elemento primo senza cui nessuna visioneesisterebbe.
L’arte visiva, anche quella più concettuale, è inestricabilmente legata alla capacità divedere»..
|