Scambio di prestiti tra la Pinacoteca di Brera di Milano e la Galleria Estense di Ferrara. Un’operazione di reciproca valorizzazione quella che porta due Nature morte di Cristoforo Munari sotto la madonnina in cambio dei due Portaroli del Pitocchetto.
Valzer di nature morte tra Milano e Ferrara. Protagonisti i dipinti di Cristoforo Munari – Natura morta con violino e Natura morta con cesto di fiori, brocca di porcellana cinese e frutta – provenienti dalla Galleria Estense di Ferrara e diretti alla Pinacoteca di Brera. Viaggio inverso per le due opere – i due Portaroli realizzati negli anni Trenta del Settecento – di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto. Uno scambio di prestiti che coinvolge poche opere selezionate, che entrambe le istituzioni sperano di valorizzare.
Il progetto è ambizioso soprattutto per la volontà dichiarata di concentrare l’attenzione su poche opere, controcorrente rispetto alla tendenza a costruire mostre importanti dal punto di vista quantitativo, e di penetrarne a fondo le sfumature così da comprenderle appieno.
“Lo spettatore è incoraggiato a scoprire tutto quello che un dipinto racconta di un periodo storico, di un soggetto iconografico, di uno stile pittorico, del rapporto con lo spettatore. Questi piccoli eventi espositivi sono nati per insegnare al pubblico a rallentare lo sguardo” spiega la direttrice delle Gallerie Estensi Martina Bagnoli a proposito della mostra Guardami! Sono una storia… I Portaroli del Pitocchetto (10 luglio – 4 ottobre 2020). Le due opere rappresentano l’apice della produzione a soggetto pauperistico di Giacomo Ceruti e raffigurano due ragazzi di strada impiegati in umili lavori. Un tema che declina in modo particolare l’approccio “reale” alla pittura e si inserisce nella tradizione del naturalismo lombardo.
Le due opere che giungono a Brera (e li rimarranno fino al 4 ottobre) segnano il ritorno all’esposizione temporanea dopo il periodo di lockdown. In questo contesto appare più suggestivo riferirsi a alle Nature morte di Cristoforo Munari con al nomenclatura inglese di Still life, maggiormente evocativo del sentimento resiliente che tutti abbiamo dovuto mettere in gioco in questi mesi. Anche in questo caso l’invito è a indugiare sugli innumerevoli dettagli di cui le opere si compongono: “dalla trasparenza dei vetri soffiati che si combina all’effetto illusionistico dei fogli dello spartito musicale, identico a quelli in uso a Roma per le cantate nella Natura morta con violino alle sapienti pennellate che giocano con la luce sulla brocca, creando un’illusione tattile di frutti e fiori nella Natura morta con cesto di fiori, brocca di porcellana cinese e frutta“.