Oggi 7 dicembre sul canele Vevo di Andrea Bocelli viene lanciato il video di “Ave Maria”, realizzato grazie alla collaborazione del Comune di Loreto e della Regione Marche, in cui è accompagnato dal violino della musicista ucraina Anastasiya Petryshak.
Le immagini mostrano il tenore insieme alla piccola Virginia all’interno della Basilica che custodisce la Santa Casa di Nazareth dove viveva Maria e che, narra la leggenda, nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294, è stata trasportata dagli angeli sulla collina di Loreto. Da quel momento la città fu conosciuta il tutto il mondo ed è diventata meta di pellegrini illustri, grandi santi, fedeli e visitatori da ogni parte del globo.
Loreto per tutto il 2020 e fino al 10 dicembre 2021 è protagonista del Giubileo Lauretano indetto da Papa Francesco in occasione del Centenario della proclamazione della Vergine Lauretana Patrona degli Aviatori, avvenuto nel 1920 con il Breve Pontificio di Papa Benedetto XV.
Loreto, incastonata tra le valli del Potenza e del Musone e posta su un colle, il Monte Prodo, che domina dall’alto l’azzurro del Mare Adriatico, è anche sinonimo di grande arte con il Complesso del Santuario Pontificio della Santa Casa, costituito dalla grande Basilica e dal Palazzo apostolico. La Basilica, che protegge il tesoro delle pareti della Santa Casa, iniziata nel 1469 in stile tardo gotico, di derivazione fiorentina, fu probabilmente ideata sulla base di un progetto di Francesco di Giorgio Martini e fu completata nel 1587. La cupola di Giuliano da Sangallo con all’interno gli affreschi di Cesare Maccari, le conferiscono un aspetto imponente e visibile anche da lontano. L’intero complesso marmoreo che riveste la santa casa è stato progettato da Donato Bramante e racconta parete dopo parete le storie della vita della Vergine. Da segnalare anche le sacrestie di S. Giovanni e S. Marco affrescate da Luca Signorelli e Melozzo da Forlì e la Sala del Tesoro del Pomarancio.
Uscendo dalla Basilica, troviamo la maestosità del Palazzo Apostolico che narra la storia dello Stato della Chiesa e dei Papi che qui venivano a soggiornare e che ospita al suo interno il Museo Pontificio Santa Casa, un viaggio nella storia della devozione mariana lauretana dove l’occhio può sostare sulla maestosità degli arazzi basati sui bozzetti di Raffaello per giungere alla Sala lottesca con capolavori come l’Adultera, il Battesimo di Cristo nel Giordano, l’Adorazione dei Magi di Lorenzo Lotto.
Il Culto della Beata Vergine di Loreto non si ferma in città ma, attraverso l’antica via Lauretana, tocca una molteplicità di percorsi e luoghi che coinvolgono la valle del Chienti e del Potenza, formando la rete dei Cammini Lauretani, ricca di carica simbolica, storico-culturale ed artistica, e preziosa testimonianza del passato.
Non solo, le Marche si possono proprio definire Terra dei Cammini perché sono percorse anche dal Cammino Francescano della Marca, che si estende per 180 km da Assisi ad Ascoli Piceno, ripercorrendo i luoghi che San Francesco ha toccato durante le sue predicazioni lungo le Marche meridionali. Si tratta di centri ad alto interesse storico-religioso e naturalistico: pievi di campagna, eremi, parchi, sorgenti, fiumi, forre selvagge e panoramici crinali, sono solo alcuni dei tesori segnati da questo percorso unico ed indimenticabile.
Sull’esempio del Santo Patrono d’Italia camaldolesi, cistercensi e francescani hanno costellato il territorio marchigiano di monasteri, abbazie, conventi, alcuni dei quali aprono ancora oggi le loro porte a ospiti e visitatori come un tempo le aprivano a pellegrini e viandanti. Dall’Eremo di Fonte Avellana a Serra Sant’Abbondio (PU), passando per l’Eremo S. Maria Di Val Di Sasso Di Valleremita a Fabriano (AN) e l’Abbazia Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra in provincia di Macerata, fino a all’Eremo di San Leonardo a Montefortino (FM) e a quello di San Marco ad Ascoli Piceno solo per citarne alcuni.
Nel tempo le città d’arte hanno visto crescere ed ampliare le Cattedrali, oggi vere e proprie chiese museo, mete di visitatori e amanti della cultura e ogni borgo ha disseminati nel suo territorio capolavori della storia dell’arte, come ad esempio i cosiddetti Polittici dei Monti Azzurri che sui Sibillini maceratesi narrano l’arte, la fede e la cultura di quei luoghi.