RAFFAELLA CARRA’: MAURIZIO COSTANZO E TOMMASO ZORZI A R101

“RAFFAELLA ERA LA VICINA DI CASA, POTEVA FARE LA TELEVISIONE, AVERE UN NEGOZIO, FARE LA MAGLIA”

 “SE NE È ANDATA VIA IN PUNTA DI PIEDI CON UNA DIGNITÀ, UN RISPETTO DAI QUALI TUTTI NOI DOBBIAMO IMPARARE”.

 “QUESTA NON E’ RETORICA, E’ RICONOSCENZA”

Ieri sera Tommaso Zorzi, nel suo consueto appuntamento all’interno del programma di Maurizio Costanzo su R101, ha chiacchierato con Costanzo e Carlotta Quadri di Raffaella Carrà.

Secondo Costanzo “Raffaella era la vicina di casa, poteva fare la televisione, poteva avere un negozio, poteva fare la maglia, lei era la vicina di casa”.

Zorzi: “Ogni singolo italiano ha un bel ricordo legato alla Carrà, che sia un trenino di Capodanno con ‘Tanti auguri’ o un pianto con ‘Forte forte’. Credo che valgano entrambi allo stesso modo.
Lei ha completamente rivoluzionato il modo di comunicare alla gente in Italia”.

Costanzo: “Raffaella ha sdoganato l'ombelico, ha consentito a tutti di cantare ‘A far l'amore comincia tu’. Sono tutte frasi che anche la signora Nina del secondo piano può dire al marito ‘a far l'amore comincia tu’. Questa è l'universalità di grandi personaggi televisivi come la Carrà”.

Zorzi: “Con le sue canzoni ha coniato dei modi di dire che sono un po' di tutti, perché io credo che se per strada incontri uno che ti dice ‘e se ti lascia lo sai che si fa?’ non c'è una persona che non ti risponda ‘trovi un altro più bello che problemi non ha’ e quando entri fino a questo punto nel cuore delle persone significa che hai rivoluzionato tutto”.

Costanzo: “Ho visto alcune persone non più giovanissime al passaggio del carro funebre della Carrà tirare giù la mascherina e mandarle dei baci Ma quando mai? Solo un grande personaggio amato come era Raffaella…”

Zorzi: “Una cosa che mi ha molto colpito è la cassa nella quale si è fatta portare in chiesa, una cassa di legno quadrata che non aveva nulla che facesse intendere che lì dentro c'era la Carrà. Questo è un grande gesto per tutti noi. Se ne è andata via in punta di piedi con una dignità, un rispetto dai quali tutti noi dobbiamo imparare. Pur non avendo vissuto i suoi anni, a me piace definirmi uno dei tanti figli di Raffaella perché Raffaella davvero ha toccato il cuore di tutti. Questa non è retorica, è riconoscenza”.

 

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