MASI LUGANO: FACCIA A FACCIA: GIACOMETTI, DALÍ, MIRÓ, ERNST, CHAGALL; OMAGGIO A ERNST SCHEIDEGGER

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Nel contesto delle celebrazioni legate al centenario della nascita di Ernst Scheidegger (Rorschach, 1923 – Zurigo, 2016), il MASI Lugano apre la stagione espositiva 2024 con la mostra, a cura di Tobia Bezzola e Taisse Grandi Venturi in collaborazione con il KunsthausZürich e la Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, Faccia a faccia Giacometti, Dalí, Miró, Ernst, Chagall. Omaggio a Ernst Scheidegger, un tributo all’artista svizzero che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della fotografia.

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Attivo come fotoreporter, splendidi i suoi reportage che raccontano la vita quotidiana nell’Europa del secondo dopoguerra, tra edifici bombardati, nuovi consumi, cortei e giostre come gli scatti dedicati alla Chandigarh di Le Corbusier, collaboratore della rinomata agenzia Magnum Photos e al contempo assiduo frequentatore della scena artistica d’avanguardia parigina, Scheidegger, diventato celebre attraverso i ritratti d’artista, da Joan Mirò a Marc Chagall, da Salvador Dalì a Le Corbusier,  senza dimenticare il Maestro dell’esistenzialismo, Alberto Giacometti, l'amico fraterno che Scheidegger ha osservato per anni e documentato attraverso foto, film e libri. Personalità sfaccettata e multiforme, Scheidegger è stato anche pittore, grafico, regista e, in seguito, editore e gallerista, nel 1971 aprì una propria galleria d'arte a Zurigo.

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La mostra al MASI ripercorre la produzione di questo straordinario fotografo attraverso un nucleo di oltre cento immagini composto da un’ampia scelta di scatti giovanili inediti del decennio 1945 - 1955 e dai celebri ritratti d’artista, realizzati su commissione dalla metà degli anni Cinquanta. Dal percorso espositivo emerge come l’accento sociale, lo sguardo poetico e sperimentale dei primi lavori si risolva nelle composizioni ariose, chiare ed elegantemente calcolate dei ritratti d’artista che hanno reso celebre Scheidegger.

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Il “faccia a faccia” tra Scheidegger e i protagonisti e le protagoniste dell’arte del Novecento si sviluppa in un dialogo spontaneo tra i ritratti fotografici e una selezione di importanti opere delle artiste e degli artisti di volta in volta immortalati. Una sezione a parte - trait d’union tra i due capitoli del percorso - è dedicata invece al legame stretto con Alberto Giacometti. La mostra presenta inoltre il noto cortometraggio 'Alberto Giacometti', realizzato da Scheidegger in collaborazione con Peter Münger tra il 1964 e il 1966.

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“Faccia a faccia”: il percorso della mostra

Forti contrasti luminosi, prospettive stranianti e messa a fuoco disinvolta caratterizzano i lavori giovanili di Scheidegger, con cui si apre il percorso della mostra. Sono scatti privati, realizzati in bianco e nero con una macchina Rolleiflex, risultato delle peregrinazioni dell’artista tra Svizzera, Italia, Paesi Bassi, Jugoslavia e Cecoslovacchia. Da Belgrado a Montecassino, dalla Val Verzasca a Parigi, le immagini immortalano gli abitanti di un’Europa devastata dal conflitto, ma anche desiderosa di vita: cantieri navali abbandonati, volti puri di bambini negli orfanotrofi e nelle carceri minorili si alternano a racconti di un’umanità affamata di vita, che si riversa tra le strade.

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In questa fase, a interessare Scheidegger sono le persone e una realtà quotidiana che egli sa cogliere con accenti poetici e un’attenzione al sociale, in cui pare dimenticarsi delle lezioni apprese alla Kunstgewerbeschule di Zurigo sulla fotografia oggettuale. È, il suo, un repertorio che “racchiude molti temi classici dei neorealismi fotografici e cinematografici del secondo dopoguerra: il riverbero delle luci di scena sui volti degli artisti e dei clown di un circo, le emozioni a buon mercato della fiera e del luna park, la rumorosa vita popolare che anima le strade dell’Europa del Sud, i bambini di strada, l’Esercito della salvezza, le sagre, le manifestazioni dei lavoratori” – come scrive Tobia Bezzola nel suo saggio in catalogo.

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Dalla polvere delle strade alla calma degli atelier degli artisti: è un percorso non scontato quello di Scheidegger, che presto va a incrociarsi con quello di Alberto Giacometti, conosciuto durante il servizio militare in Engadina nel 1943. La mostra documenta, in una sala dedicata, il profondo rapporto con l’artista, raccontato da una serie di rare vintage prints.

Le fotografie, scattate durante diversi incontri sia a Stampa che a Maloja in Val Bregaglia, in Engadina che nell’atelier di Giacometti a Montparnasse a Parigi, mostrano momenti privati da prospettive insolite, che portano dentro il tempo della loro creazione.

Il legame di fiducia tra l’artista e il fotografo consentirà a Scheidegger di rubare anche scatti emblematici, non da ultimo uno dei rari ritratti frontali di Giacometti, poi utilizzato anche sulla banconota svizzera da 100 franchi. In una giocosa mise en abyme tra pittura e fotografia, la mostra presenta anche un ritratto di Scheidegger dipinto da Giacometti intorno al ’59.

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Non solo Giacometti: nella capitale francese Scheidegger inizia a frequentare la scena artistica e letteraria d’avanguardia e si specializza in ritratti d’artista per riviste di settore e progetti editoriali. Da Joan Miró a Salvador Dalí, da Max Bill a Marc Chagall, in mostra sfilano i ritratti di grandi artisti del Novecento con cui l’obiettivo di Scheidegger si è trovato faccia a faccia. Raramente in posa, mai glamour, le artiste e gli artisti compaiono sempre nel loro ambiente, al cavalletto o sul tavolo da disegno -come Verena Loewensberg o nell’atelier, come Germane Richier. Sono artefici al lavoro. È una fotografia che non celebra sé stessa, ma si pone al servizio dell’arte quella di Scheidegger. E, soprattutto, mantiene sempre uno sguardo calmo, in cui è il tatto a prevalere. Un’attenzione che non sempre sottintende vicinanza o intimità: se Salvador Dalí sembra sorpreso con ironia giocosa e simpatia, nei ritratti di Le Corbusier e CunoAmiet non è nascosto il carattere di un’opera su commissione e si percepisce distanza. È invece il ritratto di un’assenza quello di Sophie TauberArp, prematuramente scomparsa, di cui Scheidegger ha immortalato lo studio vuoto.

Grazie anche al taglio di luce e alle sapienti composizioni, il ritratto delle personalità creatrici si estende, negli scatti di Scheidegger, anche all’atelier e agli oggetti d’arte, rivelando qualcosa del processo creativo. Un allargamento dello spazio, che in mostra prende corpo in una selezione di opere d’arte realizzate dagli artisti e dalle artiste di volta in volta immortalati. Doppiamente rappresentati, i protagonisti e le protagoniste della storia dell’arte del Ventesimo secolo scandiscono così il percorso espositivo dedicato a un’eclettica figura di artista che, per gran parte, ne ha condiviso l'avventura, sempre considerando le immagini come parte di un'impresa comune.

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In occasione della mostra è stato pubblicato, ad ottobre 2023, il volume “Ernst Scheidegger. Fotograf” con testi di Tobia Bezzola, Philippe Büttner, AlessaWidmer ed Helene Grob. Edizione tedesca e inglese Scheidegger & Spiess, edizione italiana Edizioni Casagrande Bellinzona.

Save the date: domenica 18 febbraio 2024, alle ore 11:00 Tobia Bezzola, direttore del MASI e curatore della mostra, presenterà il libro “Il tempo passa troppo presto. Lettere alla famiglia” in dialogo con Casimiro Di Crescenzo, storico dell’arte e curatore del volume, che raccoglie per la prima volta nella versione originale italiana un’ampia scelta di lettere di Giacometti alla famiglia, indirizzate al paese natale in val Bregaglia.

Sedi espositive

LAC

Piazza Bernardino Luini 6

CH – 6900 Lugano

Palazzo Reali

Via Canova 10

CH – 6900 Lugano

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