"Diventeremo l’ateneo di riferimento mondiale nel green e circular food".
L’Università di Scienze Gastronomiche celebra i suoi primi 15 anni di lavoro nell’ambito della cultura del cibo con un rapporto dedicato all’impatto ambientale, sociale ed economico dell’ateneo. E 35 nuovi obiettivi da raggiungere in tre anni.
Giovedì 17 ottobre 2019, nella Sala Rossa l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, le parole di Ian Ray Shoo, uno dei 500 allievi che da tutto il mondo che affollano annualmente le aule dell'Ateneo, hanno aperto la presentazione del primo "Rapporto di Sostenibilità" dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Ventiduenne, originario della Tanzania, lo studente ha raccontato al pubblico intervenuto la complessa vicenda umana e familiare vissuta prima di riuscire a coronare il proprio sogno di completare i propri studi nell’accademia nata nel 2004 grazie all’iniziativa del gastronomo e filantropo di fama internazionale Carlin Petrini e di altri amici convinti dell’opportunità di offrire una dimensione accademica alla ricerca legata a tutto quanto è cultura dell’alimentazione e della gastronomia.
Una realtà, riconosciuta dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che dopo tre lustri di attività e dopo aver formato 2.514 gastronomi provenienti da 92 Paesi del pianeta si è posta un nuovo importante traguardo nel voler divenire, come illustrato dallo stesso presidente, “l’Università di riferimento sui temi della sostenibilità in ambito food”.
“La sostenibilità è un pilastro della nostra missione che è declinata verso l’analisi, lo studio e la ricerca del cibo, definito attraverso la trasformazione socioeconomica, l’ammodernamento culturale e la valorizzazione delle differenze di forme di vita e cultura", ha spiegato il rettore Andrea Pieroni, ricorrendo alla metafora del guado per indicare come "questo primo Rapporto di Sostenibilità rappresenta per noi un’occasione importante, sia per riflettere sulle azioni che abbiamo portato avanti nel corso degli anni, sia per migliorare il nostro profilo ambientale, sociale e culturale, ma soprattutto per immaginarci come diventare l’università ‘di riferimento’ del green e circular food nel mondo”.
Nelle 108 pagine del della relazione, intitolata "Essere Pollenzo - Unisg la forza del sistema" – compaiono i punti che contrassegneranno l’impegno dell’ateneo verso un modello di gestione sostenibile, testimoniato anche dalla recente adesione alla "Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile" (Rus), così come dalla nomina di un "delegato alle Politiche di Sostenibilità", dall’intenzione di costituire un team rivolto a tali aspetti, insieme alla volontà di programmare una serie di incontri formativi sui temi della sostenibilità aperte alle varie parti interessate.
“Abbiamo agito su vari livelli, studiando a fondo l’identità dell’ateneo” – ha poi spiegato Riccardo Taverna, direttore Economia Civile & Sostenibilità di Aida Partners, che ha collaborato alla stesura del rapporto –. Siamo partiti dall’analisi dei processi per identificare degli indicatori di prestazione significativi per la gestione (Kpi). Questo processo, che ha visto il coinvolgimento di gran parte dei portatori di interesse, si svilupperà sempre più ampiamente nel corso dei prossimi anni”.
Tutte le notizie raccolte troveranno nel tempo gli strumenti opportuni per essere rendicontate portando, a partire dalla prossima edizione del 2020, alla definizione di un vero e proprio bilancio di sostenibilità che seguirà le linee guida approvate a livello internazionale.
"ESSERE POLLENZO": I NUMERI DELL’ATENEO
La relazione di sostenibilità dell’Università fornisce anche una visione complessiva dell’identità dell’ateneo che nell’anno accademico 2017-2018 si riassume: 477 studenti, di cui 158 internazionali, provenienti da 46 Paesi; 51 borsisti (tra corsi di Laurea e Master), provenienti da 22 Paesi; 5.148 ore di docenza; 97 viaggi didattici e uscite sul territorio, corrispondenti a 605 giorni di cui 53% all'estero; 23.730 libri catalogati nella biblioteca didattica.
UN PIANO IN 35 OBIETTIVI
Dopo un focus sulla governance dell’Università, sugli organi che ne fanno parte, che ne sostengono le iniziative, e dell’insieme degli stakeholder che vi gravitano attorno, sono stati poi presentati i contenuti del piano strategico 2018-2020, attuato per tratteggiare le linee di sviluppo dell’Ateneo con un respiro triennale.
Un piano, suddiviso in tre aree, costituito da 35 obiettivi suddivisi tra Didattica (17 obiettivi), Ricerca (10 obiettivi) e Terza Missione (8 obiettivi).
Se il tema della sostenibilità rappresenta il fil rouge che unisce i diversi insegnamenti impartiti nei corsi triennali, specialistici, di master e dottorato, Unisg porta avanti azioni concrete per fare della teoria una pratica quotidiana condivisa dalla comunità universitaria, in particolare sul fronte della sostenibilità ambientale, con precisi impegni negli ambiti della gestione dei rifiuti, nella riduzione degli scarti prodotti e del uso di plastiche e della mobilità sostenibile.
GLI "OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE" (SDGs)
Il Rapporto di Sostenibilità ha permesso a Unisg di analizzare l'impatto del suo operato sugli "Obiettivi di sviluppo sostenibile" (SDGs), punto di riferimento e di ispirazione per molte analisi legate alla sostenibilità.
Un esercizio molto importante per prendere coscienza di quanto gli stessi fossero principi già presenti nell'atto fondativo dell’Unisg e nell'azione quotidiana del suo operato. Leggendo tra le pagine del rapporto omerge che l’offerta didattica Unisg incide a 360° su tutti gli obiettivi individuati dall’Onu, così come lo stesso ruolo che gli studenti andranno a occupare nel mondo lavorativo.
Questo con particolare riguardo agli impegni riguardanti l’offerta di "un’educazione di qualità, equa e inclusiva" (SDG 4) e sulla "riduzione delle diseguaglianze" (SDG 10) – grazie a politiche volte a garantire il diritto di studio mediante un articolato sistema di borse di studio, con 8,9 milioni di euro investiti sinora sul capitolo e 260 studenti beneficiati, il 10% della popolazione studentesca.
Ancora, il “sistema Pollenzo” trova una risposta assai positiva nella condizione occupazionale dei laureati e diplomati Master dell’ateneo nei 12 mesi successivi al conseguimento del titolo: il 91,5 % è occupato in attività lavorative retribuite o di studio; il 38,5% dei laureati e diplomati con un impiego lavorativo è occupato all'estero.