In una fantastica cornice cinquecentesca dai tratti rurali, freschezza, qualità e tradizione sposano estro e gusto regalando emozioni.
La vita in cascina è storia d’altri tempi, un mondo quasi scomparso. Eppure, i segni del passato agricolo non sono scomparsi del tutto. E, a pochi chilometri da Milano, nel territorio di Segrate, le cascine punteggiano ancor oggi il paesaggio, a volte ruderi dimenticati tra i campi, altre ristrutturate e fiere. Tra queste ultime, in via Olgia, a pochi passi dalla Cassanese, un’antichissima cascina, citata in testimonianze che risalgono all’anno 1346 e passata nel tempo tra le mani di numerosi proprietari, è oggi, dopo un sapiente lavoro di recupero, un’oasi golosa dove la cucina tradizionale unita a un pizzico di fantasia e creatività si fonde con materie prime eccellenti, selezionate quotidianamente una ad una, regalando menu in grado di soddisfare anche i palati più esigenti, proposto, a piano terra, in due ampie e luminose sale con cucina a vista che lascia l’acquolina in bocca e una sala, al piano superiore, più discreta e raccolta con l’affaccio sulla corte e uno scenografico camino.
Una cucina con specialità di mare e di terra che vive grazie alla passione di una brigata affiatata che da anni lavora insieme con entusiasmo, capitanata da Francesco Rizzo, gestore della location, cagliaritano doc, diventato noto a molti dopo la presenza a “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese, che della sua cucina ci racconta: "non è un ristorante di cucina sarda, ma un ristorante “fatto da sardi”. La cucina, infatti, è nelle mani di chef provenienti da Cagliari, città porto di mare che è anche l’unico punto della Sardegna amante del pesce, perché per il resto è un’isola di montanari e il porceddu viene prima di tutto. I cagliaritani in Sardegna sono chiamati sa gattu, il gatto, perché sono mangiatori di pesce". E qui il pesce è superlativo: fresco di giornata e preparato in maniera elegante con ricette che fanno risaltare, con calibrate e azzeccate note creative, i prodotti di qualità strepitosa siano essi le aragoste o i carabineros sardi, il tonno di Carloforte, le ombrine della Gallura, le ostriche degli allevamenti in Normandia.......Possiamo così gustare,in chiave gourmet (ma non nelle porzioni!), una Ceviche di ombrina con lime e tartufo, che sorprende e convince; ma anche una Capasanta scottata con foie gras, che esalta non soltanto il gusto e l’olfatto, ma anche la vista o ancora l’insalata di astice alla Sergio Mei, l'ex executive chef del celebre albergo Four Seasons di Milano, cuoco-insegnante alla École Lenôtre di Parigi e uno dei più apprezzati interpreti della cucina italiana che propone qui, in serate evento, la sua cucina raffinata, costituita da ingredienti sardi semplici, ma rielaborati secondo i dettami della moderna gastronomia. Tra i primi, tutti curatissimi anche nella presentazione, senza nulla togliere alle altre proposte, sia di mare che di terra, come i Culurgiones ogliastrini, i Malloreddus alla campinadese o le Tagliatelle fresche con ragù di cinghiale e pecorino, entra di diritto ai primi posti nella mia top ten la Freula nera con polpa di riccio, straccetti di calamaro e caglio di capretto, un grandissimo piatto della tradizione sarda, rivisitato con un tocco di originalità e una dose abbondante di ingredienti genuini e locali come la fregola artigianale che dà un enorme soddisfazione in bocca.
Piatti belli, ma soprattutto buoni nel loro calibrato equilibrio di sapori, anche per i secondi, tutti da annoverare fra quelli che ti tentano anche se non hai tanto appetito! Se proprio ne dovessi scegliere uno: il Trancio di ombrina con salsa alla vernaccia e topinambur, un sapiente mix di sapore di mare e di terra che si fa notare per stile e gusto, estetica ed equilibrio. Per gli amanti della carne nessun problema, anche per loro un menu di terra ricco ed intrigante, da godere con l’occhio oltre che con il palato, figlio di una grande ricerca e passione culinaria. Imperdibile il Controfiletto d’agnello al fieno e carciofo alla vaniglia, un proposta raffinata che accontenterà anche il palato più difficile. A chiudere tutta questa epifania di sapori e profumi, se riuscite ad ignorare il senso di sazietà incipiente, dolci tradizionali semplicemente spettacolari, se così non fosse, un bicchierino di mirto non industriale, ma originale sardo, servito su due dita di ghiaccio, e un ottimo caffè. In abbinamento a tutti i piatti ottimi vini, vini sinceri, come lo spirito di questo locale, custoditi in una cantina storica, ricca di centinaia di bottiglie provenienti da ogni parte della penisola, con una forte prevalenza di etichette sarde: Cannonau, Vermentino, Carignano del Sulcis e non solo.
Cascina Ovi
Via Olgia, 11
Segrate, Milano
Tel.: 02 213 95 81
www.cascinaovi.it
Servizi; parcheggio riservato; dehors; menu vegetariano; animali di piccola taglia ammessi.