Continuiamo il nostro viaggio nel mondo degli interni, gli spazi quotidiani nei quali viviamo le nostre vite, che riflettono il nostro senso di appartenenza e di casa.
Nostalgia del passato.
Un salotto all’interno di un carro gipsy, tappezzerie sbiadite, antichi guardaroba che traboccano di pellicce vintage, capi in seta decorati con graffiti e coperte trapuntate.
Nomadi che raccolgono oggetti e materiali in un viaggio senza fine.
Il risultato è una collezione che combina ere, stili e culture.
Una prospettiva Universale.
I tessuti sono mescolati insieme in un mix di texture, stampe e ideali; eco-pelliccia e pelle sintetica, la stampa Meaningless, pezzi sartoriali stile vecchia Hollywood e camicie ispirate al 17° secolo. Motivi floreali e jacquard sono accostati ad abiti soffici in velluto, pizzo e animalier.
Tartan dai toni terrosi abbinati a fantasie a quadri e borse patchwork fatte a mano in Kenya, scarpe platform Madras Tartan & Vivienne Clompers danno l’impressione di un guardaroba collezionato nel corso del tempo, in diversi continenti.
Il denim è strappato e cut-out; il velluto è cucito insieme ad avanzi di tessuto fantasia, come se i capi fossero stati riparati. La stampa Brushstroke, che sembra dipinta a mano, viene riproposta sia sui completi sartoriali, che sul denim organico e sugli abiti. La maglieria è in parte serigrafata, in parte hand-painted con tinte vegetali.
Morale: D.I.Y. (Do It Yourself)
“We shot the collection in Peter Jones- it was our favourite shop. It’s a store for everyone.
You can find everything you need. It’s an English institution.
We also shot at Sadie Coles’ gallery in Mayfair, she’s a friend and we were allowed to shoot with the art, Jonathan Lyndon Chase – great paintings & great sculptures. Then all around town – Carnaby Street, Soho. It’s a mix of London, Londoners.”
-Andreas Kronthaler