MILANO, TEATRO ELFO PUCCINI: ROBERTO ZUCCO

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Bernard-Marie Koltès

traduzione Francesco Bergamasco

adattamento, regia, scene e video Giorgina Pi

colonna sonora originale Valerio Vigliar

ambiente sonoro Collettivo Angelo Mai

costumi Sandra Cardini e Gianluca Falaschi

con Valentino Mannias e Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Monica Demuru, Gaia Insenga, Giampiero Iudica, Dimitri Papavasilìu, Aurora Peres, Alessandro Riceci, Kevin Manuel Rubino, Alexia Sarantopoulou

un progetto di Bluemotion

produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Metastasio di Prato e RomaEuropa Festival

in accordo con Arcadia & Ricono Ltd. Per gentile concessione di François Koltès.

L’opera Roberto Zucco è edita da Arcadiateatro Libri, Bernard-Marie Koltès TEATRO – Volume 2

Dopo la frequentazione dei testi di Kae Tempest, Caryl Churchill, Pasolini e un lungo lavoro dedicato alla riscrittura del mito, Giorgina Pi sceglie Roberto Zucco, testo postumo di Bernard-Marie Koltès, ispirato alla vera storia. Roberto Succo è un giovane originario di Mestre che, dopo aver barbaramente ucciso i genitori, evade dal carcere e, benché inseguito dalla polizia di tre stati, riesce a perpetrare una serie di altri crimini prima di venire nuovamente catturato e suicidarsi in carcere, nel 1988.

Lo spettacolo, nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova (in coproduzione con Teatro Metastasio di Prato e Romaeuropa Festival), arriva all’Elfo Puccini dopo la prima nazionale del 25 ottobre al Romaeuropa Festival e le repliche al Teatro Gustavo Modena di Genova.

In scena Valentino Mannias nel ruolo principale e un cast multiforme composto da attori e attrici, Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Monica Demuru, Gaia Insenga, Giampiero Judica, Dimitrios Papavasilìu, Aurora Peres, Alessandro Riceci, Kevin Manuel Rubino, Alexia Sarantopoulou.

In un momento storico come quello attuale, la regista conferma, insieme al suo gruppo creativo, il collettivo Bluemotion, la sua visione politica, restituendoci un testo che ha al suo centro il tema della inesorabile diffusione della violenza. In particolare, quella di classe, quella domestica, quella sulle donne e, in ultimo, verso se stessi.

«Per me – afferma Giorgina Pi – questa storia di quasi quarant’anni fa rispecchia il nostro tempo. Dopo Pilade, Lemnos e Tiresias scelgo Roberto Zucco nel desiderio di leggere un dramma attraverso gli occhi di un eroe negativo. E voglio farlo con Bernard-Marie Koltès, che considero uno dei più grandi tragici contemporanei. Portare in scena il male, l’indifendibile e, oltre ogni morale, quello che l’autore mette sullo sfondo dal primo all’ultimo verso: il rischio di affacciarsi sul mondo per l’ultima volta, compresa la sua attrazione per questo assassino feroce. Un racconto che corre inesorabile verso la morte, in cui nessun personaggio è salvo».

La storia è ambientata nel Sud della Francia, in una provincia torbida. Ma si sente forte emergere la Parigi che Koltès tanto amava e che tanto ha vissuto. È la città maleducata, mista, dove la libertà preme: Pigalle, Barbès, l’Africa ovunque, dove Roberto Zucco sogna di fuggire.

Nel 1988 Jean-Marie Le Pen ha più del 14 per cento dei voti e per Koltès l’ascesa del Front National è insopportabile.

«Roberto Zucco – aggiunge Giorgina Pi - è popolato dai corpi e dalle esistenze che l’hanno sempre abbagliato. Gli ultimi, le reiette, le notti inconsolabili dove la disperazione si fa violenza e carnalità. Luoghi reali e simbolici, dove gli uomini sono predatori e le donne inventano modi per difendersi. Non c’è retorica. Roberto Zucco è un gioco tagliente che sembra dirci quanto è potente e doloroso vivere quando non si ha più nulla da perdere».

Nella rielaborazione drammaturgica del fatto di cronaca, Roberto Zucco è un personaggio alla ricerca dell'ignoto, sospinto dall'inquietante ansia di voler superare nuove frontiere. Dal mito prende la tensione a spingersi oltre ogni confine, come Icaro cerca di avanzare verso una luce estrema, ma finisce la sua folle corsa verso il sole, svelando le pieghe più profonde e nere dell’animo umano.

Bernard-Marie Koltès incontrò lo sguardo dell’assassino Roberto Succo per caso, su un manifesto affisso nel metrò e intercettando, poi, i fatti di cronaca del 1988, suo ultimo anno di vita. (Morirà nel 1989, a 41 anni, per le conseguenze dell’Aids).

«Ecco perché Roberto Zucco può essere inteso come un testamento spirituale – conclude Giorgina Pi - sulla marginalità e il concetto di violenza che stava maturando all’alba degli anni Novanta.

Il linguaggio del dramma è essenziale. I dialoghi, quasi brandelli di un discorso interrotto, tracciano scene brevi in uno stile secco e senza enfasi. C’è inoltre una tensione sotterranea: l’energia di Koltès che si batte per prolungare la sua vita e che, fino alla fine come Zucco, possiede una strana certezza di sopravvivere».

Roberto Zucco fu pubblicato postumo e venne presentato, prima in lingua tedesca, alla Schaubühne di Berlino nell’aprile del 1990 da Peter Stein e poi in versione radiodramma da France-Culture, lo stesso anno, nella rielaborazione di Catherine Lemire. Fu presentato per la prima volta in Italia, nel 1992, dallo Stabile di Genova con la regia di Marco Sciaccaluga; nel 1994 lo mise in scena Elio De Capitani per il Teatro dell’Elfo.

 

Dal 13 al 17 novembre | sala Fassbinder

 

Teatro Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano

Orari: mercoledì/venerdì ore 20.30 | sabato ore 19.30 | domenica ore 16.30

Prezzi: intero € 38/34 | <25 anni € 15 | >65 anni € 20 | online da € 16,50

Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – whatsapp 333.20.49021

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