MILANO, TEATRO FRANCO PARENTI: L’ORESTEA

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interpretazione e traduzione Emanuele Severino
drammaturgia e regia Maurizio Schmidt
con Chiara Aquaro, Viviana Curcio, Simone Debenedetti, Nicoletta Epifani, Domenico Fiorillo, Gaetano Franzese, Flavio Innocenti, Lucrezia Mascellino, Claudio Pellegrini, Federica Pirone

musiche dal vivo Bruna Di Virgilio (violoncello, suoni elettronici)
assistente alla regia Ilaria Zanotti
assistente ai movimenti scenici Luca Fusi
luci Massimo Guarnotta
macchinista Federico Fe d’Ostiani
organizzazione Marta Ceresoli

produzione Farneto Teatro / BAS Boffalora Acting Studio

Durata 2h30’ con intervallo

Dal 14 al 26 Gennaionella Sala A2A del Teatro Franco Parenti l’intera, immensa, trilogia di Eschilo in poco più di due ore. Maurizio Schmidt, insieme ad un gruppo di giovani attoriprovenienti da tutta Italia e cresciuto attraverso differenti residenze dal tempo del primo lockdown, compie un viaggio intorno alle radici del Teatro interrogandosi sulla sua potenza ed il suo senso. 

Guidati dalla raffinata traduzione di Emanuele Severino, scritta per l’Orestea di Franco Parenti andata in scena all’allora Salone Pier Lombardo nel 1985, i giovani attori si sono cimentati in un lavoro corale “a corpo libero”, senza altri riferimenti che lo spazio, la parola, il gesto e il canto.

Pietra miliare del Teatro occidentale L’Orestea è una straordinaria metafora, sotto forma di tragedia, della nascita della democrazia e della giustizia. È un’eredità che arriva dal 458 a.C. e ci parla di una società turbata dalla guerra, dell’attesa di un evento che riporti la felicità, della liberazione dagli errori delle generazioni precedenti, del bisogno di una politica etica, della democrazia, del tramonto degli dèi e della loro sostituzione con l’intelligenza dell’uomo; ma soprattutto della ricerca di un rimedio, dentro e fuori di noi, alla crisi che attraversiamo, nonché la celebrazione del pensiero dell’uomo agli albori della sua storia sociale.

LA STORIA

Le vicende dell’Orestea guidano alla scoperta del passaggio di civiltà tra la vendetta di sangue (propria del ghenos) e la giustizia (propria della polis). La storia di Oreste, colpevole di aver dovuto vendicare – aizzato dagli dei - suo padre, uccidendone l’assassina è a tratti un’epopea eroica e a tratti un incubopsichico contemporaneo. Le leggi del creato gli chiedono, per il bene della stirpe, la cosa più contro natura che esista: uccidere la madre. Ed Oreste è il più antico specchio esistente dei dilemmi dell’umanità; è “l’uomomoderno”, un antieroe che avrà infinite variazioni future e che da grande si chiamerà Amleto.

Seguendo il percorso della faida familiare degli Atridi, ci si trova di fronte a una sequenza di vendette, di azioni e reazioni, un circolo vizioso in cui in realtà nessuno è libero di agire.

NOTE DI REGIA

Questa Orestea è un lavoro corale “a corpo libero”, senza altri riferimenti che lo spazio, la parola, il gesto, il ritmo e il canto. Nessuno immaginerebbe saggio consegnare un materiale tanto complesso ad un ensemble di giovani attori. 

Ma forse sono proprio loro che hanno il diritto di riceverlo. L’attraversamento del dolore, il senso della polis, la riflessione collettiva in loro acquisisce una leggerezza che permette di far pace con la sudditanza dai classici e l’immagine pedante della tragedia.

Grazie a loro ci si può accorgere di quanto i tre segmenti della trilogia siano differenti. Agamennone è un prologo tragico, denso e carico di nuvole. Ma Coefore è una divertente commedia con due fratelli che si ritrovano in modo buffo e tendono una trappola agli usurpatori con l’aiuto delle serve. Eumenidi poi, è fancy e visionaria: in scena ci sono solo dèi che litigano per il possesso di un uomo e non trovano altra soluzione al problema che hanno creato, che chiedere aiuto agli uomini stessi.

Ci piacerebbe far sentire più vicina a noi la tragedia antica, evitando le barriere architettoniche e linguistiche che ci separano da quello che è stato il teatro più politico di tutti i tempi. Perché in fondo il teatro delle origini è una piazza piena di gente in cui passano degli eroi che vengono da quella gente interrogati. Vorremmoessere quella piazza. Interrogare il mito antico con spudoratezza, aiuta a tenere viva la riflessione sul senso del teatro. E soprattutto aiuta a scoprire il piacere di farlo in tanti.

Maurizio Schmid

Dal 14 al 26 Gennaio | SALA A2A

ORARI

martedì 14 Gennaio - 19:30

mercoledì 15 Gennaio - 20:30

giovedì 16 Gennaio - 19:45

venerdì 17 Gennaio - 20:15

sabato 18 Gennaio - 19:30

domenica 19 Gennaio - 17:00

martedì 21 Gennaio - 19:30

mercoledì 22 Gennaio - 20:30

giovedì 23 Gennaio - 19:45

venerdì 24 Gennaio - 20:15

sabato 25 Gennaio - 19:30

domenica 26 Gennaio - 17:00

PREZZI

intero 25€;
under26/over65/ Carta Giovani 18€

Tutti i prezzi non includono i diritti di prevendita.

Info e biglietteria

Biglietteria
via Pier Lombardo 14
02 59995206
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