di Valeria Cavalli e Claudio Intropido
con Andrea Robbiano e Antonio Rosti
Avevamo conosciuto il professor Roversi 6 anni fa, con una lezione su Leopardi. Ora deve confrontarsi con Dante Alighieri e il suo Inferno e, fra tante incertezze, cerca l’ispirazione che faccia scattare l’interesse dei ragazzi. Ad aiutarlo interviene un misterioso bidello, che il professor Roversi è convinto di non aver mai incontrato, ma considera al contempo familiare…La diffidenza iniziale di entrambi si trasforma in sfida, in gioco, in un dialogo serrato e ironico, ricordi e rimandi e soprattutto in un non convenzionale e appassionante incontro con la letteratura che porterà a un colpo di scena finale. E quindi al via “Scateniamo l’Inferno”.
“Era quasi prevedibile che, nel settimo centenario della morte di Dante, il teatro ragazzi si misurasse col Sommo poeta; meno scontato che l’operazione non si risolvesse in un centone didattico, da ammannire agli incolpevoli studenti delle scuole.
Nel DNA di Quelli di Grock (ora Manifatture Teatrali Milanesi), c’è da sempre una vocazione educativa di altro profilo, e non stupisce che Valeria Cavalli e Claudio Intropido, con “Scateniamo l’inferno”, abbiano colto a volo l’occasione, anche sulla scia di un’analoga, riuscita operazione su Giacomo Leopardi, Fuori misura, realizzata qualche anno fa.
Ciò che in quel lavoro era un esilarante a solo di Andrea Robbiano, in questa sorta di sequel si declina in un duetto con Antonio Rosti, duttile interprete della precedente generazione, qui impegnato nell’ambigua, polimorfa figura di un bidello, quasi reincarnazione di un antico professore di italiano di Andrea, il supplente di prima nomina che deve affrontare la sua nuova classe con una lezione su Dante.
Secondo la formula felicemente sperimentata con Leopardi, lo spettacolo non entra immediatamente in argomento, ma ci mostra inizialmente una schermaglia fra l’anziano bidello e il giovane, spaesato principiante. Gustoso il tentativo di strizzare l’occhio agli stilemi espressivi propri della cultura giovanile, con una versione rap del primo canto dell’Inferno, dove Robbiano recupera la sua verve di stampo quasi cabarettistico.
Poi, a mano a mano che al simulacro del bidello si sovrappone l’autorevole figura dell’anziano studioso, che incoraggia con affettuosa saggezza il giovane collega, la parola di Dante esplode in tutta la sua trascinante potenza, corredata dagli strumenti tipici della scena: luci, suoni, che trasformano una lettura interpretativa in un evento teatrale a tutto tondo, di apprezzabile spessore culturale e didattico.
“L’uso dei social media è entrato in modo invadente anche nel mondo del teatro ragazzi: ora attraverso il filtro critico dell’ironia; ora come elemento connaturato al linguaggio teatrale e come strumento di interazione col pubblico”.
Claudio Facchinelli, Eolo Ragazzi – per Festival Segnali
Sinossi:
Una sala professori alle 7 di mattina. Entra di corsa il professor Roversi, sì proprio lui il professore “fuori misura” che cinque anni prima ha fatto il suo ingresso a scuola come supplente con la sua mitica lezione sul Leopardi. Ora è finalmente diventato di ruolo e in questi anni tante sono state le lezioni che ha dovuto preparare ma affrontare un altro grandissimo della letteratura italiana ovvero sia il Sommo Dante Alighieri, non è cosa da poco. I fogli sparsi sul tavolo della sala professori, un’occhiata alle pagine della Divina Commedia e il pensiero che ogni tanto viaggia nella Commedia umana che viviamo ogni giorno, un bicchierino di caffè della macchinetta: il professor Roversi ha un’ora e mezza per mettere insieme tutto il materiale che aveva diligentemente raccolto nei giorni precedenti a questa fatidica lezione.
Ma si accorge di non essere solo, infatti armato di scopa e di straccio entra un inserviente, quello che una volta si chiamava bidello che, a detta sua, lavora in quella scuola da molti, moltissimi anni. Il professor Roversi è convinto di non averlo mai incontrato eppure quel viso gli ricorda qualcuno… Fra terzine dantesche, episodi di vita quotidiana, ricordi appannati e pensieri per il futuro, nasce tra i due un dialogo che finalmente porterà allo svelamento della vera identità di questo personaggio misterioso. Come ormai è tradizione, il duo Cavalli/Intropido gioca la carta dell’ironia, del coinvolgimento emotivo, dei rimandi con la vita di tutti i giorni in uno spettacolo che vuole essere anche un non convenzionale ed appassionante incontro con la letteratura e una dedica affettuosa a tutti gli insegnanti che hanno accompagnato la nostra crescita culturale e umana. E a questo punto…scateniamo l’inferno!
Note di regia
“Succede che un giorno decidi di rispolverare quel “tomo faticoso” che è la Divina Commedia, lo ritrovi nella libreria pieno di appunti a matita presi durante la lezione di letteratura. Accanto alle note scritte con la mia calligrafia da tredicenne, c’erano anche disegnini, cuori con la mia iniziale e quella di…mah chi si ricorda e in un attimo sono affiorati i ricordi di quell’aula, del pensiero che invece di fissarsi sul libro volava fuori dalla finestra, della paura di essere interrogata e di quel tempo che viaggia come un ottovolante che è l’adolescenza.
E rileggendo le terzine dantesche da adulta ho finalmente apprezzato la bellezza, l’ardore e la spregiudicatezza del sommo poeta che si inventa un inferno crudele, popolato di anime sofferenti, di pene dolorose, di personaggi storici o inventati proprio come succede in un film fantasy. L’inferno si scatena e scatena dannati e demoni, ma la poesia e la bellezza del linguaggio dantesco impregna ogni parola e ogni verso e succede che un giorno quel “tomo” non è più faticoso ma diventa un viaggio avventuroso e coinvolgente che ti accompagna a riveder le stelle.”
Valeria Cavalli