Uno spettacolo superficiale con qualcosa da dire
di e con Cinzia Spanò
aiuto regia Valeria Perdonò
light designer Giuliano Almerighi, realizzazione video Lucia Rho
produzione Teatro dell’Elfo
In un condominio di Milano, sin dal mattino i vicini di casa si scambiano messaggi per assicurarsi che tutto scorra in maniera ordinata e disciplinata. Sono risoluti ad affrontare il delinquente che continua a buttare la plastica nel contenitore della carta, il disadattato che lascia aperta costantemente la porta dell’ascensore, il provocatore in possesso del termosifone che gorgoglia rumorosamente. Nessun problema è trascurabile per il Condominio, tutto viene affrontato con la massima serietà e mettendo in campo azioni mirate e coordinate alla ricerca di chi attenta alla pace della piccola comunità. La vita condominiale diventa così metafora della condizione umana e delle dinamiche che regolano i rapporti tra le persone.
Note di regia
Dopo averli ignorati per anni, durante i lockdown della pandemia ho cominciato a osservare con maggiore attenzione i messaggi che arrivavano nella mia chat condominiale, un gruppo whatsapp in cui sono stata inserita con la rassicurazione che il gruppo sarebbe servito esclusivamente per scambiarsi comunicazioni e informazioni riguardanti il condominio.
La chat in realtà si è rivelata da subito un capolavoro di delazione e bullismo, con interventi inutili se non addirittura nocivi, tesi a gettare sospetti su altri condomini ed esasperare gli animi, spesso con messaggi privi di qualsiasi parvenza di logica e ogni tanto anche della più elementare grammatica italiana. Le vittime dell’attività della chat sono tutti quelli che non ne fanno parte, ignare e ignari condomini sui quali vengono gettati i sospetti più infamanti, uno fra tutti quello di attentare al decoro del condominio.
Ad un certo punto ho cominciato a notare come nel microcosmo condominiale fossero rilevabili tutte le dinamiche che osserviamo nel mondo, rese semplicemente più evidenti ed esasperate perché più concentrate. Intanto la ricerca costante di un nemico, attraverso la quale il gruppo si compatta maggiormente e definisce la propria identità. E quando il nemico non esiste il gruppo se lo crea, come ebbe già modo di osservare Umberto Eco nel suo “costruire il nemico”. Molto di quello che accade nel mondo è spiegabile, credo, con questa dinamica.
Interessante anche capire quali siano in nemici contro i quali si coalizza il gruppo: i sospettati sono sempre ‘i nuovi’. I nuovi non sono solo i condomini appena arrivati ma tutti quelli che non assomigliano al nucleo attivo della chat: prima di tutto gli stranieri, poi quelli strani e meno socievoli, infine tutti quelli che si trovano al di fuori del perimetro condominiale e che attentano, con la loro sola presenza, alla pace e alla sicurezza della comunità. In questa logica lo straniero diventa qualsiasi persona al di fuori della propria microscopica comunità e l’intolleranza esibita, mascherata da rispetto per l’ordine, produce più caos del disordine che intende combattere.
Va detto che ad animare la chat sono sempre le stesse 4 o 5 persone, gli altri restano silenti ma presenti. Anche su questo ho trovato utile interrogarmi.
Così come mi sono domandata come gestire la frustrazione che mi generava la lettura di quei messaggi. Ad un certo punto ho pensato semplicemente di abbandonare la chat.
Poi ho pensato cheancora meglio potesse essere provare a riderci su, farci uno spettacolo, e poi abbandonare la chat.
Cinzia Spanò
27 giugno / 1 luglio, sala Fassbinder
TEATRO ELFO PUCCINI, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano – Lun./ven. ore 21.00, domenica ore 16.30 – Prezzi: intero € 33 / rid. giovani e anziani €17,50 / online da € 16,50 Info e prenotazioni: tel. 02.0066.0606 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.