con Lella Costa ed Elia Schilton
regia Serena Sinigaglia
tratto dall’omonimo romanzo di Kent Haruf, pubblicato in Italia da NN Editore
adattamento teatrale Emanuele Aldrovandi
scene Andrea Belli
costumi Emanuela Dall'Aglio
assistente alla regia Michele Iuculano
scelte musicali Sandra Zoccolan
Foto Marina Alessi
produzione Teatro Carcano
In prima nazionale al Teatro Carcano dal 17 al 27 novembre in scena l'intenso e delicato Le nostre anime di notte, interpretato da Lella Costa ed Elia Schilton e diretto da Serena Sinigaglia.
Tratto dall’omonima opera di Kent Haruf, tra i grandi interpreti della letteratura americana contemporanea, è la storia di un incontro di solitudini: quelle di un uomo e di una donna che, in età avanzata, si innamorano e riescono a condividere vita, sogni e speranze e devono fare i conti con una società che non è pronta per accogliere chi, come loro, nel terzo tempo della vita, è ancora capace di un sogno romantico.
Una storia d’amore delicata e struggente, cui danno voce e corpo una straordinaria Lella Costa ed Elia Schilton, attore e interprete di grande talento ed esperienza.
NOTE DI REGIA
"E’ una scelta, di essere liberi. Persino alla nostra età."
«Un romanzo straordinario, di quelli che si incidono nell’anima e le regalano sollievo e fiducia. Una storia lieve, sussurrata nella notte. Niente urla, niente violenza, niente arroganza. Non si sgomita qui per affermare il proprio diritto ad esistere, tutto qui è in punta di piedi, delicato, mite. Un vero balsamo per chi si sente stritolato da questo mondo strillone e brutale.
Addie e Louis sono avanti negli anni. Le loro vite in qualche modo si sono compiute. Eppure decidono di vivere una storia d’amore. Si incontrano, notte dopo notte, in casa di lei e parlano…parlano…parlano. Le loro parole diventano confessioni, le loro confessioni sono conforto e assoluzione. Il loro amore è una nuova speranza di vita. Perché si può “rinascere” a qualsiasi età, perché il bisogno di ascolto e vicinanza è salvezza per l’uomo.
Haruf ci consegna il quarto romanzo ambientato nella cittadina di Holt, in Colorado. Una piccola provincia americana, con piccole grandi storie. Un dettaglio per raccontare l’universale. Un’invenzione che sembra più reale del reale.
Ho chiesto ad Emanuele Aldrovandi di riadattare il romanzo per il teatro. Il processo è stato naturale perché la lingua di Haruf pare già scritta per essere incarnata dagli attori. Si tratta di fatto di essere fedeli all’autore e restituire la bellezza della sua opera, nei dialoghi diretti e in quelli narrati, che si alternano senza soluzione di continuità come nel romanzo.
Lella Costa è Addie, Elia Schilton Louis. Due attori magnifici che possono incarnare la dolcezza, la poesia di questa storia con la luce e il garbo che richiede. Noi spettatori saremo con loro, ascolteremo le loro conversazioni, avremo il privilegio di vedere compiersi di fronte ai nostri occhi l’unione delle loro anime.
La vita può sorprenderti sempre, se solo non ti arrendi, se dai spazio ai desideri più giusti. Immagino una camera da letto, che ricorda gli interni di Hopper, pulita, ordinata e piena zeppa di ricordi. Nel corso delle loro conversazioni notturne la camera si trasforma, si smonta, come se il loro incontro ponesse nelle giuste scatole i ricordi, anche quelli più amari, e aprisse lo sguardo verso orizzonti nuovi. Così, come per magia, la stanza sparisce, niente più pareti, finestre, mobili, cornici, lasciando spazio ad un cielo meravigliosamente stellato, ad una notte che avvolge e protegge, a due esseri umani vicini, abbracciati, dannatamente vivi, nonostante l’età, le tragedie e i fallimenti vissuti, gli ostacoli, i giudizi, la paura.
E forse è questa la libertà. Saper ricominciare, sempre e non rinunciare all’amore, mai. Io ne ho tanto bisogno e credo che valga un po’ per tutti. Si impara a vivere per tutta la vita. Quest’opera è uno strumento prezioso per riuscirci.»
Serena Sinigaglia
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