MILANO, TEATRO ELFO PUCCINI – SALA BAUSCH: NELL’OCCHIO DEL LABIRINTO – APOLOGIA DI ENZO TORTORA

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scritto e diretto da Chicco Dossi

con Simone Tudda

primo spettatore Renato Sarti

produzione Teatro della Cooperativa

si ringrazia l’Associazione Enzo Tortora

Per Fuori Niguarda, la rassegna degli spettacoli del Teatro della Cooperativa ospitati da altri teatri della città, dal 13 al 18 febbraio al Teatro Elfo Puccini andrà in scena Nell’occhio del labirinto – Apologia di Enzo Tortora, il monologo di Chicco Dossi e interpretato da Simone Tudda (segnalato al Premio Hystrio alla Vocazione 2021), che racconta il caso di malagiustizia che ha coinvolto il popolare conduttore televisivo.

Dalle parti di Corso Magenta, a Milano, proprio davanti al Teatro Litta, c’è Largo Enzo Tortora. Quasi più una commemorazione che una targa toponomastica – non credo che possieda nemmeno un numero civico – in piccolo, sotto il nome, reca la scritta giornalista e le date di nascita e di morte: 1928-1988.

Più per curiosità che per senso civico, un giorno, ho deciso di informarmi. Ho scoperto che il caso Tortora era ben noto alla generazione di mia madre e assolutamente sconosciuto alla mia. Un caso di malagiustizia, forse ancora più eclatante perché perpetrato ai danni di una persona nota agli italiani, dal momento che il suo volto teneva banco per un’ora e mezza a settimana sulle reti nazionali. Un episodio che assumeva contorni sempre più agghiaccianti, man mano che lo approfondivo: nessuna presunzione di innocenza, accuse mosse senza prova alcuna, magistrati smaniosi di arrestare il nome grosso che non leggono gli atti dei processi, blitz antimafia venduti alla stampa ancora prima che avvengano, il tutto ai danni di un uomo totalmente estraneo ai fatti e non associato in alcun modo agli ambienti camorristici.

Spesso riteniamo che il XXI secolo sia l’era delle fake news, dello strapotere dei media – siano essi tradizionali o social – nel dirigere da una parte o dall’altra l’opinione pubblica. Il caso Tortora è l’esempio lampante di come la manipolazione delle informazioni affondi le sue radici più indietro nel tempo: testate autorevoli e firme di tutto rispetto hanno contribuito a questa grottesca macchina del fango basata su pettegolezzi giudiziari, fiumi di calunnie imperniate sul sentito dire, cacce grosse allo scoop più bieco per dipingere una persona onesta come un mostro dalla doppia faccia, quella del presentatore che intrattiene le famiglie sulla TV di Stato e quella del malavitoso capace di spostare milioni di lire e chili di cocaina con uno schiocco di dita.

Il caso Tortora non è incredibile soltanto per la crudeltà con cui giudici, stampa e opinione pubblica si sono accaniti nei confronti di un innocente. La storia di Enzo è la storia di un uomo, che, dall’alto della sua posizione di personaggio pubblico, ha deciso di farsi portavoce di una battaglia che non ha colore politico: quella della giustizia giusta. Avrebbe potuto darsi alla macchia come già altri – meno innocenti – che prima di lui avevano fatto, avrebbe potuto sottrarsi a un processo che sapeva essere iniquo. Consapevole di essere innocente, Tortora si è spogliato dell’immunità di europarlamentare per farsi giudicare da un tribunale che non lo vedeva come imputato, ma come nemico. Consapevole di essere innocente, ha messo la sua storia a disposizione di tutte le persone che sono nella sua stessa situazione, ma non hanno i mezzi e le possibilità di essere giudicate in maniera equa.

Il monologo – interpretato da Simone Tudda–si dipana in una narrazione continua, dove la diegesi oltrepassa i confini narrativi per sfociare nel dialogo, risale nel resoconto storico, dove i dati sono sempre raccontati in maniera essenziale per comprendere le vicende, si alterna tra la terza persona di un narratore onnisciente, che va a spiare i detenuti del carcere di Forte Longone e la prima persona del giornalista, fino a scavare nella sua interiorità nel momento dell’arresto, provando a immaginare come possa essersi sentito, braccato in piena notte, dai carabinieri all’Hotel Plaza di Roma. Iniziano così i suoi anni nell’occhio del labirinto, espressione che vuole unire la claustrofobia di chi non sa quando, e soprattutto se, potrà uscire dalla prigionia fisica e mentale con il voyeurismo giustizialista della stampa, che, per una copia venduta in più, non ha esitato a ignorare i fatti per far posto al sensazionalismo più bieco.

Chicco Dossi

 

Ancora una volta il Teatro della Cooperativa fa centro. [...] Il testo del giovane di talento Chicco Dossi è un ottimo monologo nel quale si narra e si scava per portare allo scoperto distorsioni aberranti [...] Una partitura drammaturgica solida e raffinata, un testo che va ben oltre la rievocazione storica, ma penetra anche nella psicologia del condannato innocente.

Tutto il buono del testo è sorretto ed esaltato dall'interpretazione di un ottimo Simone Tudda, giovanissimo di certo talento. Spettacolo da vedere e seguire nelle, mi auguro, numerose repliche in giro per il Paese.

Adelio Rigamonti, Teatrandomilano

Il ritmo è serrato ma mai incalzante. Proprio per questo è più realistico, colpisce a fondo. [...] Dossi e con lui Tudda non vogliono descrivere un eroe, eppure viene fuori lo stesso. Senza clamore si delinea la figura di un uomo che rifiuta tutti i mezzi che potrebbe usare per dimostrare la sua innocenza, e che anche dopo il carcere vuole continuare a farsi “portavoce della battaglia per la giustizia giusta per tutti quelli che, a differenza sua, parlare non possono”. [...] Un caso, quello di Enzo Tortora, che si dovrebbe continuare a ricordare. Per questo lo spettacolo è assolutamente da vedere.

Luisa Espanet, L’Espa.net

 

La linea registica limpida ed efficace, scelta da Dossi, segna le diverse fasi della narrazione con semplici cambi di luce e d'abito, simbolo dei continui e repentini sconvolgimenti della vita di Tortora. Tudda riesce a entrare in empatia con gli spettatori senza rivolgersi loro direttamente, ma trasmettendo, con grande incisività, il senso di smarrimento e di mutamento imprevisto: anche il pubblico si ritrova improvvisamente, come Tortora, bloccato dentro un incubo, la cui realtà è fin troppo concreta.

Alice Strazzi, Hystrio

 

                           

TEATRO ELFO PUCCINI
Corso Buenos Aires 33 – 20124 Milano

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Tel. 02.00660606 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.elfo.org

BIGLIETTERIA

da lunedì a venerdì 11.00/14.00 – 15.00/19.00

sabato 15.00/19.00

Il botteghino serale e domenicale apre un’ora e mezza prima dell’inizio dello spettacolo

ORARI SPETTACOLI

martedì, mercoledì, giovedì, sabato ore 19:30

venerdì ore 21:00

domenica ore 15:30

BIGLIETTI

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biglietti online a partire da 16.50 €

https://www.elfo.org/biglietteria/prezzi.htm

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