È NATALE DENTRO E FUORI. LA SLOVENIA FESTEGGIA TRA GROTTE, MERCATINI E LUMINA

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Il cuore verde d’Europa si prepara alla più magica delle stagioni, quella del Natale, che vedrà il Paese trasformarsi in un grande winter wonderland tra la luce scintillante delle città e il candore delle creste innevate dei monti.

Una festa continua anche nel suo cuore più intimo e segreto, con lo spettacolo magnifico del presepe vivente alle Grotte di Postumia.

È sempre singolare e meraviglioso, vedere i diversi modi in cui ciascun paese si ritrova, nel periodo che dovrebbe essere il più buio e il più freddo dell’anno, a celebrare la più fragorosa, luminosa e gioiosa delle feste: il Natale. Più che una data da segnare in rosso nel calendario, è un vero e proprio sentimento che nasce dall’ancestrale bisogno dell’umanità di stringersi forte, di stare insieme negli ultimi giorni dell’anno. Di riconoscersi una volta di più come comunità, perché è nella condivisione e nel supporto reciproco che risiede il senso profondo di queste ricorrenze.

Nessuno conosce questa lezione meglio della Slovenia, paese da 2 milioni e 100mila abitanti incastonati tra le Alpi e il Mediterraneo, tra la pianura pannonica e la gruviera rocciosa del Carso, dove l’elemento comune è sempre la simbiosi continua tra le persone e la natura, plasmata a somiglianza del popolo che la abita e che restituisce tutto l’anno infinite occasioni di bellezza.

Anche e soprattutto quando il termometro va giù, le giornate durano di meno e i nostri abbigliamenti guadagnano qualche strato in più, la Slovenia mostra forse il suo lato più accogliente e caloroso.

Come si dice Winter Fairytale in sloveno?

Sicuramente, l’espressione Zimska pravljicache significa letteralmente favola invernale, restituisce questo significato con sufficiente fedeltà. Per scoprire, però, ciò che questo vuol dire davvero per gli sloveni, l’unico modo è visitare il Paese nel periodo precedente il Natale, assaporando da vicino la magia di queste settimane di trepidazione e attesa.

Ad esempio, i bimbi buoni sloveni sono più fortunati dei nostri: ci sono ben tre personaggi, qui, che gli fanno visita durante l’Avvento per consegnare loro i regali. Ad aprire le danze è San Nicola (Miklavž), che visita i bambini la notte tra il 5 e il 6 dicembre, accompagnato da angioletti e mostriciattoli che spaventano i bambini cattivi. È poi il turno di Babbo Natale, che in Slovenia arriva, come da noi, il 25 dicembre; e, infine, quello di Nonno Gelo (Dedek Mraz), figura comune al folklore dei paesi dell’Europa orientale che arriva tradizionalmente nella notte di San Silvestro.

La più fiabesca delle città slovene: benvenuti a Celje

Di Celje, terza città slovena per numero di abitanti, si ha sempre l’impressione di parlare sempre troppo poco: romana di fondazione sotto il nome dei Celeia, divenne un centro di fondamentale importanza a partire dal medioevo e dimora della potentissima famiglia dei Conti di Celje, il cui stemma si trova ancora sulla bandiera della Slovenia, al di sopra dell’immagine del monte Triglav. Il loro castello, il più grande maniero medievale di tutto il Paese, trasuda storie e leggende da ogni angolo.

Nel periodo che precede il Natale, le strade del centro storico si riempiono dei profumi delle leccornie preparate per le feste, del suono dei concerti di strada, di fabbriche di biscotti ed eventi pop-up.

Da Lubiana a Maribor, le città slovene delle luci

Durante la stagione dell'Avvento, Lubiana è sempre caratterizzata da un'atmosfera vibrante, con un mercatino di Natale e innumerevoli eventi gratuiti che si tengono nel centro storico della città decorato a festa, per uno dei più fantasiosi spettacoli di luci natalizie dell'Europa centrale. Il leit motiv delle decorazioni di quest’anno è Loro siamo noi: “oggi siamo aborigeni, domani potremmo essere rifugiati; oggi potremmo essere terrestri, domani marziani; un tempo eravamo tutti semplici esseri unicellulari, oggi siamo organismi complessi”, racconta Urban Modic, autore del progetto. L’incantesimo della Capitale sarà inaugurato il 29 novembre, alla presenza del sindaco, con l’accensione delle luminarie e l’apertura dei mercatini di Natale sulle rive della Ljubljanica.

Si accendono il 28 novembre, invece, le luci di Maribor, il cui mercatino tradizionale è il luogo ideale dove trovare tesori fatti a mano da riportare a casa e leccornie natalizie da provare e replicare per amici e parenti, come i biscotti al pan di zenzero che da queste parti chiamano Medenjaki. L’evento inaugurale sarà arricchito da uno spettacolo musicale nella piazza Leon Štukelj, da un villaggio di Natale e da una Città delle Fate per i più piccoli.

La magia del presepe vivente nelle Grotte di Postumia

Dallo spettacolo del Natale, in Slovenia, non è escluso nemmeno il ricchissimo sottosuolo del paese che, specie nell’area geografica del Carso, a Sud-Ovest, pullula di cavità e meraviglie nascoste. Un luogo apparentemente desertico, ma in realtà brulicante di vita sia nei borghi arroccati sulle sue colline, che al di sotto di queste, in un fantastico mondo sotterraneo vissuto e vivace per tutto l’anno.

Sono già in corso i preparativi per il presepe vivente delle Grotte di Postumia, le più famose del Carso sloveno, giunto alla sua trentaquattresima edizione: il racconto della Natività, messo in scena lungo l'intero percorso di cinque chilometri delle grotte da attraversare a bordo del trenino, sarà composto di esibizioni musicali, strumentali e di danza, proiezioni video e dalle performance di più di cento artisti internazionali, tra i quali il tenore italiano Ivan Defabiani, la soprano giapponese Sumika Kanazawa e la soprano slovena Anea Mercedes Anžlovar.

L’evento sarà di scena dal 25 al 30 dicembre 2024, ma i biglietti sono già in vendita ora: per chi acquisterà il proprio accredito entro il 5 novembre, è previsto uno sconto del 30% sul prezzo del biglietto.

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Le misteriose origini del Carso

Una leggenda locale vuole che questa terra, rocciosa e sferzata tutto l’anno dal soffio della Bora, sia nata da uno scherzo giocato dalle forze oscure: l’Arcangelo Gabriele aveva appena raccolto tanti sassi in un sacco, intenzionato a versarli nell’Adriatico, ma proprio in prossimità della destinazione il Diavolo bucò la borsa con le corna e un’enorme pietraia si riversò su quello che oggi è conosciuto come Carso.

 

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