.....un viaggio per chi ami il fascino e l’enigma dei dolmen e dei menhir, le preziose testimonianze della civiltà contadina degli ipogei, l’ingenuo sincretismo delle chiesine rupestri o la raffinatezza ineffabile dell’arte bizantina. Ma anche le tradizioni e la bellezza della campagna, adagiata tra ulivi sontuosi e millenari.......
Nella parte meridionale della Puglia, bagnato ad est dal Mare Adriatico ed ad ovest dal Mare Ionio, il Salento è una delle mete più gettonate dai tanti turisti italiani e stranieri che cercano mare, spiagge incantevoli, divertimento e ottima gastronomia, battendo a mani basse, secondo una recente classifica, la regione Toscana, le località turistiche dell’Emilia-Romagna e persino la Sardegna.
Ma questa terra, ponte tra Occidente e Oriente, crocevia di tutti i passaggi e le rotte percorribili nel mondo antico, abitata sin dall’alba dell’uomo, ha molto da offrire anche in fatto di arte, storia e folklore. Ogni popolo qui ha lasciato la propria impronta, di ogni civiltà si possono ammirare ricche testimonianze e incantevoli bellezze, in un gioco prezioso di luci, colori, memorie, tradizioni e linguaggi.
Lecce, per antonomasia, il cuore del Barocco; la città fortificata di Otranto e Gallipoli col suo centro storico di viuzze strette e tortuose, pullulanti di chiese e di antichi edifici storici, civili e militari, appartenenti a diverse epoche culturali, sono gli esempi più noti da questo punto di vista, ma accanto a questi centri architettonicamente pregevoli figurano molti altri siti di grande interesse, alcuni dei quali abitati fin dalla preistoria, ognuno geloso della propria festa patronale, del proprio prodotto tipico e dialetto, ad hoc da visitare anche quando si sono spenti i riflettori sulle spiagge affollate e la movida, perchè qui, in Salento, il clima è assai godibile per gran parte dell’anno.
Per il nostro viaggio di Primavera abbiamo scelto come meta, a pochi chilometri dalle incantevoli spiagge degli Alimini e dal centro storico patrimonio dell'UNESCO di Otranto, Giurdignano, paesino minuscolo ed incantevole in provincia di Lecce di poco più di 1000 abitanti, conosciuto come il “Giardino Megalitico d’Italia”, uno dei luoghi più rappresentativi ed enigmatici dell'arte preistorica italiana, che ospita, tra il centro cittadino e le campagne circostanti, tra fragni e olivi secolari, la più alta concentrazione di Menhir e Dolmen d'Italia: più di 25, molti dei quali inglobati in abitazioni ed edifici, su un totale di 150 presenti in tutta la Puglia. I primi sono delle lunghe ed eleganti pietre di grandi dimensioni conficcati nel terreno, i secondi, invece, sono dei megaliti, anch'essi realizzati con blocchi di pietra giganteschi, assemblati a forma di portale. Testimonianze archeologiche, visitabili anche di notte, grazie all’illuminazione, che alcuni azzardano dire costruite per propiziare semine e raccolte, chi, invece, sostiene che siano monumenti funerari, chi, addirittura, strumenti astronomici per studiare il ciclo dei pianeti e identificare le stagioni. L'unica cosa certa è che sono antichi, talmente antichi che le loro origini si perdono nella notte tempi, prima che la storia diventasse tale.
Tra i Menhir più “intriganti”, molti dei quali, durante il Medioevo, vennero cristianizzati, ribattezzati osanna, con croci incise sulla viva pietra creando così una suggestiva commistione tra paganesimo e cristianesimo, appena fuori dall'abitato,nella località detta “Delle Centoporte”, svetta quello di San Paolo, alto più di 2 metri, al di sotto del quale si trova una piccolissima cripta con affreschi dedicati al Santo, con accanto una tela di ragno dipinta, probabilmente postuma all’affresco, in ricordo del legame tra San Paolo ed il tarantismo salentino. Passeggiando nelle campagne, meritano sicuramente una sosta, i due dolmen “gemelli”, alti circa due metri e mezzo e quasi identici, chiamati Grassi che rappresentano un unicum in Italia, o ancora lo Stabile, che si ipotizza fosse usato come altare, infatti, sul suo lastrone si può scorgere un solco che probabilmente serviva a far confluire il sangue dei sacrifici direttamente in cavità circolari.
Altra interessante "scoperta" la visita al frantoio ipogeo che tra l’anno Mille e fino ai primi del ‘900 era, come tutti quelli del Salento, un vero e proprio pozzo di petrolio, fonte di grandi ricchezze. L’olio infatti non era solo il re dei condimenti, ma soprattutto serviva come olio lampante, e il Salento, come Emirati Arabi ante litteram, con le sue immense distese di ulivi e i tanti frantoi ipogei, accendeva le lampade nelle case borghesi o i sontuosi candelabri dei palazzi e delle regge nobiliari, oppure lubrificava le macchine della rivoluzione industriale inglese o, trasformato l'olio in sapone, lo "proponeva" tra i belletti delle gran dame parigine. Pare che dai sottoprodotti della torchiatura nei frantoi salentini nacque anche il celebre “sapone di Marsiglia”.
Toccante la Cripta di San Salvatore, risale ai secoli quando la Terra d’Otranto era bizantina e parlava greco, dove la Madonna dagli occhi a mandorla appoggia teneramente la sua guancia a quella di Gesù. Scavata interamente nel banco tufaceo, è impostata su una pianta a tre navate con absidi circolari e iconostasi. Quattro pilastri centrali dividono l’ipogeo in nove campate riconoscibili anche per la diversa forma delle volte. Il soffitto è caratterizzato, infatti, da volte scolpite in maniera tale da simulare una cupola con croce greca nell’area sacra e un rivestimento a cassettoni nell’aula, proprio a imitazione delle chiese in superficie.
Ma non ci si nutre solo d’arte. A Giurdignano, ogni anno, tra il 18 e il 19 marzo, si celebra un antichissimo rito, conosciuto come le “Tavole di San Giuseppe”, veri e propri pranzi offerti in onore del Santo come voto o richiesta di grazia. Devozione e folklore coinvolgono tutto il paese e, in attesa che arrivi la Pasqua, l’attenzione degli abitanti e dei turisti è tutta rivolta a questo evento dal sapore sacro, magico che fa sentire forte il senso della famiglia.
Si tratta di grandi mense, ricoperte con bianche tovaglie finemente ricamate dove spiccano pani a forma di ruota di circa 5 chili con nel mezzo un finocchio ed una arancia e ben tredici pietanze: il pesce fritto, simbolo del miracolo della moltiplicazione; i ciceri e tria, pasta fatta in casa metà bollita e metà fritta con i ceci, che indica l’arrivo della Primavera; i “vermiceddhri” con ceci fatti di pasta con il miele e mollica di pane; verdura lessa; cipollacci col fiocco, cartellate e “purciddhruzzi” dolci fritti a forma di rosa e conditi con il miele, che ricordano le fasce di Gesù bambino.
Bellissima la tavola organizzata in Piazza dalla Pro Loco Sant'Arcangelo De Casulis che ha visto anche la partecipazione del Mercato dei Fiori di Leverano, uno dei primi in Italia.
Il devoto che prepara le Tavole, invita parenti o amici per interpretare i Santi: la Sacra Famiglia se la Tavola è imbandita per tre; la Sacra Famiglia e i suoi parenti e amici se la Tavola è allestita per 13 (sempre si deve rispettare il numero dispari di invitati). "Questa tradizione, che ormai richiama visitatori da tutte le parti della regione e d’Italia, - ha spiegato il sindaco Monica Gravante - è molto sentita nel Salento. Infatti le Tavole di San Giuseppe sono nate a Giurdignano e si sono poi diffuse in altri paesi come Minervino e Uggiano".
D’altra parte il cibo, qui in Puglia, è un passaggio obbligato: una festa da cui non si può prescindere e che si rinnova a ogni desco. Proprio sulla Piazza Municipio, che durante la kermesse accoglie l’allestimento della “Grande Tavola” curata dalla Pro-Loco, incastonata nel Palazzo Baronale, la tradizione viene servita a tavola. Stiamo parlando dell'Osteria degli Amici, uno spazio caldo ed accogliente dove poter pranzare o cenare in compagnia, gustando una cucina genuina e autentica, semplice, ma non banale, realizzata con materie prime di qualità, rigorosamente stagionali e a chilometro zero. Una cucina di terra e di mare che regala: orecchiette al sugo o con le rape ‘nfucate, machiareddhi con la ricotta, cicoria selvatica con purea di fave, polpette, parmigiana, peperoni fritti, pitta di patate, pittule, focacce di verdure, lampascioni, pasta le cozze,fritti con il miele, pesce appena pescato, come la frittura di paranza, il tutto accompagnato da ottimi vini del territorio.
Dove dormire:
- Il Calesse B&B, Via Aldo Moro, 30, 73020 Giurdignano LE. Tel.: 388 768 7311
Ottime camere con Wi-Fi gratuito, aria condizionata, frigorifero, phon, bagno in camera.
Soluzione ideali per tutti coloro che desiderano, in particolar modo, assaporare la cucina prettamente locale, avendo la completa libertà di scegliere il posto in cui consumare i pasti. A pochi passi dalla piazza principale del paese.
- Agriturismo Il Megalite, Strada provinciale 277 Giurdignano-Otranto, 73020. Tel.: 345 661 6133
Camere spaziose, provviste di frigo, aria condizionata, TV, asciugacapelli, biancheria da bagno e da letto e veranda esterna; nelle aree comuni è disponibile il wi-fi. Cucina Tipica. Personale poliglotta. Ideale per una vacanza nel Salento a pochissimi km dal mare e per i più piccoli, che possono esser liberi di giocare sui prati o visitare la fattoria degli animali.
Come arrivare:
In auto: Per raggiungere Giurdignano da nord occorre percorrere l'autostrada fino a Bari, poi seguendo la superstrada S.S. 16, S.S. 379, S.S. 613, si raggiunge Lecce. Da occorre riprendere la S.S. 16 in direzione Maglie e poi Otranto da dove è possibile raggiungere il bivio per Giurdignano in pochi minuti.
In treno: I treni delle ferrovie dello Stato a Lecce e provincia, nonché in Puglia, sono quelli delle Ferrovie del Sud Est, giunti a Lecce si deve ricorrere ad un collegamento locale offerto dal servizio Salentointrenoebus, oppure tramite autobus e treno locale, Giurdignano è un comune provvisto di stazione ferroviaria.
In aereo: Giurdignano si raggiunge in aereo facendo tappa a Brindisi, Aeroporto di Brindisi Casale, da qui ci si può avvalere di un servizio navetta fino al terminal di Lecce, predisposto proprio per il trasporto dei passeggeri dall'aeroporto di Brindisi al centro del capoluogo leccese; da Lecce si prosegue per raggiungere le altre località salentine tramite il servizio dell'amministrazione provinciale espletato durante i mesi estivi e denominato Salentointrenoebus o con treni e autobus delle Ferrovie del Sud Est, le ferrovie salentine; o, ancora, con il Servizio Taxi.