Piccolo gioiello artistico incastonato nel distretto di Louny, in Boemia, la cittadina -già nota per i pregevoli monumenti e per gli scorci tanto apprezzati dal cinema internazionale- torna a solleticare il Comitato per la Lista Mondiale del Patrimonio dell’Umanità con uno spunto davvero unico e originale: il suo paesaggio di luppolo… Un luppolo assai pregiato.
Immersa in una regione fertile e verde, che per la sua tipicità è richiestissima (insieme ai vicoli del centro storico) come set per produzioni cinematografiche internazionali, Zatec è una cittadina storica affascinante, ambiziosa e anche tenace. Dopo una prima nomination nel 2007, oggi torna a strizzare l’occhio all’Unesco per essere inserita nella Lista Mondiale del Patrimonio dell’Umanità. Lo fa richiamando l’attenzione su quella che è la sua specificità, davvero unica e tuttora “inedita” nel firmamento dell’autorevole ente di tutela.
Stiamo parlando del suo straordinario paesaggio di luppolo. Si, perché ad accogliere Zatec non è solo una cornice naturale di indiscutibile bellezza, una natura rigogliosa solcata dal corso del fiume Ohre, ma un ambiente davvero caratteristico e assai fertile, dove a farla da padrone è il pregiato luppolo Saaz (dal nome tedesco di Zatec), cui la cittadina deve la propria fama dentro e fuori i confini cechi. Si tratta di una specie di altissima qualità, molto apprezzata dai mastri della rinomata birra ceca e ingrediente imprescindibile delle etichette più richieste nel mondo intero Pilsner Urquell e Budvar. I suoi coni, particolarmente aromatici, gli sono valsi la definizione di “luppolo nobile”.
Tutto a Zatec, da sempre, ruota intorno al luppolo e alla birra (in città è stata persino rinvenuta la tomba del più vecchio birraio ceco). Tra gli Anni ’20 e ’30, il locale birrificio Dreher –uno dei più grandi d’Europa- viveva il suo periodo di massima produzione e gloria, spiccando tra i più moderni del Paese. Oggi, a partire dal bell’edificio neorinascimentale, è un monumento di archeologia industriale assolutamente da salvare.
Oggi alla birra ricavata dall’eccellente luppolo di Zatec, esportato ovunque, è dedicato l’Hop and Beer Temple, nel cuore della città. Tempio del luppolo e della birra di nome e di fatto, la struttura –una sorta di oasi-avventura dedicata al mondo brassicolo- offre un’esperienza davvero unica. La caccia al tesoro, il laboratorio degli alchimisti, la casa degli specchi, il faro del luppolo con splendida vista sulla città (godibile già dall’ascensore 3D), un fiume di birra virtuale da guadare, un percorso con imbracatura all’interno di una ciminiera, il labirinto tra i sacchi di luppolo e persino un’incursione dietro le quinte dello straordinario orologio astronomico del luppolo… E c’è anche l’antica malteria, oggi spazio espositivo con una mostra permanente sulla produzione del malto.
Grazie al Museo della coltivazione del luppolo, non manca nemmeno un approccio più “scientifico” alla storia della birrificazione, dal seme al bicchiere, dal Medioevo a oggi. La visita al museo, ospitato in un bell’esempio di architettura funzionale, prevede naturalmente anche la degustazione di birre ottenute dal ricercato luppolo locale. Nei dintorni, ecco anche locali per l’imballaggio, magazzini (tra cui il più vasto del mondo) e tanti (è qui la più alta concentrazione mondiale) caratteristici essicatoi, dai tetti rossi e dalle ciminiere svettanti.
Anche il calendario folkloristico è inevitabilmente concentrato sull’oro verde locale: sagre e festival a tema, ma anche e competizioni come per esempio la gara di raccolta a mano del luppolo e quella di danza con un boccale di birra in testa… Lo Zatecko (così si chiama il comprensorio di Zatec) è dunque un affascinante esempio di rapporto rispettoso tra natura e uomo, di un legame inscindibile tra la terra e l’identità culturale di chi la coltiva… Questo nodo indissolubile tra la gente e la terra di Zatec, tra il luppolo e il paesaggio, tra necessità e virtù che si fondono in un prodotto di rara bontà e qualità come la spumeggiante, famosa birra ceca, forma un patrimonio paesaggistico, culturale, artigianale e umano che ha tutte le carte in regola (più l’asso nella manica dell’originalità) per entrare nell’abbraccio protettivo ma anche distintivo dell’Unesco.
E allora nomination sia!