Numerose leggende metropolitane hanno spesso oscurato queste figure rappresentative della tradizionegiapponese. Ecco un itinerario immaginario, che parte da Kyoto, dove affondano le loro radici, e poi tocca altre quattro città simbolo della cultura delle geisha e dei samuraiper sfatarne i falsi miti.
Quando si pensa al Paese del Sol Levante, fra le immagini che affiorano nella mente, oltre al Monte Fuji o agli iconici templi, spiccano le figure coraggiose dei samurai e il volto bianco gesso delle donne geisha.
Samurai e geisha godonoinfatti di un’incredibile popolarità grazie alla letteratura e al mondo del cinema, che li hanno resi protagonisti di racconti e film.Tuttavia, nonostante la loro fama, sono stati spesso rappresentati – soprattutto le geisha – in modo distorto.
Lacultura della geisha non è solo una parte del ricco patrimonio del Giappone, ma ne rappresenta la sua eredità.Definirne il ruolo, però, non èfacile considerando che non esiste nella cultura occidentale una controparte diretta: le geishanon sono né escort professionali né cortigiane; hanno il compito di intrattenere personalità politiche o ricchi imprenditori con raffinate performance di arti tradizionali.
Geisha non ci si improvvisa, occorre intraprendere un percorso formativo che richiede uno o due anni di studio durante il quale le giovani apprendisteapprendono cultura, storia e abilità sociali giapponesi.
In questo periodo di formazione mutano anche lo stile del kimono - sempre meno appariscente -, i capelli, il trucco e il modo di parlare, chediviene più raffinato.
I samurai, leggendari guerrieri che suscitano fascino e interesse in ogni angolo del mondo, rappresentavano la casta militare giapponese ed erano, ancor prima che spadaccini, infallibili arcieri..Questi guerrieri, oltre che al mestiere delle armi, erano impegnati nella pubblica amministrazione e nella burocrazia, ma anche nella poesia e nelle arti.
Sono diversi i luoghi dove scoprirele origini delle geisha e ripercorrere le tracce lasciate dai samurai: da Kyoto, culla della cultura geisha, all’affascinante Kanazawaper poi giungere aHakone, passando perSakata, fino a giungere aKakunodate.
Kyoto: alla ricerca delle origini
Cuore della cultura geisha è Gion, storico quartiere di Kyoto. Popolato da splendide ville, tradizionali case a schiera - conosciute come machiya -, case da tè dallo stile sobrio e templi, Gionoffre la possibilità di esplorare la città facendo un tuffo nel passato. Chi desidera vivere un'esperienza più intima può includere nel proprio itinerario il Gion Corner nella Yasaka Hall, dove è possibile incontrareautentiche geishae maiko (apprendiste).
Dopo una pausa in uno dei ristoranti che propongono deliziosi piatti tipici, si può inoltre visitare il Tempio Genkoanche,tra giochi di luce e colori, lascerà stupefatti i viaggiatori. La vista suggestiva che offre sulla città, da godere dal giardino, è tra le più panoramiche e completa l’esperienza.Particolarmente affascinante e allo stesso tempo “inquietante” è il soffitto insanguinato che si può osservare nella sala principale del tempio. Realizzato usando le assi del Castello di Fushimi disassemblato, rende onore e omaggio ai samurai che l’hanno difeso dai nemici.
Kanazawa: tra arte e tradizione
Fra i centri culturali e artistici più importanti del periodo Edo e meta imperdibiletutt’oggi per gli amanti dell'arte, Kanazawa è una città ospitale, ricca di sorprese,in cui sopravvive ancora la cultura delle geisha. Qui eleganti edifici storici e numerosi negozi di artigianato popolano i quartieri più rinomati - Higashi-chaya, Nishi-chaya e Kazue-machi. Proprio in alcune case da tè di questi quartieri si possono incontrarele geisha ed assistere alle loro performance artistiche.
Non può mancareuna passeggiata nel distretto dei samurai di Nagamachi,che regala l’opportunità di viaggiareindietro nel tempoe godere di uno scorcio sullo stile di vita di questi antichi guerrieri. Pittoreschi vicoli stretti si snodano attraverso il quartiere e aggiungono un ulteriore tocco di fascino. Simbolo della presenza dei samurai è casa Nomura, detta Nomurake. Curato con estrema cura, il suo giardino interno è una vera opera d'arte.Prima di lasciare Nagamachi merita una visita il Museo ShiniseKinenkan, farmacia che serviva i samurai della zona,grazie alla quale i viaggiatori possono apprendere la vita della classe mercantile,oltre a vedere alcune creazioni artigianali.
Hakone e Sakata: una deviazione che merita
Una chicca da aggiungere al proprio itinerario è Hakone, che si trova all'interno del Parco Nazionale Fuji-Hakone-Izu. Qui si trova lo YumotoKenban, centro di formazione delle geisha e sede locale della loro associazione, dove, con performance artistiche, giochi e danze che si tramandano da generazioni affascinano i visitatori.
Imperdibile anche Sakata, nella prefettura settentrionale di Yamagata, che offre la possibilità di scoprire la filosofia dei samurai avventurandosi fra castelli e templi, oltre a quella di rimanere ammaliati dalle tradizionali esibizioni dellemaiko. Fra i diversi luoghi di interesse spicca il Castello di Tsuruga, simbolo del coraggio dei samurai che hanno combattuto con orgoglio una delle più feroci battaglie della guerra Boshin.
Il distretto dei samurai di Kakunodate
Artigianato tradizionale e leoni danzanti in una città-fortezza immersa nella storia dei samurai: ecco la definizione per Kakunodate, spesso appellata come"la piccola Kyoto del Tohoku".
Esplorandole sue strade tortuose, adornate da ciliegi piangenti che colorano di rosa i viali in primavera, si possono osservare le recinzioni tradizionali e le elaborate cancellate delle residenze dal tetto di paglia, proprietà dei discendenti dei samurai. Erano circa 80 le famiglie di questi valorosi guerrieri che una volta vivevano nella zona e,passeggiando tra le loro residenze storiche, ci si può calare nella loro dimensione quotidiana.