Centri culturali all’avanguardia, installazioni insolite, collezioni prestigiose, mostre avveniristiche. Con Visit Emilia, tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, un’immersione nelle contaminazioni delle arti di oggi.
Sono percorsi innovativi, specchio di un’epoca in continua evoluzione, che sa contaminare le arti antiche e la storia di nuove forme espressione del contemporaneo. Tra palazzi storici e architetture avveniristiche, in Emilia, la Terra dello Slow Mix, dove ogni viaggio è unico ed eclettico tra natura, cultura ed enogastronomia, si possono seguire le tracce di un universo moderno, che guarda al futuro e stupisce con i suoi centri culturali all’avanguardia, le sue insolite installazioni artistiche, le mostre di arte contemporanea, il design, le nuove tendenze. Ecco le tappe di un viaggio straordinario nell’Emilia contemporanea con Visit Emilia – www.visitemilia.com - il territorio di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Parma tra storia e innovazione.
Un patrimonio di milioni di pezzi divisi nelle sezioni dell’arte, la fotografia, i media, la moda, progetto e spettacolo, sono parte della collezione del CSAC Centro studi e archivio della comunicazione che ha sede nella bellissima Abbazia di Valserena a Parma. L’archivio-museo è una fucina di eventi, attività di ricerca ed esposizioni. Innovativo centro culturale e museale è anche l’APE Parma Museo, sorto in un prestigioso palazzo che era stato chiuso da tempo nel cuore del centro storico parmigiano. APE è acrostico di Arti, Performance ed Eventi, espressione di una programmazione culturale a tutto tondo. Oltre a importanti mostre temporanee ospita le sale-museo dedicate a Amedeo Bocchi e la sala-museo di Renato Vernizzi. Un altro edificio di grande valore storico plasmato in chiave contemporanea è Palazzo Tarasconi, sede di mostre e manifestazioni. Suggestive le sale della convivialità o Sale Ipogee al piano interrato. Fino al 25 febbraio 2024 ospita la mostra “Keith Haring. Radiant Vision” con oltre 130 opere del celebre artista.
Passeggiando nel centro di Parma, risalta imponente il Complesso della Pilotta. Al suo interno l’arte antica è raccontata in tutte le sue forme, ma all’esterno si fa notare l’installazione luminosa di Maurizio Nannucci, “Time past, present and future”, la più grande realizzata dall’artista in Italia. È lunga 190 metri ed è composta da 55 lettere in neon di vetro di Murano che si sviluppano lungo i lati del cortile di San Pietro del Complesso, in modo che sia visibile a tutti. Il suo significato affronta il tema della rigenerazione dei valori del passato attraverso l’azione culturale, scientifica e creativa del presente.
Appena fuori la città, la Villa dei Capolavori di Mamiamo di Traversetolo, è la sede della Fondazione Magnani Rocca, che riapre il 16 marzo. Opere di Tiziano, Dürer, Van Dyck, Goya, Canova, Renoir, Monet, Cézanne, de Chirico, Morandi, Burri, convivono con esposizioni temporanee di grande pregio, come quella dedicata a Bruno Munari che dal 16 marzo al 30 giugno 2024 svelerà l’iconica figura del design e della comunicazione visita del XX secolo. La Fondazione Magnani Rocca si può raggiungere piacevolmente anche in bicicletta, d’altronde sono tanti i percorsi bike che attraversano l’Emilia. Ce n’è uno, però, che è particolarmente ideale per gli amanti delle arti: il Sentiero d’Arte di Torrechiara, che dal romantico Castello di Torrechiara accede ad un itinerario in cui installazioni si integrano nel paesaggio e dispositivi di realtà aumentata offrono una guida speciale.
Piacenza geniale e futuristica.
Nella città di Piacenza a dominare la scena del contemporaneo è la Galleria Ricci Oddi, luogo di esposizione del celebre, quanto misterioso, Ritratto di Signora di Gustav Klimt, scomparso nel 1997 e poi ritrovato nel 2019. L’opera è solo uno dei preziosi dipinti, sculture e grafiche del periodo che va dagli anni Trenta dell’800 al XX secolo, da ammirare visitando la Galleria. Qui si citano, a titolo di esempio, solo alcuni artisti esposti, come Boccioni, Pelizza da Volpedo e Medardo Rosso. Restando in città, lo spazio XNL Piacenza, centro d’arte contemporanea, cinema, teatro e musica, offre una combinazione di diversi linguaggi fra arti, mostre, proiezioni, performance, concerti, ma anche progetti di alta formazione e attività esperienziali. Il programma delle attività del 2024 si presenta molto interessante: il 2 marzo 2024 inaugurano i progetti di Andrea Sala e Berlinde de Bruyckere insieme a Carol Rama, per il ciclo di esposizioni Sul Guardare, liberamente ispirato all’omonima serie televisiva (Ways of Seeing) ideata da John Berger nel 1971 per la BBC e dedicato alla rilettura del patrimonio artistico della città di Piacenza e del suo territorio tra tradizione e innovazione. Molto originale è poi Volumnia, luogo d’arte e di cultura creato all’interno della Chiesa di Sant’Agostino, edificio rigenerato dall’intuizione della gallerista Enrica De Micheli. Una basilica sconsacrata, che durante i lavori di restauro ha riportato alla luce l’originale assetto rinascimentale, con l’immensità degli spazi, i colonnati, gli stucchi e gli affreschi. Oggi è tra le più maestose della città. Anche il cortile esterno è stato recuperato, così come la falegnameria del Monastero. Fino al 17 febbraio c’è la mostra “Alfredo Casali. La memoria delle cose”.
Unico nel suo genere è il Museo della Merda di Castelbosco (PC). Un nome che può creare straniamento, ma che in realtà racchiude una realtà all’avanguardia, anche dal punto di vista ecologico. Lo sterco dei bovini che producono Grana Padano si trasforma in elettricità sostenibile e in forme d’arte, protagoniste di esposizioni ed installazioni tutte da scoprire.
Nel sottotetto del quattrocentesco Castello di San Pietro in Cerro è custodito, invece, il MIM – Museum in Motion, che accoglie la collezione di arte contemporanea della famiglia Spaggiari: oltre 1.600 lavori fra dipinti, disegni, video, fotografie, audiovisivi, performance, sculture ed istallazioni, che vengono mostrati al pubblico a rotazione. La collezione, che vanta pezzi di artisti importanti come Mimmo Rotella, Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto, Gio Pomodoro, Franco Angeli e tanti altri, spazia fra le numerose tendenze del contemporaneo, dedicando parte dello spazio espositivo agli artisti emergenti. In un altro luogo storico, l’antico monastero di San Colombano di Bobbio, si aprono le porte di un tempio di arte contemporanea: il Museo Collezione Mazzolini, nato dalla raccolta di Domenica Rosa Mazzolini. Si tratta dell’unione della collezione personale della Mazzolini con quella che ereditò dai medici Simonetti, i quali avevano ricevuto molte donazioni da parte di pazienti, soprattutto dipinti dei primi del Novecento. Molti artisti richiedevano cure mediche e in cambio, offrivano un lavoro personale. Qui si scoprono opere di artisti attivi tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, come Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Ottone Rosai, Lucio Fontana, Achille Funi, Piero Manzoni, Mario Sironi.
Reggio Emilia icona delle arti contemporanee.
Reggio Emilia è la città emiliana emblema delle arti contemporanee. A partire dalle eleganti architetture dei tre ponti disegnati da Santiago Calatrava, le grandi vele bianche che danno accesso al centro urbano, fino alle importanti manifestazioni, come Fotografia Europea, Reggio Emilia si distingue sempre per originalità e per saper cogliere le tendenze e le evoluzioni della società odierna.
“Al di là della pura funzionalità, volevo creare un segno che desse un senso più locale all’opera… questo occhio nella spalla del ponte non era necessario, ma ricorda il rosone del Duomo di Reggio Emilia e mi sembrava interessante creare un collegamento con un elemento architettonico e monumentale della città”. Ha scritto così Calatrava in merito ai suoi ponti, oggi tra i simboli indiscussi del centro emiliano. Le sue linee architettoniche si riconoscono anche nella Stazione Mediopadana, luogo di arrivo e di partenza dell’alta velocità, e spesso punto di approdo per visitare l’Emilia. La struttura bianca, fatta di acciaio, calcestruzzo e vetro, si sviluppa su due livelli lungo il viadotto esistente, inglobando al piano superiore i binari della linea ferroviaria e lo spazio delle risalite che conducono all’ingresso, al piano terra, con spazi riservati ai servizi commerciali. Per la sua realizzazione sono state utilizzate circa 14mila tonnellate di acciaio, quasi una volta e mezzo il peso della Tour Eiffel.
Alle porte della città, si trova una delle più rilevanti collezioni private di arte contemporanea d’Italia: la Collezione Maramotti, custodita in un ex edificio produttivo di Max Mara, trasformato in spazio espositivo. La raccolta può contare su più di 200 opere tra sculture, dipinti, installazioni, realizzate dal 1945 ad oggi. Grandi lavori di artisti come Francis Bacon, Jean – Michel Basquiat, Vito Acconci, Alighiero e Boetti, Alberto Burri e Lucio Fontana fanno parte della mostra permanente che dall’espressionismo e astrattismo degli anni ’40 traccia percorsi fino alla Pop art, all’Arte povera, la Transavanguardia e la New Geometry americana degli anni ’80 – ’90. Non mancano mostre sperimentali.
Architettura e arte si integrano perfettamente nell’opera “Whirls and Twirls 1”, progettata da Sol LeWitt per la volta della sala di lettura della Biblioteca Panizzi di origine settecentesca. I colori primari, accesi, creano un intreccio di vortici in continuo movimento che incanta gli spettatori. Dalle radici antiche e la capacità di trasformarsi in fulcro di contemporaneità moderna, i Chiostri di San Pietro, nel cuore di Reggio Emilia, mettono a disposizione gli ambienti storici, che un tempo ospitavano un monastero i cui inizi risalgono al Cinquecento, in un percorso espositivo poliedrico dalle forme monumentali, nate da Giulio Romano. I Chiostri di San Pietro sono sempre luogo di mostre e di grandi eventi, come Fotografia Europea, festival culturale internazionale dedicato alla fotografia contemporanea, dal 26 aprile al 9 giugno. Punto di partenza è la fotografia come strumento per riflettere sulle complessità della contemporaneità seguendo la lezione del fotografo reggiano Luigi Ghirri, figura di spicco per il rinnovamento della fotografia nel secondo Novecento, il cui archivio è conservato in città. Tema dell’edizione 2024 è “la natura ama nascondersi”, celebre frammento di Eraclito.
È un palazzo storico della seconda metà del XVI secolo, Palazzo Magnani, punto di riferimento per esposizioni avveniristiche, come la mostra – spettacolo “Marionette e Avanguardia. Picasso Depero Klee Sarzi” visitabile fino al 17 marzo 2024, che si sviluppa attorno al concetto di “quarta parete”, coinvolgendo emotivamente il visitatore-spettatore nella storia messa in scena. “Quando una marionetta o un burattino rompe la quarta parete, conquista la fiducia del pubblico, dando allo spettacolo il potere di sfumare quella divisione tra palcoscenico e mondo, tra arte e vita”.
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